La stagione influenza è ufficialmente tornata, le previsioni degli esperti non suggeriscono nulla di buono.
I primi freddi e le prime piogge sono tornate a farci visita specialmente in Italia. Sembrava ieri che piantavamo l’ombrellone e spiaggia e che ci tuffavamo nel mare invece, in un battito di ciglia, l’autunno è già tornato a bussare alle nostre porte e tutti quello che possiamo fare è lasciare che enti. Consapevoli, tuttavia, che sarà l’ennesima stagione influenzale con cui fare i conti.
La sanità ha già reso note alcune previsioni circa quella che sarà l’influenza di quest’anno e non si prospetta nulla di particolarmente piacevole. Per questo il consiglio è di prepararsi in anticipo, facendo scorta di medicinali o studiando i migliori rimedi della nonna, per non passare l’intero autunno allettati e con il raffreddore.
Da Nord a Sud dello Stivale, ma in gran parte anche nel resto del mondo, le prime persone hanno già cominciato ad accusare i primi sintomi del malanno. E, siccome le restrizioni non sono certamente severe come qualche anno fa, rischia di diventare più facile contagiare le persone che abbiamo accanto. Per questo è molto importante fare attenzione sia per il nostro bene che per quello dei nostri cari.
Influenza stagionale: cosa dicono i dati
Il fatto che pressappoco l’intero pianeta sia tornato ad una parvenza di normalità dopo gli anni della pandemia, non significa che che bisogna abbassare la guardia. Anzi, il periodo recente dovrebbe averci insegnato che c’è bene poco da scherzare anche sei si ha un semplice raffreddore. Recenti stime affermano che durante la stagione influenzale, che durerà più o meno fino alla fine di marzo, saranno circa 15 milioni i pazienti che si ammaleranno.
Purtroppo i cittadini di tutto il mondo non saranno chiamati a fare i conti solo con la semplice influenza ma anche con le sue innumerevoli varianti, tra le quali non mancano diversi ceppi del coronavirus. Tra questi, fanno sapere gli esperti, rimane in circolo anche quella del Covid seppure con conseguenze meno gravi rispetto al passato. Nonostante questo, i suoi sintomi sono leggermente cambianti e non si deve quindi sottovalutare il pericolo.
Al di là di questo il peggio sembra essere passato, merito sicuramente delle restrizioni applicate negli anni precedenti e soprattutto della massiccia vaccinazione che la gente, specialmente i più giovani chiamati ad andare a scuola, hanno il dovere di fare ancora. Insomma, anche questo autunno sarà ricco di starnuti e colpi di tosse senza escludere qualche linee di febbre. Chi è già stato colpito sa cosa significa.
Covid, cosa fare in caso di infezione: le nuove regole
Per quanto riguarda il Covid, è bene ricordare che dallo scorso primo gennaio sono entrate in vigore delle nuove direttive. Chi risulta positivo all’infezione tramite test antigenico o molecolare ha il colpito di restare in isolamento anche in caso non dovesse esserci la presenza di sintomi riconoscibili. Se si è quindi asintomatici è possibile ritenersi liberi 5 giorni dopo l’isolamento senza la necessità di sottoporsi ad ulteriori test.
Cosa che invece deve fare chi ha manifestato sintomi relativi all’infezione. In quel caso il tampone può essere effettuato anche prima della scadenza indicata (5 giorni) e in caso di negatività può mettere da parte l’isolamento per tornare alla propria vita quotidiana. Se durante la malattia si hanno avuto solo dei lievi sintomi, l’isolamento scade in automatico al quinto giorno.
A patto, però, che ne siano passati almeno due senza alcun sintomo. Chi è uscito dalla malattia senza essersi sottoposto a tampone è comunque chiamato ad indossare la mascherina. Ogni tanto, specialmente quando si hanno dei dubbi, è ancora bene sottoporsi a dei controlli specifici così da evitare guai peggiori. Vietato abbassare la guardia soprattutto perché, rispetto a prima, oggi il Covid non ha più quella particolarità di farci smarrire il senso del gusto e dell’olfatto. Ora assomiglia di più ad un semplice malanno di stagione.