Dobbiamo prestare molta attenzione quando facciamo la spesa: alcuni alimenti confezionati potrebbero essere contaminati e causarci tossinfezioni.
Tutti i supermercati e negozi alimentari adottano indubbiamente le procedure di sicurezza e i controlli necessari al fine di tutelare la salute dei consumatori. Purtroppo l’efficienza dei controlli non è quasi mai al 100%, ed ecco che possiamo incorrere in rischi di intossicazioni alimentari.
I consumatori difficilmente pensano a questo genere di pericolo, e magari “drizzano le antenne” solo quando si effettuano maxi richiami e alcuni prodotti spariscono dagli scaffali a lotti interi. Accade in ogni Paese, e anche in Italia ci sono stati casi eclatanti, come gli ovetti Kinder o i prodotti al cioccolato Ferrero contaminati da Salmonella, o come le pizze surgelate della Buitoni, che causarono ricoveri in ospedale a moltissime persone e purtroppo anche alcuni decessi.
Quando si parla di cibi contaminati, però, non ci si riferisce solamente ai batteri. Purtroppo nelle confezioni di carne, di verdure, di latticini o preparati industriali si può trovare di tutto. Inoltre un cibo diventa non adatto al consumo umano anche quando non viene rispettata la “catena del freddo”. Significa che durante la lavorazione, imballaggio, trasporto ed esposizione si verificano troppe variazioni di temperatura e dunque si sviluppano batteri oppure si compromette la qualità del prodotto stesso.
Difendersi da questi potenziali pericoli quotidiani non è impossibile, l’importante è tenere a mente alcuni suggerimenti dati dagli esperti.
Quanto è comune la contaminazione degli alimenti?
Forse dopo aver saputo cosa potremmo trovare nel cibo acquistato al market o al “super” cambieremo abitudini. Secondo alcuni esperti, il cibo può essere contaminato non solo da germi e batteri – che fortunatamente muoiono con la cottura, almeno nella maggior parte dei casi.
Nelle confezioni di cibo finiscono peli e capelli umani, piccoli frammenti di plastica, ferro o vetro derivanti dai macchinari per la lavorazione, e non mancano casi di contaminazione da detersivi o prodotti per la pulizia in generale.
Inoltre, maggiore è il numero di persone/macchine che hanno a che fare con un cibo e più sono frequenti le varie tipologie di contaminazione. Mangiando questo genere di alimenti possono accadere diverse cose, da lievi a gravissime.
- Nella “migliore” delle ipotesi possiamo incorrere in disturbi gastrointestinali, diarrea e vomito e crampi all’addome. I soggetti più fragili, come bambini e anziani, rischiano di più e spesso si deve ricorrere al ricovero ospedaliero.
- Nei casi peggiori, quando i frammenti di materiali o quando si trovano troppe sostanze chimiche, si rischiano danni all’intestino, tossinfezioni gravi e possono essere necessari interventi chirurgici e/o lavande gastriche.
Sicuramente siamo di fronte a eventi non frequentissimi, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Gli esperti tra l’altro ci ricordano che tra la miriade di cibi potenzialmente a rischio ce ne sono in particolare tre a cui dovremmo prestare più attenzione.
I 3 alimenti confezionati che sono più a rischio, attenzione al carrello della spesa
Quando andiamo al supermercato troviamo alimenti di ogni genere, dai freschi ai freschissimi fino ai surgelati e lo scatolame. Avvicinandoci ai vari scaffali o frigoriferi dovremmo prestare particolare attenzione a tre tipologie di alimento. Il primo, è la carne al banco macelleria.
La carne che acquistiamo al supermercato è venduta in confezioni di plastica/polistirolo avvolte da pellicola trasparente. Nonostante i continui controlli, i vari passaggi e manipolazioni di carne possono contaminare con batteri. Quello più frequente è il batterio della Salmonella, ma si trovano patogeni di vario tipo. Le variazioni continue di temperatura fanno sì che la carne diventi un’ottima “casa” per i batteri, che proliferano velocemente.
Passiamo poi alle verdure in busta, come le classiche insalate, i germogli, e l’ortofrutta in generale. I passaggi che portano ad avere il prodotto finito, come il lavaggio e il confezionamento, aumentano il rischio di contaminazione.
Nel banco frigo spesso troviamo anche le salse pronte, come la maionese, l’insalata russa, la pasta fredda condita, i vari tipi di paté eccetera. Anche in questo caso durante le fasi produttive, di trasporto, stoccaggio e poi allestimento a scaffale si possono verificare errori che compromettono l’integrità del prodotto.
Come tutelarsi dalle potenziali tossinfezioni e intossicazioni alimentari
Anche se i rischi sono reali, per fortuna vengono attuate tutte le misure di sicurezza previste; il consumatore però può fare la sua parte.
Andando al supermercato possiamo adottare alcuni accorgimenti per diminuire ulteriormente il rischio di tossinfezione alimentare. Al banco della carne, ad esempio, meglio evitare di mettere nel carrello le confezioni che presentano buchi o rotture nella pellicola.
Se vogliamo acquistare un piatto pronto al banco frigo e troviamo che non è abbastanza freddo, probabilmente c’è stato qualche errore nella “catena del freddo” e potrebbe essere contaminato da batteri.
Una volta a casa, riponiamo i cibi cotti, quelli crudi e quelli confezionati ben distanti tra di loro. Attenzione alle uova in particolare: a volte le confezioni si trovano in frigorifero, altre in scaffali a temperatura ambiente. La temperatura all’interno dei supermercati però è sempre fresca, quindi in ogni caso dovremo evitare sbalzi di temperatura dal momento dell’acquisto alla sistemazione in frigo, poiché le uova sono più soggette a contaminazione da Salmonella.
Quando apriamo una confezione di cibo, se avvertiamo un odore “strano”, sgradevole o che comunque non ci convince, meglio gettare via subito quell’alimento. Anche se alla vista tutto ci sembra normale, il naso non mente mai.
A questo proposito ricordiamo, infine, che dobbiamo dar retta solamente alla prima “annusata”. Il meccanismo del nostro olfatto fa sì che poco dopo aver sentito un odore ci si abitua a esso. Se continuiamo ad odorare il cibo che non ci convince, non sentiremo più il sentore che ci aveva suscitato il dubbio.