Le temperature si stanno alzando e molti approfittano del bel tempo per concedersi lunghe sessioni di abbronzatura: ecco cosa rischiano
L’estate è finalmente arrivata e dopo lunghe settimane di pioggia, cielo grigio e temperatura al di sotto della media, finalmente da qualche giorno il sole splende sulle nostre teste e stiamo avendo un assaggio di forte caldo. Chi può scappa al mare, o se è costretto per lavoro e altri impegni a restare a casa, si concede almeno un po’ di sole: l’abbronzatura è un must della stagione. Tutto nella norma, direte voi…
E invece no. Molti di noi stanno sottovalutando il pericolo di esporsi al sole senza precauzioni e protezioni. Se lasciamo che il nostro corpo sia bombardato di raggi solari dall’oggi al domani, è alto il rischio di ammalarsi di tumore della pelle. Non solo. Mentre alcuni studi suggeriscono che l’esposizione al sole può rappresentare un fattore protettivo nei confronti del cancro al senso, il più diffuso tra la popolazione femminile, evidenziando il ruolo protettivo della vitamina D, altre ricerche invitando a maggior cautela. Chi ha ragione?
Il nesso micidiale tra abbronzatura estiva e rischio tumore
Alcuni ricercatori hanno messo a confronto le probabilità di contrarre il tumore al seno per donne abituate a trascorrere molto tempo all’aria aperta e per altre che si espongono poco al sole, rilevando un minor rischio di ammalarsi nel primo gruppo. Resta però ancora da vedere se tali benefici siano il frutto di uno stile di vita più attivo nelle donne che trascorrevano tempo all’aria aperta o all’effettiva azione del sole.
Una cosa è certa: quanti hanno cercato di dimostrare gli effetti protettivi della vitamina D assunta tramite integratori non ci sono riusciti. Insomma, è sempre buona norma non esagerare con l’esposizione al sole, soprattutto considerando che i raggi ultravioletti aumentano il rischio di tumori della pelle. Gli esperti raccomandano di esporsi al sole in modo responsabile, evitando di farlo nelle ore centrali della giornata, e in particolare quelle dei pasti, e utilizzando sempre le necessarie protezioni solari.
La verità sulla tintarella in topless
Una delle domande più frequenti che gli specialisti si sentono rivolgere è se prendere il sole in topless sia nocivo o meno? A tal proposito Alberto Luini, co-direttore del Programma Senologia IEO e autore di #senonlosai, un ebook che raccoglie informazioni utili a prevenire problemi al seno, il sole di per sé non aumenta il rischio di sviluppare tumore alla mammella. Ma l’esposizione cronica, molto prolungata e senza adeguata protezione può comportare una serie di rischi di tumore per la pelle (e la zona del seno non è più vulnerabile di altre parti del corpo).
Le chiave sta dunque nella protezione cutanea: una crema a fattore di protezione adatto al tipo di pelle e alla sua abitudine al sole e un’adeguata idratazione sono assolutamente indispensabili. Può succedere che il seno si scotti un po’ di più nella zona dell’areola e del capezzolo, ma ciò dipende da un’ustione, non da una malattia. Morale: “Avere paura del sole è sbagliato – afferma Luini -. Si può prendere il sole con criterio, stando attenti a eventuali terapie farmacologiche che rendono la pelle temporaneamente più sensibile (alcune chemioterapie) e alla radioterapia (che contribuisce a infiammare la pelle)”. “In questi casi – e conclude – la raccomandazione è di evitare l’esposizione, usando maglie coprenti per tempi limitati, e solo d’accordo con il medico, e applicando creme ad alta protezione, avendo cura di spalmarne di nuovo dopo ogni bagno in mare”.