Cambiamenti in arrivo riguardanti l’agenzia entrate riscossione: ai contribuenti in debito col fisco non piaceranno.
Negli anni svariati organismi ed enti sono stati preposti alla riscossione dei tributi, e molti cittadini forse ricorderanno le “vecchia” Equitalia. Ricevere una cartella di pagamento, indipendentemente dal mittente, non è mai una bella notizia. Oggi siamo di fronte ad un ulteriore passo in avanti, grazie alla Legge Fiscale 111/2023.
Equitalia era la società incaricata di ottimizzare le operazioni di riscossione in tutta Italia, Regione Sicilia esclusa. Già allora L’Agenzia delle Entrate aveva una quota partecipativa del 51% mentre l’INPS del 49%.
Nel 2017 però avvenne un cambiamento e Equitalia venne “sostituita” da Agenzia Entrate Riscossione (AER) tramite il Decreto legge n. 193/2016. Il nuovo organismo in realtà effettua esattamente ciò che faceva Equitalia. Allora i dipendenti che lavoravano per Equitalia furono accorpati nella nuova società, seppur con qualche aggiustamento.
I meccanismi e la mission però sono sempre gli stessi: il Fisco vuole i soldi e i cittadini devono adempiere al loro dovere. Dal 2017 ad oggi però sono avvenuti numerosi altri cambiamenti: basti pensare alla digitalizzazione dei servizi e di recente la possibilità per tutti di usare la casella PEC per ricevere tutte le comunicazioni relative a tasse, tributi e pagamenti.
Da sempre c’è una “battaglia” tra Stato e contribuenti, o meglio verso quei contribuenti che evadono il Fisco.
Recentemente l’Agenzia delle Entrate ha dato una stretta molto importante a più di 100 Partite Iva risultate irregolari. Son definite “apri e chiudi” e si tratta di un fenomeno che in Italia danneggia tantissimo l’economia. In molti aprono una Partita Iva ma prima di cominciare a pagare le tasse la chiudono, diventando così “invisibili” al Fisco. Si tratta di cittadini per lo più extra UE ma non mancano i “furbetti” italiani.
Solamente negli ultimi tre mesi, L’Agenzia delle Entrate ha chiuso 1200 Partite Iva ma sono in corso ulteriori controlli. Ciò è stato possibile grazie alla Legge di Bilancio che ha dato ulteriori poteri di controllo all’Agenzia delle Entrate. Secondo quanto è emerso finora, la Lombardia è la Regione dove si sono scovate maggiori irregolarità (359 partite iva chiuse); a seguire troviamo il Lazio con 254 attività chiuse e infine Toscana e Veneto dove è stato dato lo stop a 105 Partite Iva.
Se da una parte si cerca di eliminare le modalità illecite per evadere il Fisco, dall’altra lo Stato vuole velocizzare le pratiche di riscossione, che ad oggi sono ancora un po’ troppo lente. Dimostrazione del fatto che quando c’è la volontà politica si possono operare scelte che sburocratizzano le procedure. A breve quella che è ex Equitalia, ovvero Agenzia Entrate Riscossione, verrà incorporata all’Agenzia delle Entrate, grazie alla Legge Fiscale 111/23, il cui scopo è ovviamente ottimizzare e migliorare le riscossioni.
Come primo cambiamento segnaliamo i tempi di notifica delle cartelle, che saranno più veloci: entro 9 mesi. I controlli saranno incrociati e anche il termine delle cartelle, che oggi è a 1 anno, verrà esteso ulteriormente.
Il contribuente e i suoi movimenti verranno controllati ancora di più grazie alla collaborazione dell’Agenzia delle Entrate con gli istituti bancari. Le informazioni finanziarie del cittadino saranno condivise per verificare che vi sia disponibilità del conto, ma non ci saranno ulteriori strette – come invece era stato preannunciato – per quanto riguarda il prelievo forzoso.
Dall’altro canto il cittadino in debito potrà effettuare i pagamenti a rate, come già previsto, ma in tempi un po’ più lunghi, ovvero fino ad un massimo di 72 rate. Per quanto riguarda invece le cartelle classificate come “inesigibili” verranno affidate ad altre realtà, come già accade nei Comuni.
In conclusione, tutte le novità sono studiate per rendere più efficiente la macchina di riscossione e per ottimizzare resa e tempistiche. Il cittadino che desidera evadere le tasse avrà davvero molta più difficoltà. Resta il nodo, di cui forse non si parla abbastanza, di tutti quei contribuenti che evadono “per necessità”. Come si comporterà l’Agenzia delle Entrate rispetto a questi soggetti? Ricordiamo a questo proposito che la pressione fiscale in Italia è molto alta, anche in in media con altri Paesi Europei.
I carichi fiscali per le imprese però in Italia si piazzano al secondo posto, dopo la Francia. In alcuni Paesi come Danimarca, Svezia e Finlandia la pressione fiscale è addirittura diminuita nell’ultimo anno, anche se di poco meno di un punto.
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