Massimiliano Allegri è pronto a lasciare la panchina della Juventus per accasarsi su quella di una big europea? Incredibile rumor.
Il rapporto tra Massimiliano Allegri e l’ambiente Juve è stato sempre controverso. Nel 2018, dopo aver portato al club di Torino 5 scudetti consecutivi e due finali di Champions League in 3 anni, il tecnico toscano ha posto una condizione: cedere Cristiano Ronaldo per ricostruire una squadra che ormai era a fine ciclo. In quel momento storico, però, l’asso lusitano rappresentava l’attrattiva commerciale, inoltre il gioco di Allegri era considerato troppo poco europeo e bello a vedersi per poter risultare vincente anche in Europa.
Andrea Agnelli ha dunque deciso di puntare il dito contro il tecnico toscano e di scegliere un nuovo corso che di fatto ha portato alla situazione attuale. Prima è giunto Sarri a cui non è stato dato il tempo di imporre la propria visione del gioco (ha vinto il 9° scudetto consecutivo), anche e soprattutto poiché il suo stile non piaceva a giocatori e ambiente. Poi è arrivato Andrea Pirlo, il quale ha anche portato a casa dei trofei e la qualificazione in Champions League, ma che è stato sacrificato all’altare della confusione dirigenziale.
Il capolavoro dirigenziale è stato il ritorno di Allegri con conseguente addio di Cristiano Ronaldo (i due insieme non potevano stare), una scelta che di fatto è stata un’ammissione di colpa per quanto accaduto due stagioni prima. Era logico per chiunque che per rinnovare un ciclo ci fosse bisogno di un anno di transizione, dunque non ha sorpreso che nella scorsa stagione la Juventus sia giunta a stento a conquistare un posto in Champions League.
A Torino, però, non c’è pazienza e la scorsa estate è stata fatta una campagna acquisti sontuosa e contraria al concetto di rinnovamento nonché a quello di abbassamento del monte ingaggi. Appena un anno fa sono arrivati Di Maria, Pogba, Paredes, Kostic e Milik. Una campagna acquisti finalizzata a migliorare la qualità della rosa e a puntare subito alla vittoria del titolo.
Com’è andata lo abbiamo visto tutti. Ad inizio stagione, tra infortuni e ritardo di condizione la Juventus ha perso punti dalle prime in classifica ed è uscita dalla Champions League prima ancora della conclusione della fase a gironi. Un avvio traumatico a livello sportivo che ha spinto immediatamente la tifoseria a chiedere la testa del tecnico toscano. Ad Allegri veniva contestato uno stile di gioco antiquato e rinunciatario, a causa del quale la squadra giocava male e non riusciva ad ottenere risultati.
Poco prima della pausa mondiale l’allenatore ha inserito alcuni giovani nella rotazione, ma soprattutto ha compattato il gruppo, riuscendo ad ottenere una striscia di risultati utili consecutivi che ha rimesso i bianconeri in scia. Insomma c’erano delle buone sensazioni e almeno in teoria la pausa sarebbe dovuta servire ad ottenere un gruppo più coeso e la possibilità di giocarsela ad armi pari con le altre.
Proprio durante la pausa è scoppiato il caos stipendi e falso in bilancio. Mentre le competizioni erano in pausa tutta la dirigenza juventina si è dimessa e il tribunale sportivo ha comminato una penalizzazione di 15 punti in classifica che ha di fatto tolto ogni speranza di recupero. In una situazione così complicata, Allegri è riuscito a stimolare il gruppo. Inoltre l’ambiente e specialmente la tifoseria hanno vissuto la penalizzazione come un’ingiustizia, il che ha permesso al tecnico di lavorare senza pressione e con il sostegno di tutti.
Quando ad aprile il ricorso della Juventus è stato accettato e la penalizzazione temporaneamente sospesa, la stagione aveva preso una piega tutto sommato positiva per come era iniziata. La sentenza definitiva però ha rimesso 10 punti di penalizzazione ed escluso la Juventus dalla Champions League e dall’Europa League, condannandola alla coppa europea minore, la Conference League.
Con tutto quello che è successo quest’anno l’allenatore della Juventus ha tutte le attenuanti del caso e sicuramente non può essere ritenuto responsabile per quella che è senza ombra di dubbio la peggiore stagione da dieci anni a questa parte. A Torino però c’è aria di cambiamento. La dirigenza punta a ridurre sensibilmente il monte ingaggi e dunque gran parte dei campioni partiranno a parametro zero o verranno venduti per fare spazio a giovani talenti.
L’idea è quella di rifondare la squadra evitando spese folli. Niente più super star con ingaggi faraonici, ma un progetto tecnico basato su prospetti interessanti da fare crescere con l’aiuto di qualche senatore. Un progetto che allontana la possibilità di vedere nuovamente la Juve in testa al campionato (anche se quanto successo negli ultimi due anni ha dimostrato il contrario), ma che potrebbe condurre ad aprire un nuovo ciclo vincente nei prossimi anni.
In questo contesto, visto anche l’ingaggio importante che percepisce, come s’inserisce Allegri? In teoria, data la nuova filosofia, anche l’allenatore potrebbe essere visto come inadatto proprio per via della spesa eccessiva che comporta l’averlo in panchina. Tuttavia cacciarlo significherebbe pagare lo stipendio a lui e a chi lo sostituirà. Possibile dunque che la dirigenza non forzi l’addio del tecnico toscano.
Dal punto di vista del tecnico, rimanere potrebbe dargli la chance di costruire una squadra che segue il suo modo di vedere il calcio, priva di stelle già all’apice della carriera che mal digeriscono le sue richieste tattiche. L’unica possibilità di vederlo andar via è che gli arrivi una proposta difficile da rifiutare.
La proposta in questione, secondo rumor recenti, potrebbe giungere dal Real Madrid. Nella capitale spagnola c’è grande fiducia nei confronti di Carlo Ancelotti, ma il tecnico di Reggiolo potrebbe decidere di andarsene un anno prima della scadenza contrattuale. A tentarlo è una proposta lavorativa affascinante, esotica e nuova.
Da tempo si vocifera che la Federazione Calcistica Brasiliana abbia individuato in Ancelotti l’unico allenatore capace di far convivere i talenti brasiliani in un unico gruppo. L’allenatore potrebbe mettere ordine e far rendere a meglio i campioni verde-oro, riportando il Brasile in cima al mondo. Una sfida sicuramente interessante, che potrebbe consentirgli di diventare campione del mondo anche con una Nazionale.
Qualora dovesse accettare, la panchina più prestigiosa d’Europa rimarrebbe vacante e pare che il primo candidato a prendere il posto di Ancelotti sia proprio Massimiliano Allegri. Per il tecnico toscano si tratterebbe di un’occasione impossibile da rifiutare e a quel punto la panchina della Juventus rimarrebbe vacante.
Nel caso di addio di Allegri chi potrebbe prendere il suo posto? La prima soluzione sarebbe interna, ovvero il ritorno di Igor Tudor. Il croato è stato un ex calciatore della Juve ed ha anche allenato le giovanili bianconere. Conosce dunque molto bene l’ambiente, il tipo di pressione e aspettative. Potrebbe essere il candidato ideale, insomma, anche se di esperienza in campo professionistico ne ha poca.
In alternativa si potrebbe propendere per l’arrivo di Fabio Grosso, attuale tecnico del Frosinone. Anche in questo caso parliamo un ex e dunque di qualcuno che conosce l’ambiente. Come per Tudor l’incognita riguarda soprattutto il bagaglio di esperienza come allenatore professionista.
Parlando sempre di possibili cavalli di ritorno, ma di un fascino superiore per la tifoseria, in queste ore sono stati fatti i nomi di Antonio Conte e Sergio Conceiçao. Il tecnico pugliese si è lasciato male con la precedente dirigenza ed il fatto che adesso c’è una dirigenza nuova potrebbe anche favorirne il ritorno. Tuttavia il tecnico è sempre molto esigente sia in termini economici che tecnici, il che va contro la filosofia imposta da John Elkann dopo i processi.
Il portoghese ha dimostrato di essere un vincente in Portogallo ed è anche stato uno di quelli che ha interrotto il cammino europeo della “Vecchia Signora” in questi anni. Ha esperienza dunque sia di campionato che di Champions, inoltre è un ex e conosce bene l’ambiente. Infine è uno che ha dimostrato di saper valorizzare un gruppo e i giovani talenti, potrebbe essere il profilo perfetto.
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