Come cambierà il calendario fiscale in virtù della nuova riforma e come adeguarsi per evitare il rischio di sanzioni? Ecco come evolverà la situazione
Quando si parla di fisco uno degli elementi che occorre tenere in considerazione sono certamente le scadenze, date da rispettare per quanto concerne i pagamenti delle imposte, al fine di non incorrere in sanzioni. E quando un governo si occupa di dar forma ad una riforma fiscale, come voluto anche dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, anche le scadenze talvolta subiscono modifiche e variazioni che è bene conoscere per riformulare il proprio calendario fiscale e sapere già ad inizio anno quando ed in che quantità andranno effettuati gli adempimenti obbligatori fiscali.
Sappiamo che nelle scorse settimane è stata approvata la legge delega della nuova riforma fiscale che, dunque, nei prossimi mesi prenderà forma sulla base di quanto in essa contenuto. E le novità riguarderanno, in particolare, la revisione (o meglio la riduzione) delle aliquote Irpef relative ala tassazione sui redditi.
Ma premier e ministri hanno anche introdotto variazioni per Iva, Irap e Ires e hanno lavorato per introdurre una serie di nuovi sistemi che snelliscano ma al contempo lo migliorino dal punto di vista della fiducia tra le parti, il rapporto tra Stato e contribuente. Infine sono previste una serie di semplificazioni dal punto di vista fiscale nonché un progressivo e sostanziale potenziamento della compliance. La riforma del fisco, insomma, si pone una serie di obiettivi che nell’arco del 2024 dovranno sostenere in primis i contribuenti rendendo le procedure ancora più accessibili e sostenendoli economicamente mediante la revisione delle aliquote che potrebbe comportare un miglioramento dal punto di vista di stipendi e pensioni.
Ma non è tutto perché oltre alle nuove procedure si prevede anche una riforma, sempre nell’ottica della semplificazione, del calendario fiscale. Ecco quali potrebbero essere le nuove date e scadenze degli adempimenti da rispettare con la riforma del fisco 2024. Anche da questo punto di vista il governo intende rendere il calendario più snello andando inoltre a sospendere, nell’arco dei mesi estivi, gli adempimenti. Premesso che occorrono ancora conferme ufficiali e che le si avranno a riforma completata, stando alle anticipazioni dell’esecutivo è prevista una sospensione relativa al pagamento di oneri ed adempimenti fiscali nel mese di agosto.
Quello che si vuole ottenere è una sorta di ‘tregua’ che fa seguito e che anticipa la grande quantità di adempimenti tributari previsti nel corso dell’anno. In questo modo, ovvero andando a razionalizzare i termini dichiarativi nonché quelli di versamento, l’obiettivo è quello di evitare di caricare sulle spalle dei contribuenti, almeno nel periodo estivo, un eccessivo ‘peso‘ in merito agli obblighi fiscali.
Altra possibile e importante novità che riguarda i titolari di partita Iva, è la possibilità di eliminare l’acconto di novembre delle tasse. Una scadenza fiscale gravosa e che non piace perché costituisce l’acconto di ricavi ancora non previsti: essa potrebbe saltare e venire sostituita da una nuova scadenza a gennaio, con la possibilità di dilazionare il pagamento in sei rate, da gennaio a giugno.
Del resto il mese di novembre è forse il più complesso per i lavoratori autonomi che entro il 30 devono effettuare il versamento dell’importo indicato sul modello unico e riguardante il secondo acconto Irpef, oltre che Ires, Irap ed imposte sostitutive. Se venisse introdotta la novità prevista, verrebbe applicato il medesimo schema rateale già valido per la scadenza del 30 giugno. E, soprattutto, salterebbe l’appuntamento fiscale previsto a novembre rimandandolo al gennaio successivo; peraltro senza costi aggiuntivi per lo Stato, dal momento che si tratterebbe solo dello spostamento di una scadenza senza modifiche degli importi da pagare.
Tra le altre indicazioni presenti nei criteri direttivi della legge delega in materia fiscale troviamo anche novità nell’ottica della trasparenza, puntando alla semplificazione della documentazione richiesta per assolvere gli obblighi dichiarativi e quelli di versamento. La riforma dovrebbe prevedere, inoltre, un’armonizzazione di altri adempimenti, ed in particolare quelli che attualmente ricadono ad agosto: dovrebbero essere distribuiti nel corso dell’anno per non pesare eccessivamente sulle spalle dei contribuenti.
Non è chiaro ad oggi quali siano i tempi per l’entrata in vigore della riforma fiscale: se i titolari di partita iva sperano che possa accadere prima della fine di novembre, così da poter rimandare il versamento dell’acconto, è molto probabile che la misura possa partire anche ad inizio 2024. Il governo si trova infatti a dover adottare i vari decreti legislativi di attuazione di tutte le misure che, nel mese di marzo sono state visionate e approvate dal Consiglio dei Ministri con un relativo disegno di legge. Dal momento dell’approvazione del disegno di legge alle Camere vi sono solitamente 24 mesi di tempo per l’attuazione delle misure mediante decreti legislativi attuativi.
Come spiegavamo in precedenza, oltre alla semplificazione di adempimenti fiscali e scadenze sono tante le novità che verranno introdotte con la riforma fiscale. Le aliquote Irpef verranno ridotte dalle attuali quattro a tre. Si ridurrà dal 24% al 15% l’Ires per le imprese che assumono mentre l’Irap verrà gradualmente eliminato. Sarà prevista, per pensionati e lavoratori, una no tax area uguale per tutti con importo limite che potrebbe attestarsi intorno agli 8.500 euro. Si prevedono inoltre modifiche degli importi dell’Iva su alcuni beni di prima necessità.
Verranno rimodulate ed ordinate alcune detrazioni fiscali, con la sola eccezione degli interessi passivi sui mutui per la prima casa, le spese sanitarie, quelle per l’istruzione dei figli ed i contributi per colf e badanti. Ancora la riforma prevede un incentivo delle precompilate, mediante una riduzione degli obblighi ed una razionalizzazione delle dichiarazioni. Verrà introdotto, per le piccole e medie imprese, il concordato preventivo biennale; ed infine si prevede, in caso di inadempimenti formali o di minore gravità, la cancellazione della decadenza dai benefici fiscali.
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