Qual è il momento più indicato per effettuare la sostituzione della cinghia di distribuzione del proprio veicolo? Attenzione ai segnali da non sottovalutare
La cinghia di distribuzione dell’auto è una componente di primaria importanza per garantire il corretto funzionamento del proprio veicolo. Da non confondere con la catena di distribuzione, troppo spesso viene lasciata da parte durante i periodici interventi di manutenzione ma il suo mancato controllo implica l’impossibilità di verificarne l’eventuale deterioramento e di capire quando sia necessario intervenire per sostituirla. Niente di più sbagliato considerato il fatto che cambiare una cinghia di distribuzione è un intervento piuttosto costoso e per questo abbastanza temuto dagli automobilisti.
Sono in pochi ad avere l’abitudine di ‘anticipare’ i problemi chiedendo la sostituzione prima del tempo mentre nella maggior parte dei casi si attende, ma spesso è ormai molto tardi, che sia il meccanico a segnalare la necessità di dover provvedere ad un rapido intervento. È dunque importante capire quale sia la durata media di una cinghia di distribuzione ma anche quali siano i segnali che ci stanno indicando che qualcosa non va.
Cinghia di distribuzione, quando bisogna sostituirla? Come capirlo per evitare problemi
Anzitutto è importante capire cosa siano cinghia e catena di distribuzione: solitamente è il metodo realizzativo a determinarne le differenze dato che entrambe hanno la medesima funzione ovvero quella di sincronizzare il funzionamento dell’albero motore con l’albero a camme che va a regolare il movimento di pistoni e valvole. Ed il costruttore a determinare come realizzare la distribuzione del motore dall’albero motore alle pulegge che vanno a comandare l’apertura e la chiusura delle valvole di aspirazione e scarico.
Sono tre le possibilità: la cinghia di distribuzione dentata in carter secco oppure la cinghia di distribuzione dentata ma, allo scopo di aumentarne la durata nel tempo, lubrificata dall’olio motore. O ancora la catena di distribuzione a bagno d’olio.
Cinghia rotta, che cosa succede
Quando la cinghia di distribuzione si rompe è ormai troppo tardi per poter andare autonomamente dal meccanico: l’auto infatti di spegnerà all’improvviso senza più ripartire. E questo accade nei casi più fortunati: quelli nei quali bisognerà chiamare il carro attrezzi per far portare il veicolo da un meccanico il quale provvederà alla sostituzione. In altre situazioni però la rottura della cinghia potrebbe andare a danneggiare anche le valvole di aspirazione e scarico a causa della mancata sincronizzazione che ne deriva.
Se poi la rottura sopraggiunge mentre si è in viaggio ad una velocità sostenuta, si potrebbero rompere anche i pistoni. Questo renderebbe l’intervento di sostituzione davvero lungo, complesso e costoso dovendo rimuovere l’intera testata. Parliamo di migliaia di euro anche perché si dovrebbe ricorrere, se ad esempio il problema sopraggiungesse in tarda serata o di notte, ad interventi straordinari per lo spostamento del veicolo. Ecco dunque perché è importante capire come rendersi conto che la cinghia sia da sostituire. Nelle auto più moderne è spesso una spia ad indicarlo ma spesso è sufficiente usare l’orecchio per avvertire il problema.
L’usura della cinghia provoca un rumore ben riconoscibile in fase di accensione che va a scomparire man mano che il motore si scalda. Si potranno però avvertire, in fase di accelerazione, stridii accompagnati da improvvisi cali di potenza. O addirittura, nel caso in cui si verifichi anche la perdita di olio motore, degli scoppiettii del motore.
Quando sostituire la cinghia di distribuzione
In passato una volta superati i 100mila chilometri si iniziava a valutare la necessità di intervento di rifacimento della distribuzione. In realtà oggi le cose sono cambiate grazie a materiali sempre più resistenti e moderne tecnologie ed è più che altro il motore a fare la differenza. Per esempio per un motore 1.2 8V si consiglia la sostituzione della cinghia a circa 120mila chilometri oppure entro sei anni.
Ma questo dipende anche dal tipo di utilizzo: in caso di un veicolo impiegato prevalentemente su strade polverose oppure nelle grandi città, è bene intervenire già dopo quattro anni o 60mila chilometri. Bisogna infatti tenere in considerazione anche l’usura dei cuscinetti tendicinghia ed altri elementi quali la tensione della cinghia oltre che la qualità dei materiali che la compongono.
Nel caso di dubbi si può effettuare autonomamente un controllo prima di recarsi dal meccanico. Anzitutto guardando sul libretto di ‘istruzioni’ del veicolo la collocazione della cinghia. Per poi osservarla e verificare se presenta eventuali crepe trasversali, abrasioni sul dorso, una larghezza ridotta, denti crepati o fianchi del dente danneggiati. Sono tutti indicatori di un intervento immediato di sostituzione o comunque del fatto che andrà tenuta sotto controllo.
I costi per la sostituzione
Passiamo ora alla nota dolente ovvero i costi per sostituire una cinghia di distribuzione. Può variare in base ad alcuni fattori a cominciare dalla località geografica nella quale si effettua l’intervento, dalla scelta di un officina generica o della rete ufficiale della casa automobilistica del veicolo e ancora dalla scelta di ricambi originali forniti dal costruttore oppure equivalenti di qualità.
Non esiste dunque un costo univoco ma una fascia di prezzo che solitamente può variare tra i 200 ed i 600 euro che potrebbero anche aumentare in base ai costi di manodopera e all’eventuale sostituzione di altre componenti come le pulegge, i tendicinghia la pompa dell’acqua.