Attenzione alla malattia di Buerger: alcune categorie di persone rischiano di più di contrarla. C’è però qualcosa che si può fare per tutelarsi.
I medici mettono in guardia e invitano ad abbandonare subito un’abitudine molto dannosa collegata a questa malattia dalla sintomatologia molto dolorosa che può portare a danni anche gravi.
Si chiama malattia di Buerger, anche se è conosciuta pure col nome di tromboangioite obliterante. Si tratta di una patologia che va a colpire i vasi sanguigni, solitamente quelli delle braccia e delle gambe.
L’infiammazione provoca un gonfiore capace di ostacolare il flusso del sangue. In più può facilitare la formazione di coaguli in grado di causare trombosi con relativo dolore, danni ai tessuti e addirittura cancrena (ovvero la morte del tessuto).
I sintomi si caratterizzano per i dolori all’arto interessato. Sono simili a crampi muscolari e compaiono dopo sforzi, associati a una sensazione di freddo e intorpidimento delle dita, oltre che all’infiammazione saltuaria di brevi tratti di vene superficiali (tromboflebite migrante) e, come vedremo, al cosiddetto fenomeno di Raynaud.
Ma quali sono i sintomi più comuni della malattia di Buerger? Eccoli:
Quanto alle cause della malattia di Buerger, queste sono ancora sconosciute. Si sa però che l’abitudine di fumare è strettamente associata a questa patologia.
Anche la cura per questo disturbo al momento è inesistente. Per evitare ulteriori complicazioni quello che al momento è il solo approccio utile è semplicemente dire addio alla sigaretta e smettere col fumo.
Ci sono però dei medicinali che vengono in aiuto del malato, dato che possono contribuire a tenere sotto controllo i sintomi della malattia. Non è infrequente che si debba ricorrere al bisturi del chirurgo per ripristinare il flusso del sangue in alcune aree del corpo. Nei casi più gravi può essere necessario perfino il ricorso all’amputazione di una mano o di un piede di fronte a un’infezione o a una grave necrosi.
Come anticipato, delle cause della malattia di Buerger, conosciuta anche come tromboangioite obliterante (TAO), si sa poco. È noto di cosa si tratti: di una condizione infiammatoria progressiva, non aterosclerotica, che finisce per colpire in prevalenza le arterie piccole e medie degli arti superiori e inferiori (e, con frequenza, pure le vene superficiali delle estremità).
La malattia di Buerger è conosciuta da diverso tempo. Fin dal 1897, quando fu descritta per la prima volta. E fin dall’inizio del Ventesimo secolo è apparso chiaro agli studiosi il collegamento tra la patologia e il fumo. Malgrado tutto però i meccanismi sottesi alla malattia di Buerger restano ancora oscuri. Tuttavia l’esposizione del malato al fumo di tabacco è reputata necessaria sia per gli esordi che per gli avanzamenti della patologia.
Segni e sintomi della malattia sono originati dall’ostruzione al flusso sanguigno provocata dall’infiammazione e dalla formazione di piccoli trombi che vanno a occludere i vasi sanguigni. La malattia di Buerger colpisce per lo più persone di età compresa tra i 20 e 45 anni, che rappresentano la maggior parte dei pazienti.
A soffrirne di più in percentuale sono gli uomini, presso i quali la malattia è più comune. Gli uomini si ammalano di questa patologia tre volte più delle donne, anche se dati più recenti hanno mostrato che questo rapporto di 3 a 1 col tempo si è ridotto. Con ogni probabilità la riduzione va ricondotta alla crescente tendenza delle donne a fumare. Si ipotizza anche l’esistenza di una predisposizione genetica alla malattia. Invece non appaiono ancora chiari quali effetti abbiano le sigarette elettroniche e altri dispositivi analoghi.
All’origine dei sintomi della malattia di Buerger si trova il restringimento oppure la completa ostruzione delle arterie e delle vene intermedie e/o di piccolo calibro delle estremità, dunque delle braccia o delle gambe del paziente. Di conseguenza si riduce il flusso sanguigno.
I sintomi hanno la tendenza a manifestarsi sotto forma di improvvisi e acuti episodi. La loro durata va da una a quattro settimane, tuttavia con recidive frequenti. In gran parte dei casi la malattia esordisce in maniera graduale. Semplicemente può partire con una certa sensazione di freddo, intorpidimento, formicolio o bruciore.
Successivamente il paziente potrebbe cominciare a soffrire di crampi mentre cammina, che possono spingersi fino a causargli zoppia. Si tratta della cosiddetta claudicatio, una condizione che peggiora camminando. Il peggioramento si spiega col fatto che muoversi comporta una maggiore richiesta di ossigeno e dunque, che però non può essere garantito a causa del restringimento o dell’ostruzione delle arterie e delle vene.
All’inizio i sintomi della malattia di Buerger possono essere confusi con problemi articolari o neuromuscolari. In genere a essere colpite con più frequenza sono le gambe più che le braccia. Oltretutto con l’avanzare del tempo e l’aggravarsi della malattia, il dolore potrebbe rimanere anche a riposo.
Oltre al dolore a gambe e braccia e alla claudicatio possono fare la loro comparsa anche altri sintomi come:
In alcuni casi vengono colpite dalla malattia anche le arterie e le vene dell’intestino. I sintomi in questo caso si presentano come un dolore anginoso (causato da carenza di ossigeno) addominale e nella perdita di peso. Più raro, ma comunque possibile, che si presentino anche delle anomalie neurologiche.
Purtroppo non esistono nemmeno dei test di laboratorio o strumentali che possano confermare la diagnosi di morbo di Buerger. Spesso però sono necessari degli esami in modo da escludere altre possibili cause di ischemia come trombofilia, diabete, malattie autoimmuni, eccetera.
Si rivelano di particolare utilità gli studi radiografici dei vasi sanguigni (angiografia), che permettono di osservare reperti piuttosto caratteristici della malattia (per quanto non abbastanza specifici). Si può dire, a conti fatti, che alla diagnosi della malattia di Buerger si arrivi un po’ per esclusione, alla luce del fatto che si tratta di una patologia caratteristica dei fumatori.
Come anticipato, non esiste neanche una cura per la malattia di Buerger. La gestione della malattia allo stato attuale consiste molto semplicemente nel dire addio al fumo. Anche un paio di sigarette giornaliere infatti possono favorire la persistenza della patologia, inclusa la terapia sostitutiva della nicotina. La risposta osservata nei pazienti che riescono a smettere di fumare viene definita «sorprendente».
I sintomi possono essere gestiti anche con calcio-antagonisti o altri vasodilatatori, che si rivelano utili in particolare per recare sollievo al paziente in caso di concomitanza col fenomeno di Raynaud. Eventualmente si usano anche anticoagulanti.
Si possono anche prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e analgesici più potenti per alleviare il dolore secondario all’ischemia. Ugualmente si possono somministrare antibiotici per gestire le ulcere a mani e piedi. È allo stato sperimentale invece un’opzione terapeutica aggiuntiva come l’ossigenoterapia iperbarica.
Non sempre si può praticare la rivascolarizzazione chirurgica per via della tendenza della malattia a interessare le arterie di piccolo e medio calibro. L’intervento chirurgico definitivo per sintomi refrattari nei pazienti che non riescono a dire addio al fumo è l’amputazione, praticata in caso di ulcere irrisolvibili, cancrena o dolore persistente. La malattia di Buerger non presenta alti tassi di mortalità, anche se il valore non è nullo.
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