Allarme Peste in Italia: le regioni colpite | Cosa sta succedendo e quali sono i rischi

È allarme peste in Italia: sono ormai diverse le Regioni che hanno accertato i primi e preoccupanti casi.

Nelle ultime settimane diverse Regioni italiane hanno lanciato allarmi che non lasciano ben sperare. In particolare quelle del Lazio e della Campania, dove i primi casi sono stati registrati. Di recente, in seguito all’attuazione di ulteriori accertamenti, anche dalla Lombardia sono arrivati preoccupanti riscontri. La situazione è piuttosto critica e rischia di avere gravi conseguenze in tutto il Paese.

Allarme peste suina in Italia
Allarme peste: quali sono le Regioni colpite e cosa sta succedendo – grantennistoscana.it

I primi allarmi risalgono a più di un mese fa. Nella Capitale – che negli ultimi tempi ha attirato molto l’attenzione mediatica per via della presenza di cinghiali in giro per la città – è stata trovata una carcassa infetta da peste suina africana. L’area, situata a nord ovest di Roma, al momento è indicata come zona rossa.

Il Comune si è attivato con iniziative volte a fermare la diffusione del virus. Ha invitato i residenti a segnalare gli avvistamenti di cinghiali in fin di vita o già deceduti e i cassonetti dei rifiuti sono stati recintati, in modo da non attirare gli animali in cerca di cibo. Per i cittadini non sarà più possibile concedersi pic-nic nelle aree a rischio, poste sotto sorveglianza.

Peste suina africana, aumenta la preoccupazione dopo le ultime segnalazioni

In seguito al primo rinvenimento, il numero di carcasse infette trovate nel Lazio è salito progressivamente. Come affermato poc’anzi, non è stata l’unica Regione interessata. Il fenomeno ha colpito anche la Campania, soprattutto la città di Salerno. Gli allarmi sono stati lanciati in seguito alla scoperta di un gruppo di carabinieri forestali, i quali verso la fine del mese di maggio hanno trovato cinque carcasse di cinghiali.

Gli allarmi di peste suina africana
Peste suina africana: gli ultimi allarmi lanciati nel Paese – grantennistoscana.it

A distanza di due giorni, una volta svolte le analisi necessarie, la conferma è arrivata: gli animali erano infetti da peste suina africana. La Regione ha prontamente proceduto con la convocazione dell’Unità di crisi locale e regionale al cospetto del Centro di referenza nazionale, della Direzione generale della sanità animale del Ministero della Salute e del Commissario straordinario per la PSA.

L’Italia, tuttavia, non è nuova ad episodi simili. Già lo scorso anno ci sono stati casi di peste suina in Sardegna, Calabria, Piemonte e Liguria. L’andamento è sempre più allarmante e di recente nuovi ritrovamenti di carcasse infette hanno sollevato ulteriori preoccupazioni. Questa volta la protagonista è la Lombardia, dalla quale è arrivata una richiesta di intervento da parte della Regione.

I recenti casi in Lombardia

La situazione è gravissima, serve arginare questa piaga prima che si arrivi al blocco della circolazione dei prodotti di derivazione suina” ha spiegato il presidente di Cia Lombardia, Paolo Maccazzola. Negli scorsi giorni la carcassa infetta di un cinghiale è stata trovata a Pavia, per la precisione a Torre Bagnaria, non molto distante da Varzi.

Gli allarmi di peste suina africana
I casi più recente – grantennistoscana.it

Quest’ultimo è un Comune noto per la produzione di salame doc e la situazione attuale rischia solamente di piegare il settore, come sottolineato anche da Maccazzola. “La Lombardia è la maggior produttrice di derivati di carne suina d’Italia e tra le principali del mondo”, ha affermato durante il suo appello. Per poi aggiungere che “se non ci si muove per tempo sarà una catastrofe”.

In seguito alla segnalazione di Cia Lombardia, un secondo caso è stato riscontrato in Oltrepò Pavese. La carcassa di un cinghiale rinvenuta a Ponte Nizza (in provincia di Pavia) è risultata positiva alla peste. La Regione ha imposto l’istituzione di una zona rossa nell’area, nella speranza di contrastare la diffusione del virus in quella che è una delle località più attive nella produzione di derivati di carne suina in tutto il mondo.

I sintomi della peste suina africana

La pesta suina africana potrebbe mettere in serie difficoltà la Regione, con conseguenze negative sull’economia alimentare di tutto il Paese. Il pericolo, infatti, è che la produzione sia costretta ad affrontare un blocco di circolazione. Il virus – che colpisce i cinghiali selvatici e i maiali – è altamente trasmissibile ed ha una resistenza molto forte. Potrebbe sopravvivere per anni e anni nella carne che viene congelata.

Sintomi della peste suina
I sintomi della peste suina africana – grantennistoscana.it

Come suggerisce il nome, generalmente è presente nell’Africa Sub-sahariana. Tuttavia, in passato, numerosi focolai in Stati come Armenia, Georgia, Ucraina, Bielorussia e Russia hanno preso spazio. I sintomi non si differenziano molto dalla peste suina classica. Debolezza, perdita di appetito e febbre sono i più comuni, ma possono spingersi fino alla manifestazione di emorragie interne e aborti spontanei.

Per poter avere una diagnosi precisa bisogna effettuare un’analisi in laboratorio. La gravità può variare in base all’aggressività dei ceppi. Nei casi peggiori, gli animali sono destinati a perdere la vita, solitamente dopo dieci giorni dalla comparsa dei primi sintoni. Ci sono suini che riescono a far fronte al virus, ma che ad ogni modo possono rimanere portatori attivi della peste per molto tempo.

Quali sono i pericoli per l’essere umano e in che modo contrastare la malattia

Precisiamo che la malattia si trasmette solamente tra animali e che il contagio avviene soprattutto per contatto diretto o tramite la puntura di zecche, che fanno da vettori. La trasmissione può essere anche indiretta e il virus può infettare i suini attraverso gli indumenti contaminati degli allevatori o lo smaltimento inadeguato di scarti alimentari.

Gli esseri umani, quindi, non sono a rischio infezione. La diffusione della peste suina, però, potrebbe intaccare la qualità di vita di ciascuno di noi, provocando un aumento dei prezzi. Inoltre i proprietari di allevamenti in cui sono presenti animali che vengono infettati sono costretti a dover fare i conti in prima persona con il virus.

Rischi della peste suina africana
Peste suina africana: quali sono i rischi per la nostra salute e le possibili conseguenze – grantennistoscana.it

In molti paesi, gli allevatori hanno dovuto abbattere centinaia e centinaia di suini. In tutto ciò, la prevenzione gioca un ruolo centrale. Non esistono ancora vaccini in grado di debellare la pesta suina africana e il primo passo per tenere lontano il virus è sorvegliare gli allevamenti domestici, soprattutto per quanto riguarda le carcasse di cinghiale che possono essere trovate nelle zone circostanti.

È fondamentale che gli allevatori rispettino i parametri di sicurezza, dando una priorità centrale al benessere degli animali e prestando attenzione a ciò che riguarda lo smaltimento dei rifiuti e l’importazione di prodotti esteri. Anche la tempestività è importante: una volta registrati i primi casi, infatti, bisogna intervenire prontamente andando a delimitare le aree interessate e prendendo le giuste misure.

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