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Curiosità

Altro che Sardegna o Puglia, un mare così non l’avete mai visto: è il litorale più bello d’Italia

Dove si trova il litorale più bello d’Italia, con un mare mai visto prima? Non in Sardegna o in Puglia. Ecco dove bisogna dirigersi per trovarlo.

Queste vacanze possono essere l’occasione per fare scoperte inaspettate in un Paese ricchissimo di coste come il nostro, capace di riservare grandi sorprese.

Dove si trova il litorale più affascinante del Belpaese? – grantennistoscana.it

L’Italia, come sappiamo, è un Paese che ama riservare mille sorprese a patto di non fermarsi alla prima stazione. Stazione marittima in questo caso. Perché se c’è una cosa che non manca all’Italia, questa è indubbiamente il mare. La marittimità è da sempre il destino della Penisola. La politica di uno Stato è nella sua geografia, pare abbia detto Napoleone. Citazione forse apocrifa, ma che corrisponde perfettamente alla realtà.

Penuria di sbocchi sul mare lo Stivale proprio non ne ha, visti i quasi 8 mila chilometri di costa. Più di tutto il subcontinente indiano, per rendere l’idea della vastità dell’estensione costiera italiana. Spazi da scoprire ce ne sono dunque in abbondanza sui litorali italici, ben oltre anche le (giustamente) celebrate coste della Sardegna o della Puglia.

Litorale più bello d’Italia, ecco dove si trova

Varrà la pena allora volgere lo sguardo verso la Calabria. Magari in direzione di quell’Alto Tirreno cosentino che fece perdere la testa allo scrittore americano Francis Marion Crawford, autore tra XIX e XX secolo di capolavori della letteratura horror. Proprio qui ambientò alcuni dei suoi racconti e in estate diventò un habitué di queste coste che si prolungano, per una cinquantina di chilometri circa, da Tortora (sul confine con la Basilicata) fino a Sangineto e Bonifati.

Una vista della bellissima spiaggia di Praia a Mare – grantennistoscana.it

Si tratta di uno dei più bei tratti di costa della regione calabrese, selvaggio e incontaminato in alcuni punti, dove lunghe spiagge si alternano ad alte scogliere che si buttano a capofitto nel mare cristallino, dando vita a un intreccio spettacolare di grotte e calette. Tutto intorno è un tripudio di foreste e fiumi sgorganti da cime ad alta quota (sui 2 mila metri di altitudine). Un paesaggio suggestivo completato da antichi borghi e reso ancora più sublime da rossi tramonti. Rivolgendosi verso il mare, spiccano i fondali vivaci che possono godere della protezione fornita dal parco marino regionale Riviera dei Cedri.

Malgrado alcune aree dove il cemento è forse avanzato troppo, a rendere unico questo tratto di costa è la stretta prossimità tra il mare e la montagna, col parco nazionale del Pollino (la più grande area protetta d’Italia, con la sua superficie di quasi 200.000 ettari) a pochi chilometri di distanza. Una compresenza che ha permesso la formazione di un microclima del tutto particolare, con la formazione di specie vegetali esclusive, come il garofano delle rupi, la primula di Palinuro, oltre naturalmente alla coltivazione di una delle meraviglie dell’Alto Tirreno Cosentino: il cedro.

Dall’isola di Dino a Praia, tra eden naturalistici e avventura

Più a nord della riviera si trovano le spiagge di Marina di Tortora e Praia a Mare: una lingua di sabbia che si estende per sei chilometri mescolandosi a piccoli ciottoli. Davanti si erge il maestoso profilo di roccia dell’isola di Dino, un autentico paradiso per gli amanti dell’immersione. I fondali dell’isola rappresentano un trionfo di vita marina. È qui, in mezzo a gorgonie rosse e gialle, che vengono infatti a riprodursi cernie, dentici, aragoste e saraghi: uno spettacolo unico per i sub.

L’isola di Dino, un piccolo paradiso per i sub – grantennistoscana.it

Fino al 1962 l’isola di Dino era di proprietà comunale, poi passò di mano a diversi imprenditori (tra i quali anche la famiglia Agnelli) che provarono a farne una specie di Capri calabrese. Un tentativo mai andato in porto, che ha lasciato tracce di sé in alcune villette abbandonate, un hotel e un villaggio fantasma. L’isola è molto bella anche per le escursioni a piedi, ricca di una vegetazione che comprende lentischi, pini, lecci, mirto e piante aromatiche.

Sopra Praia, a 600 metri di altitudine, è possibile anche lanciarsi col parapendio grazie all’accompagnamento dell’aeroclub Riviera dei Cedri. Gli amanti del rafting possono praticare invece la loro passione nel fiume Lao, immerso nel cuore del parco del Pollino.

La partenza è da Laino Borgo, dove ha il suo quartier generale di Lao Rafting, un’associazione che si occupa di organizzare anche escursioni a cavallo o in mountain bike, trekking naturalistici e perfino di paleontologia. Sì, perché si può visitare anche la grotta del Romito di Papasidero, al cui interno si trova un’incisione rupestre di buoi che secondo le datazioni risalirebbe addirittura al 10.800 avanti Cristo. Vicino al borgo c’è anche modo di fare torrentismo lungo il Castiglione, insieme a Canyoning Calabria.

Strade panoramiche, spiagge, archi scavati dall’acqua

Insieme a Scalea e Diamante, tra i centri della riviera da visitare c’è appunto Praia, con molti lidi e locali per passare una serata piacevole. Ma c’è anche Fiuzzi, dove la spiaggia è dominata da una torre del XVI secolo, una delle molte che a suo tempo servivano ad avvisare le popolazioni in caso di incursioni corsare, un vero terrore di quel periodo.

Dopo Fiuzzi la costa assume un andamento più tortuoso, come testimonia la strada panoramica che mette in collegamento Praia e San Nicola Arcella. Sono molte qui le viste spettacolari, a cominciare dalla spiaggia del Prete.

Proseguendo si incontrano la spiaggia di Marinella e la bellissima spiaggetta dell’Arcomagno, che deve il suo nome all’arco naturale scavato nella roccia dall’azione del mare e sotto il quale sgorga una sorgente d’acqua dolce. Abbiamo poi la baia Azzurra, proprio ai piedi di San Nicola Arcella, e la torre di Crawford, sempre del XVI secolo, riaperta all’ospitalità nel 2017.

Da Scalea a Diamante, fino al confine meridionale della Riviera dei Cedri

Assume movenze più dolci la costa man mano che si discende verso Capo Scalea, a sud del golfo di Policastro. Dopo aver superato la scogliera dell’Ajnella si incontra di nuovo una distesa di sabbia e ciottoli che si estende per otto chilometri fino a Santa Maria del Cedro e Cirella, frazione di Diamante. Nel centro di Scalea ci si imbatte in un intreccio di piazzette, scalinate e vicoli, mentre la parte moderna è impreziosita da un piacevole lungomare.

Una veduta di Scalea, altra località che vale la pena visitare – grantennistoscana.it

A pochi chilometri di distanza ci si imbatte in Santa Maria del Cedro, che dal 17 al 20 agosto ospita il festival del cedro. Per parteciparvi arrivano rabbini da ogni parte del mondo per raccogliere gli agrumi più belli da utilizzare per la Festa delle capanne (Sukkot).

Spostandosi verso sud si giunge poi a Diamante, uno dei borghi più incantevoli di tutta la costa, famoso per i murali e l’accademia italiana del peperoncino (col Peperoncino festival dall’11 al 15 agosto). Dopo essersi lasciati alle spalle Diamante, si raggiungono le spiagge della Marina di Belvedere e Sangineto Lido, che segnano il confine più a sud dell’incantevole Riviera dei Cedri.

Emiliano Fumaneri

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