Amore, l’anima gemella esiste davvero? Quando si attiva il neurocircuito nulla è impossibile

L’anima gemella esiste davvero? Secondo la teoria di uno scienziato quello che è creduto un falso mito è realtà: scopriamo di cosa si tratta.

Cosa non si farebbe per amore? Questo sentimento ha ispirato nei secoli migliaia di artisti, consentendo di fare arrivare sino a noi opere letterarie, componimenti poetici e persino composizioni musicali che hanno assunto un valore sempiterno. È amore trascendente quello che guida il Sommo Poeta alla scoperta dell’aldilà, è amore terreno ma non per questo meno potente quello che Petrarca decanta per Laura, è amore disperato quello che narra Shakespeare in Giulietta e Romeo, è amore resiliente quello che il Manzoni narra ne I Promessi Sposi.

Esiste l'anima gemella?
L’anima gemella è un costrutto poetico o esiste veramente? – Grantennistoscana.it

L’elenco potrebbe essere infinito, ma c’è un aspetto che collega tutti questi componimenti: l’amore è una forza esterna e incontrollabile, che travolge la vita dei protagonisti e li rende inermi di fronte alla sua potenza. Gli esempi citati offrono una diversa prospettiva – filtrata chiaramente dai tempi che vivevano e dagli scopi del componimento – dell’anima gemella, ovvero quella persona che in ambito poetico viene ritenuta la perfetta metà della mela, l’Eva per Adamo e l’Adamo per l’Eva.

Per quanto possa essere romantico il pensare che lo sguardo dell’amata possa guidarci fino alla beatitudine eterna o che si possa incontrare quella persona per cui si è disposti a tutto, persino a morire, siamo sicuri che l’anima gemella esista? Nella cinica e razionale epoca moderna, il concetto di anima gemella è visto più come una chimera, un’idealizzazione di un sentimento tipica dell’inguaribile romantico.

L’attrazione immediata e trascinante

Per quanto la società odierna abbia un po’ messo da parte la visione romantica della vita in favore di una meccanicistica e utilitaristica, siamo davvero sicuri che la visione razionale dell’innamoramento escluda l’esistenza dell’anima gemella? Sicuramente vi sarete trovati di fronte ad una persona che ha immediatamente catturato la vostra attenzione, facendovi provare un trasporto che non avevate mai provato prima.

Cosa causa l'attrazione
L’attrazione non è sempre razionalizzabile, cos’è che la causa? – Grantennistoscana.it

Ci si può innamorare più volte, si può stare bene con tantissime persone e costruire anche delle relazioni stabili e durature, ma non è detto che queste nascano in seguito ad un’attrazione immediata e trascinante. A volte infatti non siamo colpiti a primo acchito da una persona, altre possiamo maturare un sentimento anche dopo aver frequentato quella persona a lungo come amica. Significa che non si tratta del “vero amore”?

Il dubbio sarà sorto sicuramente a qualcuno quando si è trovato di fronte ad una persona che lo ha letteralmente rapito. Ci sono volte infatti che la connessione tra due persone è immediata, in cui basta un rapido sguardo affinché nasca la sensazione dell’innamoramento. Significa che in questi casi ci si trova di fronte all’anima gemella o che il nostro cervello ci inganna?

L’innamoramento è frutto del neurocircuito?

Una risposta a queste domande ci arriva dallo studioso Adam Levine, autore di un libro che parla proprio dell’innamoramento e di cosa lo fa scattare all’interno del nostro cervello. Dimenticate tutte le costruzioni poetiche, la trascendenza e la forza esterna e superiore, secondo lui si tratta di un semplice meccanismo istintivo che fa scattare un neurocircuito nel nostro cervello.

Il neurocircuito che causa l'innamoramento
Secondo lo studioso Adam Levine a scatenare il neurocircuito dell’innamoramento sarebbe l’olfatto – Grantennistoscana.it

Come lo stesso Levine ha spiegato in una recente intervista concessa al Washington Post, a fare scattare questo neurocircuito sono due nostri sensi: la vista e l’olfatto. Secondo lui, non sarebbe tanto l’impatto a prima vista, dunque non tanto il gradimento estetico, quanto l’osservazione della persona in questione nel corso del tempo e in diversi ambiti della vita di tutti i giorni a scatenare quel senso di “appartenenza”.

A generare il primo gancio emotivo, dunque, non sarebbe la vista bensì l’olfatto. Levine ritiene che come gli altri animali, anche l’essere umano giudicherebbe la propria affinità ad un’altra persona basandosi inizialmente sull’odore che emana. Ciascuno di noi, infatti, possiede un proprio odore e questo basterebbe a livello istintivo a capire di chi fidarsi e con chi si è maggiormente affini.

Nelle relazioni sociali non siamo dissimili dagli animali?

L’innamoramento è dunque un inganno del nostro cervello? Non propriamente, anzi si tratterebbe secondo questa teoria di un meccanismo di difesa che s’innesca quando ci troviamo dinnanzi persone che possono essere nocive e che ci consente di scegliere in maniera istintiva quelle che invece possono essere utili al nostro sviluppo e alla nostra sopravvivenza nel mondo.

Gli esseri umani scelgono le relazioni come gli animali
L’odore che emaniamo sarebbe anche responsabile dei legami d’amicizia che creiamo durante la vita – Grantennistoscana.it

Secondo Levine, infatti, questo mix di olfatto e vista innesca il neurocircuito non solo per permetterci di trovare “L’anima gemella”, ma anche per consentirci di scegliere gli amici con cui condividere la nostra vita. D’altronde, se ci fate caso, la scelta del migliore amico o della migliore amica non è tanto diversa da quella della persona di cui ci innamoriamo. Anche con gli amici più cari sentiamo un legame immediato e il desiderio di passare molto tempo insieme a loro.

Questa affinità immediata sarebbe guidata dunque dall’odore che emanano queste persone. La cosa incredibile è che in seguito a questa percezione olfattiva ci si trovi davvero di fronte a persone che faranno parte della nostra vita a lungo. Se così fosse non saremmo troppo dissimili dagli animali, molti dei quali basano le proprie azioni e i propri legami proprio sull’utilizzo dell’olfatto. La teoria di Levine, infatti, non è supportata da sufficienti prove scientifiche per essere ritenuta empiricamente valida.

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