Amatissima dal pubblico e con un lungo seguito di fan su Instagram, Andrea Delogu si lascia andare sui racconti d’infanzia: da non credere!
Andrea Delogu, all’anagrafe Maria Andrea Delogu, è una poliedrica figura del mondo dello spettacolo italiano. Nata il 23 maggio 1982 a Cesena, ha intrapreso una carriera che spazia dalla televisione alla radio, dalla scrittura alla recitazione.
Negli ultimi anni gli spettatori hanno imparato a conoscerla sempre di più grazie alla sua conduzione di vari programmi come il “Prima Festival“, la striscia quotidiana che va in onda tutti i giorni nel periodo del Festival di Sanremo, e il “Tim Summer Hits“, la manifestazione canora che che porta in giro per l’Italia tutti i cantanti più famosi della scena. È stata anche conduttrice di un’edizione estiva del programma “La Vita in Diretta“.
Poche persone conoscono però la storia delle sue origini. I primi anni della vita di Andrea Delogu sono stati trascorsi all’interno della comunità di San Patrignano, dove i suoi genitori si erano conosciuti. Suo padre, Walter Delogu, di origine sarda, ha lavorato per anni come braccio destro del fondatore della comunità, Vincenzo Muccioli, fino al 1994.
La giovane conduttrice ha ricostruito questo periodo della sua esistenza in un romanzo intitolato “La collina”, scritto in collaborazione con Andrea Cedrola. Pubblicato nel 2014, ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica.
Perché San Patrignano è una storia così impressa nell’opinione pubblica italiana?
Le vicende intorno alla comunità di San Patrignano ebbero una notevole copertura mediatica in Italia negli anni ’80 e ’90, quando le autorità scoprirono le violenze perpetrate ai danni degli ospiti. Ad anni di distanza, anche Netflix si è occupata del caso ed ha pubblicato una docuserie (“SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano“) in cui si cerca di ricostruire gli eventi accaduti. La stessa Andrea Delogu ha partecipato alla realizzazione del documentario.
Proprio lei è nata e cresciuta nella campagna riminese insieme ai suoi genitori, ex tossicodipendenti, in quella che era negli anni ’80 la comunità di recupero più grande d’Europa.
Questa era gestita da Vincenzo Muccioli, una figura molto discussa che in Italia è stata al centro di varie vicende giudiziarie, proprio a causa della gestione della comunità. Già negli anni ’80 ci fu un processo nei suoi confronti a causa di alcuni ospiti che vennero trovati incatenati in ambienti chiusi, senza luce e senza aria. Il processo finì senza condanne per Muccioli.
Un secondo episodio di violenza avvenne alla fine degli anni ’90 ed ebbe una risonanza mediatica ancora maggiore. Un ragazzo venne trovato morto a pochi chilometri dalla comunità con gravi segni di percosse. Le indagini scoprirono che erano stati proprio alcuni collaboratori di Muccioli a portare lì il corpo. Questi fu indagato insieme ai responsabili ma, a differenza loro, non fu condannato per omicidio perché non fu possibile accertare il suo coinvolgimento nella vicenda.
Questi episodi furono l’occasione per fare luce su un sistema di violenze all’interno della comunità che veniva tollerato e forse anche incoraggiato. Muccioli è poi venuto a mancare e ha portato con sé molte delle verità.
“Ho avuto un’infanzia meravigliosa”: le parole di Andrea Delogu su San Patrignano
Parlando della sua esperienza alla comunità di San Patrignano in un’intervista di qualche anno fa a Tv2000, Andrea Delogu ha affermato di aver vissuto un’infanzia meravigliosa, circondata da animali, campi verdi e molti amici. Quando aveva 10 anni, la sua famiglia è uscita dalla comunità, ed è stato in quel momento che ha compreso che quello che per lei era stato un paradiso, per altre persone era un inferno.
Durante quegli anni, Andrea non faceva domande perché considerava quella comunità la sua casa e non percepiva la differenza tra il mondo esterno e quello interno.
“Ho capito solo una volta uscita da lì che quello che vedevo aveva qualcosa di strano: a volte Vincenzo Muccioli sgridava o puniva qualcuno in maniera molto severa. Ma lui, per me, lì era il papà di tutti“, ha raccontato la conduttrice.
I genitori di Andrea sono rimasti all’interno della comunità per 12 anni. Racconta di quanto fosse difficile allontanarsi dal quel posto e della lunga battaglia di sua madre, che ha fatto più volte richiesta di uscita, ottenendo solo brevi permessi temporanei.
Riguardo l’aria che si respirava nella comunità, la Delogu ha raccontato: “A un certo punto ho percepito che i miei genitori avessero paura. Quando siamo usciti io non ho chiesto niente. Sapevo che c’era molta tensione, avevo capito che c’era qualcosa che non dovevo sapere o chiedere“.
Da bambina, Andrea considerava Muccioli come il padre di suo padre. Non come suo nonno, ma come un autentico padre. Era una figura molto presente, con un’energia intensa. La conduttrice racconta che solo una volta cresciuta venne a conoscenza dei processi e delle controversie che circondavano la comunità. Capì che i suoi genitori avevano cercato di proteggerla da questa realtà. Se non fossero state di dominio pubblico, forse i suoi genitori non le avrebbero mai rivelato ciò che realmente accadeva all’interno.
Cosa ha lasciato San Patrignano nella vita di Andrea Delogu
Andrea Delogu e i suoi genitori vivono oggi felicemente lontano dalla comunità. La conduttrice racconta che sua mamma afferma di essere uscita dalla tossicodipendenza malgrado l’esperienza di San Patrignano. Non ritrova meriti o aspetti positivi della permanenza nella comunità: la mamma è sempre stata la figura più ribelle in tutta questa vicenda.
Il padre, invece, era molto più legato a Muccioli, forse intimorito, ed è rimasto al suo fianco fin quando non fu certo di poter mettere al sicuro la sua famiglia, una volta usciti da lì.
Questa esperienza, afferma Delogu, è state importante per insegnarle a non guardare nessuno come il padrone della propria esistenza. La conduttrice afferma che San Patrignano le ha dato la possibilità di vedere cosa può succedere se ti lasci andare, se non pensi che ci sia un domani, se non combatti per la vita.