Antonino Cannavacciuolo spiazza tutti: costretto a farlo anche se malato, il retroscena commovente

Lo chef Antonino Cannavacciuolo racconta il commovente retroscena che spiazza tutti: anche se era malato, era costretto a farlo.

Il giudice storico di Masterchef si è lasciato andare ad una confessione sulla sua vita privata che ha lasciato molti di stucco. Ecco cosa è accaduto.

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Lo chef Antonino Cannavacciuolo è tra i più amati dagli Italiani (Foto Ansa) Grantennistoscana.it

Antonino Cannavacciuolo, nonostante la sua giovane età, ha collezionato moltissimi riconoscimenti ed avviato una carriera da far invidia a qualunque suo collega. Ma lui resta sempre umile, e questa è forse la chiave del suo successo.

Cannavacciuolo, il gigante buono della cucina italiana

In cucina, come nella vita, ci vogliono passione, sacrificio, determinazione. Come dico sempre, Chef non si nasce, si diventa!“. Così si presenta Antonino Cannavacciuolo sul suo sito ufficiale. E come dargli torto!

Lo chef Cannavacciuolo quando parla di cucina, e in particolar modo della sua cucina, parla sempre di viaggio e di ricordi. Questo perché la storia d’amore con la cucina per Antonino nasce quando era bambino; in particolar modo i suoi ricordi sono legati alla nonna, che guardava per ore in cucina, e che ha fatto crescere in lui la passione per questo magico mondo.

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Antonino Cannavacciuolo sul set di Cucine da Incubo (Foto Ansa) Grantennistoscana.it

Lui stesso racconta con affetto quando aiutava la nonna nella preparazione delle candele alla genovese, piatto che ancora oggi propone nei suoi menu. La strada per il successo, dunque, gliel’ha indicata la sua famiglia, genitori ai quali lo chef deve tutto e che non smette mai di ringraziare per i valori saldi che gli hanno tramesso sin dalla sua nascita a Ticciano, piccola frazione di Vico Equense.

La famiglia è tutto: il motivo per cui ti svegli al mattino e quello che ti fa tornare a casa la sera. Nessun uomo, nemmeno il più forte, può andare avanti da solo. I miei genitori, mia moglie, i miei figli: senza di loro non sarei arrivato da nessuna parte“. Queste parole campeggiano sulla sua pagina come fossero un modo per ricordare sempre da dove si viene, e quanto le radici possano fare la differenza nella carriera e nel successo a cui si arriva.

Anche per questo lo chef Antonino, come spesso viene affettuosamente chiamato, è conosciuto da tutti come il gigante buono della cucina italiana.

Gli ingredienti segreti di Antonino

Autenticità, rispetto, impegno, coraggio, ma soprattutto lavoro di squadra, sono gli ingredienti segreti che lo chef Antonino inquadra come fondamentali per fare il suo lavoro.

Lui stesso tiene molto a valorizzare i suoi ragazzi, cercando di essere una guida che possa motivarli come fecero con lui i suoi maestri. Per questo Cannavacciuolo paragona il ruolo dello chef a quello del coach. Il segreto in cucina, poi è di mettere la musica a palla, per tenere alto il morale e incitare il team come quando si gioca una partita di calcio.

L’incontro con Cinzia e il successo di Villa Crespi

L’amore per la famiglia è un punto cardine nella vita dello chef, e per questo non manca occasione per dedicare i suoi successi ai figli, ma soprattutto alla donna della sua vita, Cinzia Primatesta.

Cinzia Cannavacciuolo ricorda benissimo il giorno in cui, davanti a Villa Crespi con il padre, sente parlare di un giovane cuoco napoletano che un amico consiglia di prendere a lavorare nell’albergo della sua famiglia.

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Antonino Cannavacciuolo e la moglie Cinzia (Fonte Instagram @villacrespi) Grantennistoscana.it

Il rapporto di lavoro tra Cinzia e Antonino sfocia presto in quella che sarà la storia d’amore della loro vita, ed una collaborazione lavorativa che ancora oggi dura e ha segnato il lancio ed il successo definitivo di Villa Crespi – il Relais Chateaux che si trova a Orta San Giulio sul lago d’Orta.

È oggi tra i 139 migliori ristoranti del mondo, e nel novembre 2022 raggiunge la terza stella Michelin che porta Cannavacciuolo e il suo team nel vero olimpo della cucina mondiale.

Cannavacciuolo, il retroscena mai raccontato

Lo chef quando può, ama raccontare anche degli aneddoti legati alla sua vita privata ed alla sua gavetta, alla quale deve tutto.

In una intervista al quotidiano Il Messaggero, ha condiviso con i lettori alcuni ricordi che risalgono al periodo in cui ha iniziato a lavorare nelle cucine dei grandi, al fine di rubare con gli occhi e fare esperienza.

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Lo chef Antonio in cucina (Fonte Instagram @antoninochef) Grantennistoscana.it

Tra le prime mansioni che gli diedero da compiere, c’era quello di aprire ben 800 uova al giorno, ricorda lo chef, destinate a realizzare 50 contenitori di gelato da mettere sulla macedonia e fragoline di bosco. Poi si occupò dei prosciutti, e chiaramente delle pulizie della cucina.

Un lavoro che per un ragazzino di soli 13 anni non era affatto facile, talmente faticoso che a volte gli causava la febbre. “Mio padre mi mandava a dormire in macchina. Solo una volta mi portò in ospedale perché avevo le gambe gonfie appunto come prosciutti”, racconta, ricordando quanto tutto questo lo abbia forgiato.

Ma a lasciare di stucco molti è stato il racconto della parte più dura di quell’esperienza. “La notte tornavo a casa con spalle e braccia blu per le mazzate che mi rifilava uno chef. Mia mamma voleva protestare. Mio padre disse: se gliele ha date, significa che se le meritava. Ora quello chef lo arresterebbero per maltrattamenti. A me è servito“.

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