Nuovo ‘reddito alimentare’ per una platea di milioni di famiglie italiane: chi rientra nei requisiti può ritirarlo subito, ecco come fare.
A volte non abbiamo cognizione di alcuni diritti che ci sono stati riconosciuti dallo Stato. Per esempio all’interno della manovra di Bilancio 2023 si trova uno specifico emendamento relativo al Reddito Alimentare.
A poterne beneficiare non saranno chiaramente tutti i cittadini, ma solo una determinata platea di aventi diritto. Sarà dunque il caso di attivarsi per capire di cosa si tratta e, nel caso in cui rientrassimo nel novero di quelli che hanno diritto, come fare a ottenere il Reddito Alimentare.
Chi non avesse mai sentito parlare del Reddito Alimentare deve sapere che lo scorso 26 maggio il Governo Meloni ha varato questa misura che potrebbe tornare utile a molte famiglie italiane. Parliamo di un provvedimento che mira a raggiungere due scopi:
Vale a dire a dire che riguarda tutti i cibi rimasti invenduti nella distribuzione, destinati a essere gettati via. In pratica è la prima misura sperimentale per la distribuzione gratuita dei pacchi alimentari.
In questo modo chi avrà diritto al Reddito Alimentare potrà ricevere a casa propria pacchi di alimenti – naturalmente non scaduti – a titolo totalmente gratuito.
Ecco cosa si legge nel Decreto 78 del 26 maggio 2023: «Il reddito alimentare consiste nella distribuzione gratuita, anche tramite gli enti del Terzo Settore presenti sui territori, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, donati dagli esercizi commerciali che aderiscono volontariamente alla sperimentazione».
Questa la definizione del suddetto. I destinatari finali dei pacchi sono indicati sempre dal Decreto, dove si specifica che i soggetti che possono godere dei benefici della distribuzione alimentare gratuita sono di due tipi:
Si tratta, in sostanza, di aiuti riservati a persone che versano in una condizione di assoluta povertà. Per ora il servizio, parte di una sperimentazione della durata di tre anni, si rivolge ai cittadini delle città metropolitane. Successivamente verrà rivolto anche a quelli dei centri più piccoli.
Come detto la misura ha una duplice finalità. Da una parte il sostegno alle famiglie bisognose in condizione di povertà assoluta. Dall’altra parte c’è l’impegno attivo nella lotta allo spreco alimentare che consentirà di smaltire l’invenduto dei negozi assicurando un sostegno alimentare alle famiglie più povere del Paese.
In pratica i pacchi alimentari consistono in prodotti con le confezioni rovinate o di prossima scadenza, giudicati invendibili dalla catena di distribuzione e che di regola vengono cestinati.
Ciò significa che saranno recuperati prodotti alimentari dalla catena dell’invenduto. Parliamo di prodotti di buona qualità, ma che non possono essere venduti in supermercati e ipermercati. Dopodiché il cibo invenduto sarà impiegato per confezionare i pacchi alimentari da distribuire successivamente alle famiglie e alle persone più bisognose di aiuto.
Dopo essersi accertata di rientrare nella platea di chi può beneficiare del Reddito Alimentare, la persona interessata potrà richiederlo attraverso un’applicazione. Dopo essersi prenotato con l’app Reddito Alimentare, il beneficiario potrà andare a ritirarlo nei centri di distribuzione che verranno approntati. Chi avesse problemi a muoversi autonomamente (come fragili e pensionati) deve sapere che è anche prevista la consegna del pacco a domicilio, direttamente a casa.
Il Reddito Alimentare – oggetto, ricordiamo, di una sperimentazione triennale – partirà prima nei comuni capoluogo delle città metropolitane. Nel dettaglio, i comuni dove verranno distribuiti i pacchi alimentari sono quelli elencati nella seguente lista (rigorosamente in ordine alfabetico):
Quali prodotti potrebbero essere contenuti nei pacchi alimentari? Si parte da prodotti di prima necessità come:
Nei pacchi alimentari rientrano anche prodotti per la prima infanzia e per bambini, oltre ad altri generi alimentari, tra i quali:
Quanto alla platea dei beneficiari del Reddito Alimentare, si stima che in Italia siano almeno 3 milioni ad averne diritto.
Per il Reddito Alimentare l’esecutivo ha stanziato risorse per 1,5 milioni per il 2023 e 2 milioni all’anno a partire dal 2024, per «contrastare lo spreco e la povertà alimentare», attraverso lo specifico fondo. Le stime parlano di circa 230 tonnellate di cibo rimasto invenduto.
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