A tanti ultimamente arrivano strani messaggi via SMS di qualcuno che si spaccia per il figlio in difficoltà: ecco perché bisogna fare attenzione!
Per chi risponde può iniziare un vero e proprio incubo, perché lo scopo e il risultato di questi messaggi sono sempre gli stessi.
È una realtà con cui quotidianamente dobbiamo fare i conti: le comunicazioni ipertecnologizzate di oggi ci permettono sì di entrare in contatto con mezzo mondo, ma è anche vero che aprono pure praterie sconfinate a truffatori di ogni risma.
Col tempo infatti un po’ tutti abbiamo cominciato a familiarizzare con strane espressioni come phishing, vishing e smishing. Tutti nomi dall’oscuro significato che però, ahinoi, rimandano a realtà molto concrete come le truffe.
L’ultima truffa segnalata viaggia appunto attraverso i messaggini che conosciamo tutti con la sigla SMS, dall’inglese Short Message Service, ovvero servizio messaggio breve. Tecnicamente si tratta di smishing, altro termine anglofono che a sua volta deriva dall’unione di due parole: SMS, appunto, e phishing (“pescare” in inglese).
Con lo smishing i criminali cercano di pescare i nostri soldi coi messaggini sul telefonino. L’ultima truffa in ordine di tempo circola così, attraverso messaggi ingannevoli – come sempre – che ci propongono soluzioni immediate a (finti) problemi urgenti, inventati di sana pianta per turlupinarci.
A diverse persone sarà capitato infatti di vedersi recapitare via SMS un messaggio come questo: «Ciao mamma. Mi si è rotto il telefono. Questo è il mio nuovo numero. Salvalo e scrivimi qui per favore».
Già così si capisce che si tratta di una variante della truffa spillasoldi del “finto figlio” (o del “finto nipote”) con cui alcuni criminali contattano per telefono (adesso si chiama vishing, da voice e phishing) generalmente persone anziane spacciandosi per il figlio stesso o per un suo amico. E dopo aver allarmato la vittima del loro raggiro inventandosi un incidente o un debito da ripianare (ovviamente inesistenti) cercano di farsi consegnare soldi o preziosi.
In questo giorni invece i truffatori non si servono del cellulare o della cornetta del telefono, ma degli SMS, mettendo pressione ai bersagli delle loro frodi per spillare loro del denaro. Sembra impensabile che un figlio possa scrivere un messaggio del genere a sua madre, eppure non sono pochi quelli che ci cascano.
I truffatori infatti sono abili a sfruttare il fattore sorpresa, giocando col lato affettivo dei destinatari dei loro imbrogli. Manipolazioni psicologiche che, grazie al senso di urgenza e angoscia istillato dai malviventi, a volte hanno successo.
Un’altra variante della stessa truffa circola invece su WhatsApp: «Ciao mamma mi è caduto il telefono questo è il mio nuovo numero». Come nel primo caso, il messaggio sulla piattaforma di messaggistica istantanea è solo un’esca per agganciare la vittima e farsi comunicare da lei alcuni dati personali.
A questo primo messaggio del “figlio” che afferma di aver rotto o perso il cellulare e chiede di salvare il nuovo numero tra i contatti in rubrica seguono di solito altre richieste. Non meno insolite della prima, dato che si tratta di richieste di denaro. In genere attraverso la ricarica di una carta prepagata. Ma può arrivare anche la richiesta delle credenziali di accesso al conto corrente.
I criminali usano canali diffusissimi come gli SMS o le app di messaggistica istantanea come WhatsApp. Inviano i loro messaggi truffaldini in massa e chi risponde si vede immediatamente profilare. Dopo il primo contatto i truffatori avviano subito un dialogo (il ferro va battuto finché è caldo) per capire fino a quale punto potersi spingere. A volte si limitano, si fa per dire, a chiedere una ricarica urgente per sostenere le spese per il viaggio di ritorno a casa del figlio.
In altre occasioni invece cercano di farsi trasmettere i dati per entrare nel conto corrente e da lì, una volta avuto l’accesso, fare dei bonifici diretti all’estero (dove i soldi spariranno).
Si tratta solo dell’ultima delle truffe online, un fenomeno criminale che ormai da una decina di anni si reinventa ciclicamente con metodi e trucchi sempre diversi per ingannare e raggirare le persone più vulnerabili (primi fra tutti gli anziani, ma non solo), le meno capaci cioè di fiutare al volo le astuzie di chi si infila tra le sofisticate pieghe della società tecnologica per truffare i più fragili.
In diversi sono cascati nella truffa del figlio col telefonino rotto, uomini e donne dei più diversi ceti sociali che, non senza vergogna e senso di umiliazione, hanno denunciato di essere finiti vittime del furto informatico dei truffatori. Diverse banche hanno pubblicato dei comunicati stampa e mandato e-mail ai propri clienti per avvisarli contro il pericolo di queste frodi.
A quanto pare, purtroppo, il numero di casi segnalati dagli investigatori aumenta ogni settimana. Un crescendo che ha costretto i vertici di istituti di credito come Intesa San Paolo, Credit Agricole, Banco BPM, Unicredit a comunicare ai propri clienti per metterli in guardia contro il tentativo di raggiro.
L’ultima truffa via SMS somiglia in tutto e per tutto a un semplice messaggio mandato da un conoscente che ha cambiato numero di cellulare. Al suo interno però contiene un link che, una volta cliccato, fa aprire una chat di messaggistica istantanea (WhatsApp per esempio). È all’interno di questo spazio che il truffatore cercherà di instaurare un dialogo con la sua vittima designata, in maniera da sondare il terreno e calibrare di conseguenza le richieste successive.
Il Commissariato di Polizia di Stato online – Sportello per la sicurezza degli utenti web ha pubblicato questo avviso: «Se ricevi un messaggio da tuo figlio che ti avvisa di aver rotto il telefono e ti chiede di salvare il suo nuovo numero tra i contatti della rubrica potrebbe trattarsi di una truffa. Al primo messaggio seguiranno richieste insolite di denaro, la ricarica di una carta prepagata, le credenziali per accedere al conto corrente».
Questo invece il consiglio degli esperti del Commissariato PS: «Non rispondere al messaggio, cancella la conversazione e, se lo hai salvato, elimina il numero dalla rubrica».
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