Assegno Unico e detrazioni per figli a carico: il Governo cambia regole e cifre | Ecco la verità

Importanti novità in arrivo sul fronte dell’assegno unico e delle detrazioni per i figli a carico: ecco tutto quel che c’è da sapere.

In tempi economicamente difficili come quelli che stanno vivendo, qualsiasi contributo al bilancio familiare può fare la differenza. Specie per i nuclei con un reddito basso o che comunque faticano ad arrivare alla fine del mese. Ecco perché il governo ha deciso di introdurre una serie di misure volte ad aiutare (anche) le famiglie con figli a carico. A partire dall’Assegno unico, introdotto il 1° marzo 2022 e ora oggetto di importanti novità per quanto riguarda il calcolo delle detrazioni. Vediamole da vicino.

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a determinare l’importo della detrazione che spetta per i figli a carico sono il reddito e la composizione del nucleo familiare. (Grantennistoscana.it)

Chiariamo innanzi tutto che a determinare l’importo della detrazione che spetta per i figli a carico sono il reddito e la composizione del nucleo familiare. I contribuenti tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi – il termine ultimo per l’invio, lo ricordiamo, scade il prossimo 2 ottobre – devono fare riferimento alle linee guida dell’Agenzia delle Entrate, che ha fornito tutte le indicazioni necessarie per compilare il Modello 730/2023. Il primo passo da compiere, in ogni caso, è verificare se un familiare risulta essere fiscalmente a carico di un altro. Entriamo ora nei dettagli delle novità.

Come cambia l’Assegno unico

Le modifiche in questione riguardano sostanzialmente i criteri di calcolo. Per i primi due mesi del 2022 bisogna applicare le vecchie regole, mentre dal 1° marzo valgono le nuove. Fermo restando che, a seguito dell’introduzione dell’Assegno unico, la detrazione di 950 euro spetta unicamente per i figli che hanno compiuto almeno 21 anni. Per quanto riguarda lo sconto Irpef, varia in funzione delle spese che sono state sostenute per i figli, anche maggiorenni. Ecco le soglie di reddito da rispettare:

  • 2.840,21 euro di reddito, indipendentemente dall’età;
  • 4.000,00 euro di reddito fino al raggiungimento dei 24 anni.
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La modalità di calcolo della detrazione dei figli a carico è stabilita dall’articolo 12 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. (Grantennistoscana.it)

Come si calcola la detrazione dei figli a carico? A stabilirlo è l’articolo 12 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Come accennato, a partire dal 1° marzo scorso la detrazione viene riconosciuta unicamente per i figli che abbiano compiuto almeno 21 anni. Per quelli di età minore, la misura è riconosciuta solo previa presentazione di un’apposita domanda. Ma nell’effettuare il calcolo per determinare l’importo delle detrazioni, occorre prendere in considerazione le regole applicate per due periodi: il bimestre gennaio-febbraio 2022 e i mesi successivi, a partire dal 1° marzo 2022. Nel primo caso, si applicano le stesse regole previste per i periodi d’imposta precedenti. Nel secondo, bisogna tener conto di tutte le novità introdotte dall’assegno unico.

I nuovi criteri sotto la lente d’ingrandimento

Per quanto riguarda i primi due mesi del 2022, i contribuenti hanno teoricamente diritto a uno sconto sull’imposta pari ad almeno 950 euro per ogni figlio, anche adottato o preso in affidamento. Per gli altri mesi bisogna invece prendere a riferimento i seguenti importi:

  • per ogni figlio di età inferiore a tre anni 1.220 euro;
  • per ogni figlio con disabilità di età superiore a tre anni 1.350 euro;
  • per ogni figlio con disabilità di età inferiore a tre anni 1.620 euro.

Inoltre, le detrazioni – comprese tra 950 e 1.620 euro – devono essere aumentate di 200 euro se i figli a carico sono più di tre. L’Agenzia delle Entrate ha però chiarito che le detrazioni previste per i figli a carico sono teoriche, in quanto il valore effettivo diminuisce all’aumentare del reddito.

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Se c’è comune accordo, l’intera detrazione può essere attribuita al genitore con il reddito complessivo più alto. (Grantennistoscana.it)

Un capitolo a parte va speso per la ripartizione delle detrazioni tra i due genitori. Se questi ultimi non sono legalmente ed effettivamente separati, la detrazione per i figli a carico va ripartita, in maniera ordinaria, al 50% per ciascuno. Ma è possibile, se c’è comune accordo, che l’intera detrazione venga attribuita al soggetto con il reddito complessivo più alto. Una soluzione che può risultare conveniente se il genitore con il reddito più basso risulta incapiente. Se invece i genitori sono separati, in mancanza di un accordo tra le parti il beneficio spetta unicamente al genitore affidatario che ne potrà usufruire al 100%. Mentre in caso di affidamento congiunto la detrazione spetta nella misura del 50% ciascuno, salvo diverso accordo tra le parti. E se un genitore risulti essere fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione spetta al 100% a uno solo dei due.

L’Agenzia delle Entrate fornisce istruzioni per altri casi particolari, come quello dei figli di un contribuente rimasto vedovo che, una volta che si è risposato, non si è poi legalmente ed effettivamente separato. Si ha diritto per il primo figlio alla detrazione prevista per il coniuge a carico in mancanza dell’altro genitore, se è deceduto o se non ha riconosciuto il figlio o ancora per i figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente se non si è risposato o, se risposato, si è legalmente ed effettivamente separato.

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