Secondo i risultati i un recente studio, un famoso dolcificante modifica il DNA, ed è tutto vero; ecco a cosa dobbiamo stare attenti.
Fino a qualche anno fa tutti pensavano che i dolcificanti servissero a migliorare il sapore dei cibi e al tempo stesso permettere di dimagrire, poiché poco calorici. Oggi, però, numerosi studi ci dicono che questi prodotti non sono propriamente salutari.
Lo zucchero è uno di quegli alimenti o condimenti che dovremmo usare con parsimonia, per diversi motivi. Sicuramente in primo luogo per la salute, e poi perché lo zucchero causa anche problemi al cavo orale.
Anche volendo evitare, però, spesso assumiamo inconsapevolmente zuccheri, poiché “nascosti” negli alimenti, come la pasta o il pane e soprattutto i cibi industriali. Verrebbe dunque voglia di compensare usando dolcificanti artificiali, ma secondo nuovi studi forse è meglio evitare. I danni a cui possiamo andare incontro sono davvero gravi e inquietanti.
Dopo aver saputo cosa accade al corpo assumendo i dolcificanti, forse saremo tentati di non consumarne più. Uno studio recente, pubblicato anche sulla rivista scientifica su Journal of Toxicology and Environmental Health, pone quantomeno seri dubbi sulla sicurezza di questo genere di prodotti.
Alcuni esperti si sono concentrati nell’analizzare un determinato tipo di dolcificante, il sucralosio, che commercialmente presenta il nome “Splenda”. Ciò che è emerso dagli studi è davvero preoccupante.
Innanzitutto l’OMS stessa, recentemente, ha affermato che i dolcificanti sintetici non fanno nemmeno dimagrire, e dunque potremmo tranquillamente imparare a gestire il consumo del classico zucchero per ottenere risultati più concreti. Inoltre il surclarosio-6-acetato è stato definito dai ricercatori come genotossico, potenzialmente cancerogeno e molto dannoso per le funzioni intestinali. Le affermazioni arrivano dopo alcuni test effettuati in vitro dagli studiosi.
Durante gli esperimenti, è stato notato come la sostanza sia capace di rompere il DNA delle cellule che vi vengono in contatto. Inoltre, alcuni test effettuati su tessuti epiteliali intestinali hanno mostrato che il surclarosio li indebolisce e causa una serie di effetti correlati molto gravi. Perché un tessuto intestinale più permeabile non riesce a espellere con le feci le sostanze di scarto, che poi rimangono in circolo.
Per comprendere quanto sia pericolosa la sostanza citata finora, diciamo che basta bere un caffè al giorno con il dolcificante per assumere una quantità superiore a quella consigliata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Quindi nemmeno prestando attenzione alle quantità si riesce a mitigare i potenziali danni del surclarosio.
Sicuramente serviranno altri studi e approfondimenti, ma è probabile che alla luce delle recenti scoperte verrà regolamentata in maniera diversa la diffusione di questo tipo di prodotti.
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