La battaglia non è finita. I casi di Covid-19 tornano ad aumentare anche in Italia: ecco la nuova campagna vaccinale e cosa bisogna fare
Ci ha sconvolto la vita nel 2020, travolgendoci in un lockdown che di certo ha cambiato per sempre alcuni nostri modi di vivere ed oggi torna a farci paura. Stiamo parlando del virus Sars-CoV-2, responsabile della malattia nota come Covid-19: dopo mesi di silenzio, dove pensavamo che quei momenti tra tamponi positivi e mascherine chirurgiche fossero solo un lontano ricordo, oggi torna a farci paura. Ecco la situazione in Italia.
In concomitanza con la nuova variante Eris, in tutt’Europa sono tornati ad alzarsi i numeri di positivi al Covid-19. Secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, Eris è una variante di interesse a causa del suo rapido aumento, così come di tutte le sue eventuali mutazioni e sotto varianti. Per quanto ad oggi non ci siano prove dell’aumento della gravità dell’infezione, si prevede che i numeri siano destinati ad aumentare nei prossimi giorni: ecco qual è la situazione e il ruolo dei vaccini in questa nuova ondata.
Cosa sappiamo di Eris
Innanzitutto, secondo l’ECDC è improbabile che queste nuove varianti connesse ad Eris siano associate ad un aumento della gravità dell’infezione, rispetto a quelle precedenti, o a una riduzione dell’efficacia del vaccino. Ovviamente, però, le persone più fragili come gli anziani o gli immunodepressi sono più a rischio: è importante quindi conoscere lo stato della situazione e come ci si può proteggere. Rispetto ai lignaggi precedenti, Eris cresce di quasi 1.6 volte in più ed è accompagnata anche da altri ceppi, sempre derivati da Omicron, come Kraken, che ha una crescita di 1.44 in più. Oltre quindi a una maggiore capacità di diffusione nella popolazione, anche il calo di immunità fa il suo: sono passati ormai molti mesi dalle ultime dosi di vaccino e, per questo motivo, si parla di una nuova campagna vaccinale.
Proprio in questi giorni, il Ministero della Salute in Italia ha annunciato una nuova campagna di vaccinazioni: si prevede che il siero verrà proposto soprattutto in sede di vaccinazione antinfluenzale, in partenza in autunno. Ovviamente, i vaccini saranno aggiornati secondo le più moderne tecniche innovative e in modo da essere in grado di affrontare le nuove varianti del virus, come Eris o Kraken. Si consiglia il richiamo a chi ha 60 anni o più, a chi vive in strutture per lungodegenti, a tutte le donne incinte o che stanno allattando, agli operatori sanitari e sociosanitari e a tutte le persone fragili con malattie croniche.
Il tema della vaccinazione gratuita o a pagamento
In previsione di un graduale aumento dei casi, si parla quindi anche di come si potrà gestire l’afflusso ai centri vaccinali e la distribuzione delle dosi disponibili. Secondo i medici di famiglia e Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, è fondamentale partire vaccinando gli anziani, i fragili, i malati cronici e gli immunodepressi, isolando i positivi e cercando di rimanere a casa se si avvertono sintomi riconducibili al Covid-19.
Inoltre, si chiacchiera anche in merito a un eventuale vaccino a pagamento. Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, infatti, il vaccino dovrebbe essere gratuito solo per le fasce a rischio, quindi quelle indicate sopra: per gli altri, secondo lui, dovrebbe essere a pagamento.
Dello stesso parere anche Matteo Bassetti del Policlinico di Genova, il quale sottolinea che la gratuità del vaccino ha fatto buttare via milioni di dosi per colpa di chi non ne capiva l’importanza: a suo dire, concederlo gratuitamente solo a chi è a rischio e farlo pagare agli altri aprirebbe gli occhi sull’investimento statale in questo senso, spesso dare per scontato. Di diversa opinione l’infettivologo Massimo Andreoni, che invece auspica il vaccino anti-Covid gratis per tutti.
Qualsiasi sia la decisione, comunque, si prevede un autunno caratterizzato nuovamente da questi discorsi. La dose di richiamo verrà somministrata a distanza di almeno 3 mesi dall’ultima dose ricevuta o dalla diagnosi di Covid-19: obiettivo è quello di prevenire se non annullare le ondate peggiori, riducendo quindi le ospedalizzazioni, le forme gravi e l’innalzamento della mortalità.