Le infrazioni rilevate dal Safety Tutor possono essere contestate: ecco quali sono i motivi e qual è la prassi.
Il Safety Tutor è un dispositivo di sicurezza installato su molti tratti delle autostrade italiane. Consta due parti separate, poste a una certa distanza l’una dall’altra. Il sistema rileva l’ora in cui le auto transitano in corrispondenza dei sensori dei due blocchi, quindi calcola quanto tempo ha impiegato ogni singola auto a percorrere la distanza tra i sensori nel “blocco d’entrata” e quelli del “blocco in uscita” del tratto autostradale controllato.
Sulla base del tempo di percorrenza e della distanza percorsa, viene calcolata la velocità di ogni singola auto e questo dato viene confrontato con il limite di velocità consentito su quel tratto autostradale.
Ovviamente, se la velocità del veicolo ha superato il limite di velocità consentito, il sistema individua l’auto, risale al proprietario e viene inviata una contravvenzione che il proprietario dell’auto sarà tenuto a pagare. In alcuni casi però è possibile non pagare la contravvenzione perché ad alcune condizioni i rilevamenti del sistema potrebbero non essere corrette.
In quali casi il cittadino non deve pagare la multa?
Il sistema elettronico e informatico alla base del funzionamento del Safety Tutor, come si può facilmente intuire è molto complesso e si basa sulla rilevazione di due dati e sul successivo confronto tra di essi. Si tratta di un approccio molto diverso dall’Autovelox che, invece, è in grado di calcolare sul momento la velocità di ogni automobile, con una singola fotografia.
Come ogni sistema elettronico complesso e mantenuto sempre attivo per lunghissimi periodo di tempo, con qualsiasi condizione meteorologica, l’infrastruttura informatica del Safety Tutor può presentare dei malfunzionamenti. In questo caso specifico un malfunzionamento porterebbe a un calcolo inesatto della velocità della vettura, quindi a invalidare completamente la segnalazione dell’infrazione.
Esattamente come è necessario aggiornare un sistema informatico oppure manutenere un sistema elettronico, la società autostrade è tenuta a eseguire verifiche periodiche dei dispositivi attivi sulla sua rete.
Secondo la sentenza numero 6579 della Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, gli automobilisti potranno fare ricorso nella speranza che l’Amministrazione di Autostrade non sia in grado di dimostrare che sul Tutor in questione sia stata eseguita una taratura periodica.
Se la taratura del sistema non è stata eseguita in tempi recenti, con ogni probabilità la multa sarà annullata perché c’è la possibilità che il sistema abbia compiuto rilevazioni errate.