Badanti, azzerati i contributi per tre anni: come funziona la misura a firma M5S

Novità positive per le famiglie italiane: approvato un emendamento pentastellato che per 3 anni azzera i contributi per le badanti.

Ecco come funzionerà lo sconto appena approvato a Palazzo Madama per dare un po’ di respiro alle famiglie dopo gli aumenti degli ultimi tempi.

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Detassati i contributi previdenziali che i lavoratori e le lavoratrici che assistono gli anziani – grantennistoscana.it

Badanti, arriva la detassazione sui contributi. Si tratta di una misura auspicata dal Movimento Cinque Stelle. I pentastellati l’hanno fortemente voluta presentando un emendamento al Decreto lavoro, attualmente al vaglio del Senato.

L’emendamento dei Cinque Stelle detassa per 3 anni il 100% dei contributi previdenziali per i lavoratori che prestano assistenza agli anziani. La proposta del Movimento ha avuto il placet della commissione Affari sociali del Senato. Il semaforo verde è arrivato mercoledì 7 giugno con l’approvazione in Senato, 10ª Commissione.

Esenzione integrale dunque fino a un massimo di 3 mila euro per le badanti neo assunte o un caso di trasformazione del contratto di lavoro domestico in contratto a tempo indeterminato. La misura è apparsa coerente col quadro delle misure a favore della Terza Età portate avanti dal Governo guidato da Giorgia Meloni.

Detassazione contributi badanti, a chi spetta l’esenzione

La modifica dei pentastellati abbraccia un periodo di tre anni (2023, 2024, 2025) e prevede «un esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni».

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Lo “sconto” sui contributi spetta per 3 anni (36 mesi) per un massimale pari a 3.000 euro – grantennistoscana.it

Non si avrà invece diritto al beneficio nel caso in cui il rapporto di lavoro domestico tra datore di lavoro e lavoratore fosse cessato da un periodo inferiore a 24 mesi.

Badanti, cosa è cambiato col rinnovo del contratto

Una novità, quella della detassazione integrale dei contributi per le badanti, che segue il rinnovo a inizio maggio del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) dei badanti, che ha visto coinvolte tutte le sigle sindacali di un settore che comprende almeno 2 milioni di lavoratori e che, complice il progressivo invecchiamento demografico della popolazione italiane, svolge un ruolo sempre più prezioso.

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Col recente rinnovo del CCNL dei badanti sono aumentate anche le spese per le famiglie italiane – grantennistoscana.it

Il nuovo contratto – come promesso dall’esecutivo a inizio 2023 – ha portato a un adeguamento quasi integrale delle remunerazioni al carovita e all’inflazione. In media gli stipendi dei badanti sono aumentati del 9,2% rispetto al 2022.

Non erano mancate le polemiche da parte di chi aveva parlato di una “stangata” per le famiglie, costrette a far fronte ad aumenti considerevoli. Insomma, ulteriori spese su un budget familiare già messo a dura prova da rincari dei mesi passati.

Allo stesso tempo dunque alle famiglie si è voluta concedere la possibilità di detrarre i contributi versati a favore dei collaboratori domestici. Che praticamente sono raddoppiati, passando da 1.500 a 3 mila euro. Una mossa che rappresenta una boccata d’aria che fa respirare tante famiglie strette nella morsa del caro bollette e del caro vita.

Esenzione: le associazioni di categoria spingono per deducibilità dell’intero costo

Secondo uno studio di Effe presentato da Assindatcolf, l’associazione di categoria che rappresenta gli interessi di badanti e colf, se la deducibilità al 100% dei contributi versati può valere 3 mila euro al massimo, la deducibilità dell’intero costo (dunque non soltanto i contributi ma anche le retribuzioni, ferie, tredicesima e TFR) potrebbe invece valere anche di più, con notevole beneficio per i nuclei familiari.

Assindatcolf richieste deducibilità
Il sindacato chiede la deduzione dell’intero costo, non solo quello dei contributi per i badanti – grantennistoscana.it

Se alle famiglie italiane fosse dunque permesso di dedurre non soltanto i contributi ma il costo totale sostenuto per pagare l’assistenza di una badante – fa notare il sindacato – il risparmio annuale ammonterebbe infatti tra i 2 mila e i 5 mila euro, a seconda della fascia di reddito. In questo modo avrebbero modo di bilanciare gli aumenti retributivi e contributivi scattati a gennaio di quest’anno per i lavoratori del settore dell’assistenza domestica alle persone anziane.

Smart working, per ora nulla di fatto per la proroga

Per il momento invece resta accantonato lo smart working. Diversi emendamenti chiedono di prorogarlo almeno fino alla fine dell’anno in corso, dato che il 30 giugno andrà a scadere la versione semplificata senza accordo tra azienda e lavoratore. Nelle intenzioni del governo ci sarebbe una proroga di ulteriori 6 mesi solo per i lavoratori agili. Ancora si discute sul da farsi.

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha dichiarato: «Essendo venuta meno l’emergenza della pandemia, non c’è più ragione per i genitori con figli sotto i 14 anni per prorogarlo, auspico che ci sia la possibilità di tutelare la categoria dei fragili, lo smart working è uno strumento che il datore di lavoro può utilizzare».

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