Da giorni svariati automobilisti sono alle prese con enormi disagi dopo aver fatto rifornimento di benzina al distributore. Ecco cos’è successo.
In tempi di caro energia, carburanti compresi, gli automobilisti sono più attenti che mai a cercare di limitare l’uso delle quattro ruote e scegliere i distributori più convenienti per il rifornimento. Ironia della sorte, dopo essersi tanto adoperati per risparmiare qualche euro, può succedere di ritrovarsi a piedi, e con un’auto da portare in officina riparazioni, perché la benzina nel serbatoio risulta “annacquata”. Della serie: oltre al danno anche la beffa.
È la disavventura capitata lo scorso lunedì pomeriggio a una decina di automobilisti che si sono riforniti presso un distributore di Conegliano (Treviso). Ma i casi rischiano di essere molti di più. Da giorni i malcapitati sono alle prese con enormi disagi: auto (in alcuni casi anche nuove) ferme in officina, centinaia di euro di danni e la compagnia petrolifera sorda alle richieste di risarcimento. Tanto che più d’uno ha deciso di rivolgersi a un avvocato.
La truffa pericolosissima della benzina annacquata
Il distributore in questione è abbastanza piccolo e gestito direttamente da un noto marchio internazionale. E il primo “incidente” si è verificato all’indomani dello scarico di una fornitura di benzina da 5mila litri. Chi si è fermato per il rifornimento è rimasto a piedi pochi minuti dopo. Quando ha portato l’auto in officina, poi, si è sentito dire che il motivo del guasto era in apparenza inspiegabile.
Nel frattempo altri meccanici del posto si sono trovati alle prese con serbatoi pieni di carburante annacquato e motori da smontare. Tutte le auto coinvolte erano passate per quella stazione di servizio, e non poteva essere una semplice coincidenza. Carburante contaminato e motore in panne: un mix micidiale che è costato caro a un bel po’ di persone.
La vicenda è rimbalzata anche sui social network, dove ora gli automobilisti danneggiati stanno facendo fronte comune. “Abbiamo contattato il gestore tramite il servizio clienti e via pec – spiegano al Messaggero – ma non abbiamo ancora ottenuto risposte”. Moreno Parin, coordinatore provinciale dei Gestori di carburanti, ha ben chiaro cosa sia successo. “Non sono certo i gestori ad annacquare intenzionalmente il carburante. È un disguido che ogni tanto capita. L’acqua potrebbe essere stata pescata in fase di caricamento dell’autocisterna che rifornisce i punti vendita. Oppure potrebbero esserci delle infiltrazioni nel serbatoio del distributore. I clienti comunque non devono preoccuparsi: c’è un iter apposito per la richiesta dei danni”. La speranza è che almeno i rimborsi marcino spediti.