Il Cavaliere da bambino ha incontrato Padre Pio, che gli avrebbe fatto una predizione poi realizzatasi in pieno: ma cosa è successo?
Ma quando è avvenuto questo incontro tra i due? In che circostanza? E cosa si sono detti Padre Pio e il piccolo Silvio? Ecco cosa è successo.
Sulla vita di Silvio Berlusconi come politico e imprenditore, per non parlare delle sue vicende sentimentali e giudiziarie, si è scritto e detto di tutto e di più. Meno conosciuto invece è l’aspetto più propriamente spirituale dell’ex premier scomparso lo scorso 12 giugno.
Si sa delle zie suore che pregavano per lui, dei suoi studi dai salesiani, della devozione di mamma Rosa per la preghiera del rosario. Di recente monsignor Massimo Camisasca, cappellano del Milan degli invincibili durante gli anni gloriosi delle vittorie in Coppa Campioni, ha raccontato un Berlusconi inedito, anche piuttosto interessato alla salute dell’anima, ricordando come si preoccupasse perfino di quanti giocatori della sua squadra andassero a messa.
C’è però un altro episodio semisconosciuto che mette in luce i punti di contatto tra Berlusconi e l’universo religioso. Questa volta riguarda quello che è di gran lunga il santo più amato e conosciuto al mondo. Parliamo di Padre Pio.
Silvio Berlusconi, come avvenne l’incontro con Padre Pio
A rivelare il legame tra il santo frate di Pietrelcina e l’ex premier è stato lo scrittore Piero Drioli, 64 anni, amico di famiglia di Berlusconi e grande devoto di Padre Pio. Sua madre Angela è stata una delle figlie spirituali più ferventi del santo e molto amica di Cleonice Morcaldi, la figlia spirituale prediletta del frate cappuccino, oltre che del famoso attore Carlo Campanini.
Drioli stesso racconta di aver incontrato Padre Pio nel 1959, quando aveva solo pochi mesi di vita, quando la madre lo portò con sé per la prima volta a San Giovanni Rotondo. E qualche anno dopo ricevette da lui la prima comunione.
Diversi anni prima, intorno alla metà degli anni Quaranta, anche Berlusconi aveva incontrato il religioso. «Silvio Berlusconi conobbe padre Pio a nove anni», ha rivelato Drioli spiegando come il piccolo Silvio fosse arrivato a San Giovanni accompagnato dalla zia Marina, la sorella del padre Luigi che era anche «figlia spirituale del santo frate».
La zia paterna di Berlusconi, continua Drioli, era solita fermarsi a San Giovanni Rotondo «per lunghi periodi per ricorrenze particolari, come le celebrazioni della Santa Pasqua o quelle legate al compleanno del Santo, il 25 maggio».
La profezia di Padre Pio su Berlusconi e perché i familiari di Silvio lo portarono da lui
E non è tutto. Come noto il frate delle stimmate tra i suoi tanti carismi aveva anche il dono della profezia. Bene, proprio in quella occasione, ricorda Drioli, «Padre Pio predisse a Silvio Berlusconi che sarebbe diventato famoso». In uno degli incontri durante i quali i figli spirituali condividevano quanto detto da Padre Pio a ognuno di loro, la zia di Berlusconi confidò alla madre di Piero che «Padre Pio aveva scritto una dedica particolare per suo nipote Silvio e le spiegò perché lo aveva portato a San Giovanni Rotondo».
Come dicevamo, l’incontro tra Berlusconi e Padre Pio avvenne a metà degli anni Quaranta, quando il futuro patron di Mediaset aveva appena nove anni e viveva a Milano con la sua famiglia. «Un giorno il piccolo Silvio ebbe un grande spavento – rivela ancora Drioli – e la zia Marina confidò a mia mamma che ciò accadde perché suo nipote aveva riferito di aver visto il diavolo».
Fu questa visione spaventosa a spingere i familiari di Berlusconi ad affrontare il lungo viaggio – anche considerata l’epoca – per portarlo da Padre Pio. «Non si sa cosa gli disse il frate sulla visione che aveva avuto, ma è certo che gli predisse: “Da adulto diventerai famoso”».
Alla fine dell’incontro il frate stimmatizzato fece anche un dono al piccolo Berlusconi. Gli regalò un quadretto con una dedica interna scritta di suo pugno. «Al mio caro Silvio, se sarà sempre buono e bravo con tutti, la Madonna non permetterà mai a nessuno che gli sia fatto del male».
«Seppi poi, nel corso degli anni, che Berlusconi conservava gelosamente quella reliquia prima nella sua casa di Macherio e poi in quella di Arcore», aggiunge Drioli che spiega di aver conosciuto con gli anni anche la mamma di Berlusconi, la signora Rosa, a sua volta grande devota di Padre Pio anche grazie a quanto le aveva raccontato la cognata Marina.
La devozione di casa Berlusconi per il frate di Pietrelcina
Nel 2007 mamma Rosa andò anche a San Giovanni Rotondo per omaggiare il frate cappuccino e per visitare i luoghi dove aveva passato la vita e era stato sepolto. Un altro episodio particolare, spesso ricorrente nelle vicende legate a Padre Pio, è associato a un racconto proprio da parte di Rosa. Quando andava a trovare la cognata Marina, dice Piero Drioli, «nella sua casa sentiva un profumo intenso di violette e rose, come capitava quando il santo frate si presentava in bilocazione e faceva sentire la sua presenza alle persone sincere e di cuore».
Anche Silvio Berlusconi, pur senza parlarne mai in pubblico, sarebbe stato profondamente devoto a padre Pio. A provarlo ci sarebbe, tra le altre cose, l’immagine del frate di Pietrelcina che aveva fatto inserire in una rivista fotografica elettorale del 2006 intitolata La vera storia italiana. Il dietro le quinte del governo Berlusconi, spedita a casa di milioni di elettori per mostrare loro i valori italiani e le trasformazioni in atto nel Paese.
Una mossa propagandistica? Una captatio benevolentiae per assicurarsi il voto di un elettorato cattolico devoto a Padre Pio? Forse, ma non solo. Sicuramente dietro c’era anche la personale devozione di Silvio Berlusconi per il cappuccino più famoso d’Italia (e del mondo).
Quella volta che Berlusconi rinunciò a una quercia in onore di Padre Pio
L’attaccamento di Berlusconi a Padre Pio emerge anche dalla sua collaborazione alla realizzazione di una nuova piazza proprio a San Giovanni Rotondo, successivamente denominata “Largo 28 luglio 1916” (il giorno in cui Padre Pio arrivò nel convento della cittadina della Puglia).
Per la piazza, spiega Drioli, serviva la piantumazione di una quercia, ma l’amministrazione comunale del luogo incontrò una difficoltà. Quando gli amministratori locali tentarono di acquistare l’albero a Bari, nel maggiore vivaio pugliese, appresero che di querce non ce ne erano proprio più. Pochi giorni prima se le era comprate tutte proprio il Cavaliere, per portarle nella sua villa di Arcore.
A quel punto il vivaio, prima della consegna, contattò Silvio Berlusconi per domandargli se per caso non potesse rinunciare a una delle querce per dare modo al comune di San Giovanni Rotondo di fare la piazza in onore di Padre Pio. Berlusconi si disse subito disponibile e da quel giorno la quercia dirottata da Arcore a San Giovanni Rotondo viene soprannominata «l’albero di Berlusconi».
Berlusconi è stato in visita privata a San Giovanni Rotondo?
Così come in questi anni si è parlato in diverse occasioni di una visita privata di Silvio Berlusconi a San Giovanni Rotondo, sui luoghi di Padre Pio, nel corso delle svariate campagne elettorali, per andare a pregare sulla sua tomba e ritornare dove era stato da bambino.
Anche la Questura, sottolinea Drioli, è stata avvertita più di una volta in modo da garantire la sicurezza, «ma non si sa se e quando avvennero queste visite, perché l’ex presidente del Consiglio mantenne sempre grande riserbo sulle questioni di fede».
Quello che «è sicuro», conclude lo scrittore, è che Berlusconi «non si è mai separato da quel quadretto che contiene la dedica così speciale di padre Pio e l’ha sempre conservato come una reliquia».