Il fondatore di Microsoft lancia un monito pesante e per i lavoratori è allarme sociale. Ecco cosa ha detto.
Quello dell’intelligenza artificiale è un tema caldissimo perché negli ultimi mesi molti esperti hanno sottolineato che l’impatto sul mondo del lavoro può essere devastante. Probabilmente metà degli attuali posti di lavoro potranno essere bruciati in pochi anni dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale e si inizia a parlare con insistenza di quello che potrebbe diventare un autentico dramma sociale e della necessità di introdurre subito un Reddito di Base Universale.
Il patron di Microsoft Bill Gates è intervenuto su questo tema ed è giusto che sia così dato che parliamo di uno dei veri e propri pionieri e protagonisti della rivoluzione digitale. Negli anni ’80 ha stupito il mondo con l’ambizioso progetto di portare un computer in ogni casa. All’inizio sembrava un sogno visionario ma poi ha dimostrato di avere le carte in regola per riuscirci.
Oggi abbiamo un “computer in ogni taschino” e dunque anche le previsioni di Gates sono state superate dalla realtà. Il patron di Microsoft è intervenuto su questo delicato tema sostenendo che l’intelligenza artificiale condurrà ad un futuro di profondi sconvolgimenti.
Chi raggiunge questo traguardo sarà un protagonista di domani
Persino le grandi aziende attuali come Google e Amazon non saranno più le stesse. Queste riflessioni hanno avuto per teatro un evento di Goldman Sachs ed SV Angel focalizzato proprio sull’intelligenza artificiale. Il fondatore di Microsoft ha sostenuto che l’impatto di un futuro assistente personale dotato di intelligenza artificiale può essere così profondo che la prima azienda in grado di svilupparlo avrà un vantaggio sui concorrenti.
Dunque parliamo di una nuova frontiera un po’ come quelle del west tanto care alla mitologia americana. Chi riesce a raggiungerla e a sfruttare le immense riserve d’oro diventerà il padrone della rivoluzione di domani. Gates sostiene che l’impatto dell’AI potrebbe alterare ad un livello molto profondo la vita e i comportamenti concreti degli utenti.
Sarà uno sconvolgimento epocale e chiunque realizzerà per primo un agente personale in grado di interagire in modo naturale farà sì che nessuno avrà più la necessità di andare su un motore di ricerca come Google o su un sito di produttività come può essere Office oppure su Amazon.
L’assistente personale cambierà la vita delle persone
Si tratta di un assistente con intelligenza artificiale ancora da sviluppare ma certamente sarà in grado di comprendere le abitudini di una persona, le sue routine, il suo stile di vita e anche le sue esigenze. La aiuterà a leggere le cose che non ha il tempo di leggere.
Nell’evento di San Francisco sul tema dell’intelligenza artificiale di lunedì Gates ha dunque aggiunto alla sua voce a quella dei tanti che parlano di uno sconvolgimento radicale sia dal punto di vista delle aziende e sia dal punto di vista della vita delle persone. L’attuale geografia delle aziende americane sarà sconvolta dal nuovo player in grado di realizzare l’assistente personale che diventerà in breve un gigante.
Mentre invece la vita delle persone sarà rivoluzionata da ciò che questo assistente può fare concretamente per loro nel quotidiano. Gates inoltre ha detto che ci sono il 50% delle probabilità che questa azienda in grado di battere la concorrenza e di realizzare l’assistente personale sarà una semplice startup.
A spuntarla potrebbe essere una startup
Parlando della sua Microsoft ha detto che sarebbe deluso se non entrasse in questo filone di business. Ma allo stesso tempo si è cavallerescamente detto impressionato da un paio di startup tra le quali Inflection.
Secondo Gates ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima che questo efficace agente digitale sia pronto per l’uso nelle case e nelle aziende. Fino a quel momento le aziende semplicemente continueranno a incorporare software come Chat GPT all’interno dei propri prodotti e a non discostarsi più di tanto da questo tipo di approccio.
Il dramma della disoccupazione tecnologica
Ma parlando di intelligenza artificiale la questione che fa più paura è la cosiddetta disoccupazione tecnologica. Era stata teorizzata da Keynes già 85 anni fa ed è un fenomeno che gli esperti guardano con forte e giustificato timore. John Maynard Keynes nel 1930 la definiva una vera e propria malattia che nel tempo avrebbe lasciato sempre più manodopera a casa.
Il professore del MIT Sloan School of Management Eric Brynjolfsson e il suo collaboratore Andrew McAfee sono molto chiari sul futuro dell’intelligenza artificiale. I loro studi dimostrano in modo inequivocabile che la tecnologia già prima degli attuali e prossimi sconvolgimenti dell’AI ha distrutto lavoro in maniera molto più rapida di quanto ne abbia creato.
Secondo loro presto il settore manifatturiero e le attività al dettaglio saranno colpiti duramente dalla tecnologia ma anche i settori più complessi come la medicina, la finanza e persino il lavoro povero dei call center saranno socialmente massacrati dai competitor virtuali. Anche il settore legale sarà lavorativamente impoverito.
Il grande disaccoppiamento
Questi due studiosi lo chiamano “il grande disaccoppiamento”: dal 1947 al 2003 c’è stato un disaccoppiamento radicale tra la produttività americana e i livelli di occupazione. In parole povere la produttività aumenta sempre mentre, a partire dal 2000, i livelli di occupazione sono rimasti costanti ed anzi stanno calando.
Secondo gli studiosi, i lavori impiegatizi saranno quasi certamente eliminati dall’intelligenza artificiale. Saranno sempre più rari i tassisti e i casellanti delle autostrade, i cassieri delle banche e dei supermercati. La classe media subirà un duro colpo da questa grande rivoluzione e non ci sono lavori che possono sostanzialmente salvarsi da questo massacro sociale.
Attualmente gli esperti di software, applicazioni e gli amministratori di rete sembrano salvi da questa specie di diluvio universale lavorativo e lo stesso vale per gli amministratori di database e per gli analisti dei sistemi informatici. Ma secondo molti questa situazione è passeggera e anche questi lavori tecnologici potrebbero ben presto essere distrutti da un’intelligenza artificiale che sta diventando capace anche di programmare e di amministrare le reti. È stata proprio Google a sottolineare come l’intelligenza artificiale sviluppata da loro stia diventando in grado anche di svolgere lavori relativi alla programmazione.