Come intervenire quando si riscontra una perdita di elasticità della palpebra e per contrastare l’occhio secco? Ecco tutti i benefici della blefaroplastica
Negli ultimi anni se ne sente spesso parlare ma non tutti conoscono nel dettaglio questo tipo di intervento e soprattutto, non conoscono un particolare beneficio ad esso direttamente collegato. Stiamo parlando della blefaroplastica, che comporta l’eliminazione della pelle in eccesso delle palpebre, indicata nel caso in cui venga riscontrata una perdita di elasticità della stessa e solitamente inserita nella sfera degli interventi di ringiovanimento del viso.
La maggior parte di coloro che non conoscono la blefaroplastica pensano infatti che la sua valenza sia prettamente estetica ma in realtà questo tipo di intervento, consigliato nel caso di eccesso cutaneo sopra gli occhi, borse agli occhi, occhi cadenti, occhiaie e zampe di gallina, ha anche un beneficio di tipo funzionale. È consigliato, infatti, anche per contrastare una condizione nota come “occhio secco”.
Occhio secco e blefaroplastica: perchè questo intervento può essere necessario
Quando insorge questa problematica si verifica un’alterazione della lubrificazione oculare, conseguenza dell’insufficienza delle ghiandole di Meibomio ma anche delle palpebre. Infatti, come ricordano gli esperti in materia, la palpebra ha un’importante funzione di protezione dell’occhio stesso e si comporta come una sorta di tergicristallo che abbassandosi e sollevandosi distribuisce sulla cornea il film lacrimale.
Questo però a patto che il suo movimento avvenga in maniera corretta e non risulti limitato e ostacolato da specifiche condizioni legate in particolar modo alla perdita di elasticità della palpebra stessa. Dal momento che la cosiddetta qualità del film lacrimale è di primaria importanza nella preparazione degli interventi di cataratta, la blefaroplastica può entrare in gioco a scopo preventivo proprio per eliminare la condizione dell’occhio secco. Come? Andando ad eliminare il tessuto in eccesso delle palpebre.
Perdita di elasticità oculare e blefaroplastica
Spieghiamo meglio: il trascorrere degli anni può portare ad una minore capacità della palpebra di aderire sull’occhio. La presenza di tessuto non elastico che viene a formarsi su di esse può comportare un loro progressivo abbassamento. Questo perché tale tessuto essendo pieno di liquido diventa molto pesante e difficile da ‘sostenere’. Ecco perché quando ci si trova in una situazione simile, i medici possono suggerire di sottoporsi ad una blefaroplastica.
La si può praticare in differenti modalità: ad esempio agendo sulla sola palpebra superiore, su quella inferiore oppure, in caso di blefaroplastica completa, su entrambe. Si effettua mediante specifiche incisioni realizzate accuratamente in modo tale che la successiva cicatrice risulti praticamente invisibile grazie alle suture praticate con estrema professionalità per fare in modo che combacino che le pieghe naturali delle palpebre superiori oppure con la rima palpebrale in quelle inferiori.
Ci troviamo dunque di fronte ad un intervento la cui finalità è prettamente funzionale ed in questi casi specifici sono i medici oculisti a praticarli, dal momento che l’obiettivo è quello di fare in modo di mantenere ottimale l’attività dell’occhio. Uno scopo ben diverso dalla blefaroplastica orientata all’estetica, e pertanto effettuata dal chirurgo plastico.
Secchezza oculare: ectropion e blefarocalasi
Si tratta dunque di una vera e propria alleata contro la Sindrome dell’Occhio Secco, in particolar modo qualora sia provocata da specifici disturbi quali l’ectropion e la blefarocalasi. L’ectropion è una rotazione, verso l’esterno, della palpebra inferiore che va ad alterare e rendere instabile il film lacrimale portando l’occhio a perdere, a causa della secchezza oculare che può durare a lungo nel tempo, la sua protezione naturale. Invece la blefarocalasi è provocata da diversi fattori che agiscono in concomitanza ed altro non è che un rilassamento cutaneo della palpebra.
A causarlo sono la perdita di collagene, insieme all’invecchiamento dei tessuti e alla gravità e può manifestarsi sia sulla palpebra superiore che su quella inferiore. Il rischio principale della blefarocalasi è la cronicizzazione, qualora manifestandosi sulla palpebra inferiore porti parte della superficie oculare a rimanere a lungo scoperta.
Proprio dal ‘cronicizzarsi’ della secchezza oculare deriva il nome di Sindrome dell’Occhio Secco. Insomma l’intervento in sé può essere assolutamente risolutivo ma deve essere concretizzato solo dopo accurate visite da parte di specialisti poiché si tratta comunque di un’operazione delicata e da valutare con estrema attenzione.