L’autunno è ormai avviato e le temperature iniziano inesorabilmente a scendere. Purtroppo, per il nostro portafogli non è una buona notizia…
Dopo un’estate bollente come poche altre, pian piano ci stiamo avviando verso i medi freddi. E il pensiero va subito ai costi di riscaldamento. Purtroppo, rispetto allo scorso inverno (che è stato, invece, uno dei più caldi di sempre) lo scenario economico e geopolitico non è molto migliorato, anzi… Il pericoloso mix di inflazione, guerra in Ucraina, carenza di materie prime e speculazione sui mercati rischia di avere un effetto esplosivo sulle bollette del gas e dell’elettricità dei prossimi mesi. Vediamo tutti i numeri in ballo (e una piccola buona notizia).
Nelle scorse ore l’Arera ha reso noto l’aggiornamento delle tariffe elettriche sul mercato tutelato. Conti alla mano, i rincari hanno superato anche le stime della vigilia. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 la spesa per la famiglia-tipo (con consumi medi di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW) è stata ricalcolata in 889,60 euro. Quanto alle nuove cifre per il gas, in arrivo il prossimo 3 ottobre, si parla di un possibile +9%. Certo, l’aumento delle bollette era stato ampiamente previsto. Ma non fino a questo punto. Sulla scorta dell’aggiornamento dell’Area, possiamo star certi che il conto della luce nei prossimi tre mesi sarà più caro del 18,6% rispetto al trimestre luglio-settembre. E quello del trimestre successivo, in piena stagione invernale, vedrà sicuramente un ulteriore (pesante) rincaro. Cosa fare, dunque?
Le dinamiche dietro ai rincari di luce e gas…
La tariffa per il mercato tutelato per la luce – che conta circa nove milioni di clienti domestici su un totale di 30 milioni – è salita a 28,29 centesimi di euro al kWh. Rispetto allo stesso periodo del 2022 c’è un calo del 57% (era 66,01 cent). E la spesa media per famiglia ricalcolata, come detto, in 889,60 euro, segna un -32,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Ma c’è poco da rallegrarsi. Il prezzo della luce è tornato oggi ai livelli di fine 2021 e registra un rincaro del 47,3% rispetto al 2020. “Con le nuove tariffe la spesa della famiglia tipo per la luce sale di circa 120 euro su base annua (dall’1 ottobre 2023 al 30 settembre 2024), portando la bolletta elettrica a quota 764 euro”, fa notare il Codacons.
Il governo cerca intanto di correre ai ripari. Lunedì scorso è intervenuto con il Decreto legge Energia, che ha esteso al quarto trimestre l’azzeramento degli oneri di sistema sulla bolletta del gas, l’Iva al 5% sul metano e il bonus sociale elettrico. Ma, come noto, le risorse nel bilancio dello Stato sono esigue, e la stangata si farà inevitabilmente sentire. Ecco perché dal fronte delle associazioni aumenta il pressing sul governo per un rinvio della fine del mercato tutelato. Quello per la luce, lo ricordiamo, scade il prossimo aprile, mentre quello per il gas il 1°gennaio. Una proroga della maggior tutela è “più che giusta”, ha convenuto il direttore di Enel per il mercato italiano, Nicola Lanzetta.
… e il salvagente per i soggetti più deboli
Vero è che ci sono diverse misure cui possono attingere i soggetti economicamente più deboli. Le famiglie con Isee fino a 15mila euro (la soglia sale a 30mila euro nel caso di quelle più numerose), per esempio, possono contare sul bonus elettrico, il cui importo da ottobre a dicembre aumenterà in automatico grazie a un contributo straordinario, proporzionale al numero dei componenti familiari. Per i bonus sociali è previsto un aggiornamento per garantire un risparmio del 30% sulla bolletta elettrica al lordo delle imposte, e del 15% su quella del gas al netto delle imposte. Secondo l’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, si prospetta una situazione “molto volatile” nei prossimi mesi, complice il fatto che il metano (con cui viene prodotta anche la maggior parte della corrente) dopo la chiusura dei gasdotti russi arrivi in Italia in buona parte con le navi, sotto forma di Gnl. E basta uno sciopero in Australia o una manutenzione di impianti in Norvegia per ridurre o addirittura bloccare le forniture e far schizzare i prezzi all’insù.
Se la caldaia piange, l’auto non ride
A pesare sui portafogli degli italiani c’è anche il caro carburante, oltre alle bollette. Secondo i benzinai di Faib Confesercenti, che hanno appena tenuto la loro assemblea a Roma, un pieno di benzina in Italia costa 11 euro più che nel resto d’Europa, complici le tasse che pesano per il 57% sul costo finale. Nel dettaglio, la benzina ad agosto è aumentata del 9,5% rispetto allo stesso mese del 2022, anche per effetto della decisione dell’Opec e della Russia di tagliare la produzione di petrolio, per tenere alti i prezzi.
Nel corso dell’assemblea di Faib, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha ribadito che il governo con il Decreto Energia ha stanziato 100 milioni per i carburanti sulla social card dei meno abbienti. E ha annunciato di aver convinto alcune importanti compagnie petrolifere, Eni in primis, a fare sconti alla pompa per i titolari della card. Non solo: il governo vuole anche prorogare il bonus trasporti per i tir. Se poi la situazione dovesse peggiorare, inoltre, l’esecutivo valuterà il ricorso all’accisa mobile introdotta col Decreto trasparenza, per ridurre la tassa sui carburanti attraverso l’extra-gettito dell’Iva.