Il bonus benzina potrebbe non vedere la luce? Se ne sta discutendo molto in questi giorni e la situazione è ancora fumosa. Ecco qual è lo scenario attuale e i rischi
Che il caro carburanti stia mettendo in serie difficoltà gli italiani non è più una novità. Siamo tutti consapevoli del fatto che da ormai molte settimane i costi di benzina e diesel in particolare, stanno crescendo a cadenza quotidiana o settimanale raggiungendo cifre al litro che non si vedevano da anni. I rincari del petrolio continuano a volare e gli ultimi dati relativi ai distributori della rete stradale ‘ordinaria’ ovvero statali e strade urbane, si sono fatti assolutamente allarmanti. Con costi per l’utilizzo di automobili, ciclomotori e camion che rischiano di lievitare di moltissimo da qui ai prossimi mesi.
Basti pensare che in alcune regioni il prezzo al litro ha ampiamente superato il muro dei 2 euro ed oggi il prezzo medio nazionale della verde si attesta sui 2,03 euro/litro. Da giorni però questa soglia era stata superata nelle autostrade dal momento che i costi per il mantenimento delle stazioni di servizio sono maggiori e che devono essere pagati le royalities ai concessionari.
Pessima è la situazione anche sul fronte del gasolio arrivato a toccare i 1,938 euro al litro ovvero il prezzo massimo del 2023. In tanti si chiedono perché i prezzi stiano continuando ad aumentare nonostante il Decreto benzinai attuato dal governo per obbligare i titolari del distributori ad esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello da loro praticato. Il motivo è semplice: gli incrementi sono legati all’aumento delle quotazioni del petrolio. Se si guarda al Brent, ovvero il greggio scambiato a Londra, il prezzo è arrivato a superare i 94 dollari attestandosi, il 18 settembre, a 94,7 dollari al barile.
Anche il Wti, ovvero il petrolio scambiato a New York, ha costi elevatissimi ed è salito in poche ore dell’1% portandosi a 91,65 dollari al barile. Ci troviamo di fronte ad uno scenario internazionale con una chiara tendenza al rialzo legata a vari fattori ed in particolare ad un incremento della domanda da un lato, e da un calo dell’offerta dall’altro. Ciò è strettamente collegato al ‘terremoto’ provocato dalla decisione di dare un taglio alla produzione da parte della Russia, ma anche dell’Arabia Saudita.
Insomma nulla si può fare in Italia per calmierare i prezzi: la strada per una drastica sforbiciata sarebbe stata quella di intervenire sulle accise riducendole progressivamente fino ad eliminare del tutto quelle più obsolete. Ma il governo a traino Meloni, contrariamente a quanto promesso negli scorsi anni ed in campagna elettorale, ha deciso di mantenere le accise utilizzando i soldi che arrivano da questo canale per altri interventi economici; studiando altri metodi per consentire agli automobilisti ed in particolare ai pendolari e a chi utilizza l’auto per lavoro, di risparmiare.
Ad oggi nessuna agevolazione è disponibile per calmierare i prezzi a parte le promozioni e offerte proposte direttamente dalle aziende che si occupano della distribuzione di carburanti e solitamente riservate ai possessori di tessere. L’alternativa è solo quella di razionalizzare l’utilizzo dei mezzi a motore riducendo, quando possibile, i chilometri percorsi. Questa lunga analisi è necessaria per descrivere l’attuale e preoccupante scenario dal quale non sembra per il momento esserci via d’uscita. D’altro canto però l’esecutivo sta lavorando da giorni ad un bonus che possa venire incontro per lo meno agli italiani con fasce di reddito più basse ed in possesso di un veicolo, consentendo loro di ricevere un certo quantitativo di denaro da spendere per fare rifornimento.
Si tratta del cosiddetto bonus benzina, una novità che viene però a scontrarsi con il limitato quantitativo di risorse disponibili. Stando alle indiscrezioni, se confermata, l’agevolazione potrebbe essere erogata sotto forma di contributo economico direttamente sulla card Dedicata a te ricevuta da 1,3 milioni di italiani e contenente un importo una tantum utilizzabile per fare la spesa. Ma ci si domanda se effettivamente questa agevolazione potrebbe essere approvata o se si rischia che non veda mai la luce.
Quello che sappiamo al momento è che il 25 settembre potrebbe essere la giornata cruciale per capire se vedremo o meno un bonus benzina: è infatti in programma un Consiglio dei Ministri nel corso del quale si discuterà, in particolare, dei fondi necessari per attuarlo e di quelli ad oggi disponibili. A tal proposito, al momento, vi sono solo ipotesi: si parla di un range compreso tra 80 e 100 milioni di euro, cifra che difficilmente potrà essere aumentata dal momento che il governo dovrà intervenire anche sul fronte delle bollette, rinnovando con tutta probabilità le misure già prorogate su taglio oneri e riduzione Iva per il gas.
Stando alle ultime indiscrezioni vi sarebbe tra le stanze di palazzo, un po’ di freddezza in merito alla misura di sostegno proprio per la difficoltà nel riuscire a reperire in tempi brevi le risorse necessarie, che dovrebbero essere reperite mediante l’extragettito dell’Iva. Ed il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso non avrebbe, per tale motivo, ancora dato il via libera. Quello che trapela è l’attuale volontà del governo di destinare le risorse ricavate ad altri ambiti che richiedono una serie di rapide riforme a cominciare da sanità e sicurezza, oltre che al contrasto alla denatalità.
Ad oggi dunque non è possibile affermare con certezza che la social card già a disposizione di molti italiani verrà sfruttata per versare il contributo per i carburanti. E neanche che specifiche iniziative indirizzare al settore dell’autotrasporto merci potranno essere o meno introdotte. Sulla ‘carta’, l’intento dell’esecutivo sarebbe quello di destinare un bonus una tantum di 80-150 euro (cifra ancora da stabilire) alle famiglie più in difficoltà; potrebbe trattarsi delle medesime che hanno ricevuto Dedicata a te aventi Isee inferiore a 15mila euro oppure una platea più ampia costituita da coloro il cui Isee è inferiore a 25mila euro.
La cifra sarebbe ovviamente spendibile esclusivamente per acquistare benzina e gasolio, gpl e metano ma anche per le ricariche elettriche. Sarebbe l’Inps ad occuparsi della gestione del bonus provvedendo alla sua erogazione proprio come già avvenuto per l’agevolazione destinata all’acquisto di beni di prima necessità. I Comuni dovranno stilare l’elenco delle famiglie beneficiarie sulla base dei requisiti e ad ogni nucleo familiare verrà successivamente inviata una comunicazione contenente le informazioni per richiedere e ritirare la tessera; Poste Italiane invece si occuperà della creazione e consegna, a chi ancora non l’avesse, della carta prepagata contenente l’importo, spendibile non appena la card sarà stata attivata online dal nucleo familiare stesso che poi la utilizzerà.
Tutto al momento resta molto fumoso ed in ogni caso, anche qualora questa soluzione dovesse essere adottata, potrebbe non vedere la luce nell’immediato ma solo nel 2024; lasciando in tal modo gli automobilisti a doversi fare carico, almeno per ora, delle conseguenze, per il loro portafoglio, degli inarrestabili aumenti di prezzo.
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