A quali bonus potrà accedere chi nel 2024 ha intenzione di acquistare o sostituire la caldaia? Ecco la panoramica delle agevolazioni attive
Nel corso del 2023 il mondo dei bonus ha subito una sorta di rimodulazione. A cambiare definitivamente è stato il Superbonus 110%, l’incentivo fiscale che ha consentito a molti italiani di effettuare interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria a costo zero, o quasi; è stato infatti sostituito da una versione ‘light‘ ovvero il Superbonus 90%, con requisiti diversi per l’accesso.
Ma che cosa è accaduto in fatto di caldaie? Ovvero a quali bonus può accedere oggi, e quali proseguiranno anche nel 2024, chi intende acquistare una nuova caldaia o sostituire quella esistente con un modello ad alta efficienza energetica. Ricordiamo anzitutto che come previsto dalla specifica Direttiva UE Case Green, non saranno più consentiti, a partire dal prossimo anno, gli incentivi fiscali legati all’installazione di caldaie che impiegano combustibili fossili.
Caldaia e bonus, cosa succede nel 2024: la rivoluzione green che cambia tutto
Ad oggi queste tipologie di caldaie rientrano ancora nell’Ecobonus o nel Superbonus ma dal 2024 solo quelle alimentate ad energia pulita beneficeranno di uno ‘sconto‘ e molto probabilmente resteranno escluse dai bonus anche quelle ad alimentazione ibrida.
Ad oggi sono ammesse diverse tipologie di caldaie: si va dai generatori di calore a condensazione con efficienza non inferiore alla classe A ai generatori a pompe di calore ad alta efficienza, dagli apparecchi ibridi (pompa di calore integrata con caldaia a condensazione) ai sistemi di microgenerazione che consentano di risparmiare almeno il 20% di energia primaria. Inclusi nei bonus anche i collettori solari.
Con varie possibilità di accesso ai bonus, dal 50% per ristrutturazione agli Ecobonus al 50 e al 65% fino al Superbonus al 90%. Per il Superbonus (che dal 2024 scenderà al 70%) occorre però un miglioramento dell’efficienza energetica dell’intero immobile di almeno due classi, mentre negli altri casi è sufficiente che a migliorare sia la tipologia di caldaia impiegata. Stando a quanto previsto dalla direttiva europea, qualora i suoi contenuti trovassero conferma, nel 2024 solo i collettori solari resterebbero inclusi nelle agevolazioni.
Non sarebbe invece più sufficiente la classe A nel caso di caldaie a condensazione, di sistemi di microgenerazione, di apparecchi ibridi dal momento che essa non va ad escludere l’impiego di combustibili fossili. Anche nel caso di interventi trainati, ovvero che beneficiano del bonus solamente se effettuati insieme ad opere ‘trainanti‘, le caldaie a condensazione che nel 2023 sono ancora ammesse dovrebbero essere solo quelle prive di alimentazione con combustibili fossili.
Direttiva Europea e Piano italiano: cosa prevedono
La direttiva europea EPBD è pensata sul lungo periodo in quanto prevede come obiettivo ultimo di arrivare per tutti gli edifici ad ottenere emissioni zero. Sono chiaramente previste delle tappe intermedie nel 2030 e nel 2033 con il raggiungimento delle classi F ed E. Di fatto questa direttiva, se verrà recepita da tutti gli stati membri e dunque confermata, impedirà l’installazione di sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili negli immobili in ristrutturazione o di nuova generazione. Anche se in questo caso sarà comunque possibile utilizzare sistemi ibridi.
Non è finita qui perché il PNIEC, ovvero il Piano italiano, potrebbe includere una serie di altri accorgimenti nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi ‘green’. E non è da escludere la concreta possibilità di un riordino e di un totale riassetto dei bonus edilizi. Trattandosi di una situazione ancora in divenire è fondamentale tenersi informati ed aggiornati e valutare, per non rischiare di perdere alcuni bonus ed agevolazioni, la possibilità di effettuare interventi programmati da tempo nell’arco dell’anno in corso.