Il caldo estivo è sempre più un lontano ricordo e, in vista della stagione fredda, sta per arrivare un nuovo bonus gas e riscaldamento. Ecco come funziona.
Più o meno in tutta Italia le temperature si stanno progressivamente abbassando, e il sole estivo (quest’anno particolarmente generoso…) sta lasciando il posto a pioggia e nuvole. Proprio oggi, del resto, inizia l’autunno, cui seguiranno i lunghi e freddi mesi invernali. E con la temibile variabile del prezzo del gas, complice il conflitto Russia-Ucraina e non solo, per molti di noi non è una buona notizia…
Con i rincari dell’energia elettrica di cui ben sappiamo, riscaldare una casa è una preoccupazione e spesso un problema. Per fortuna, però, il governo ha messo in campo un’ancora di salvataggio. Se aumenterà il prezzo del gas, infatti, arriverà in automatico il bonus riscaldamento. Dal prossimo 1° ottobre, dunque tra meno di una settimana, ci sarà una nuova tutela contro l’incremento delle bollette. Vediamo nei dettagli come funzionerà e chi potrà beneficiarne.
Il Bonus gas e riscaldamento dalla A alla Z
Il nuovo Bonus gas e riscaldamento è stato istituito dall’articolo 3 del Decreto energia, n. 34 del 30 marzo 2023, e come detto dovrebbe partire dal 1° ottobre. Si tratta di una misura a sostegno delle famiglie che, nel corso del prossimo inverno, dovessero fare i conti con un (purtroppo assai probabile) incremento dei prezzi del gas. Come funziona? Il bonus dovrebbe arrivare sotto forma di contributo in quota fissa in caso di prezzi del gas elevati. A tale scopo è stato stanziato 1 miliardo di euro, ma ad oggi non sono ancora chiari i dettagli del meccanismo e dei criteri di assegnazione, dato che manca ancora il decreto del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica che dovrà definirli.
Secondo alcune indiscrezioni, tuttavia, il bonus finirà nel nuovo Decreto energia in arrivo lunedì prossimo, 25 settembre, sul tavolo del Consiglio dei ministri, assieme alla proroga della scadenza per la fine del mercato tutelato, ai bonus bollette e al bonus benzina. Quel che sappiamo è che la misura decorrerà dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023 e riconoscerà ai clienti domestici residenti (a eccezione dei titolari di bonus sociale) un contributo erogato in quota fissa, differenziato in base alle zone climatiche, a compensazione di un eventuale aumento dei prezzi del gas rilevato sulle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2023.
Più nello specifico, il bonus verrà riconosciuto se la media dei prezzi giornalieri del gas naturale sul mercato all’ingrosso supererà la soglia di 45 euro/MWh. La buona notizia è che per il momento siamo piuttosto lontani da quella cifra: ad agosto, per esempio, il prezzo medio del gas è stato pari a 0,355 €/Smc, che convertiti in MWh diventano 33,20 euro. Ma nei mesi scorsi abbiamo imparato che bastano pochi gradi in meno sul termometro per far scattare la corsa delle quotazioni. Prevenire è meglio che pagare, per dirla con una battuta.
La normativa di riferimento
Come detto, le indicazioni tecniche su requisiti e importi saranno rese note solo con la pubblicazione del decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze, con cui saranno definiti i criteri per l’assegnazione del contributo. Solo allora Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, potrà chiarire le modalità applicative e la misura del contributo. Sappiamo però che il bonus dovrebbe essere riconosciuto in automatico, così come il bonus sociale, nella bolletta successiva a quella in cui si è rilevato l’aumento del prezzo. Anche perché non sarà previsto alcun requisito reddituale.
È bene precisare in ogni caso che il bonus gas e riscaldamento non spetterà a coloro che già usufruiscono dei bonus in bolletta, riconosciuti in automatico con Isee non superiore a 15mila euro (30mila nel caso di famiglie numerose con almeno 4 figli a carico). Solo se il bonus gas e riscaldamento dovesse essere introdotto in sostituzione del bonus sociale (ma al momento non ci sono indicazioni in tal senso), ne potrebbe assorbire anche il limite Isee, pari per l’appunto a 15mila euro.
Va da sé che a beneficiare maggiormente del contributo in questione saranno le famiglie che vivono nelle zone più fredde del paese, secondo la classificazione delle zone climatiche di cui all’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n. 412. In base a tale schema, vari Comuni vengono classificati in base al numero di “gradi giorno”, intesi come la somma (riferita a tutti i giorni dell’anno) della differenza positiva tra la temperatura dell’ambiente interno e la temperatura media esterna giornaliera.
Ecco dunque le 6 zone climatiche e i relativi valori di riferimento:
A < 600
B 600 – 900
C 901 – 1.400
D 1.401 – 2.100
E 2.101 – 3.000
F > 3.000.