L’avvio della scuola si prospetta difficile dal punto di vista economico. Come fronteggiare gli aumenti? Ecco una serie di strategie utili allo scopo
L’inflazione galoppante ha colpito tutti i settori e gli ambiti della nostra vita. Dall’approvvigionamento alimentare ai mutui, dall’acquisto di prodotti per la pulizia ad altri per il riscaldamento (come il pellet), dalle spese per gas ed elettricità a quelle per il carburante fino a tutto ciò che ha a che fare con le vacanze, i costi sono aumentati e non di poco nell’arco dei primi otto mesi dell’anno e la situazione, per l’ultima parte del 2023, non sembra essere in via di miglioramento.
Anche se rispetto al valore record raggiunto nei mesi scorsi il dato dell’inflazione si attesta ora intorno al 5% la Bce è infatti intenzionata ad aumentare ulteriormente i tassi per scongiurare il pericolo di una recessione a livello europeo e probabilmente proseguirà in questo modo fino a quando il valore andrà ad attestarsi attorno al 2%. Ebbene tra i settori che hanno maggiormente risentito del caro vita c’è quello scolastico ma solo in queste prime settimane dedicate agli acquisti dei prodotti di cancelleria e dei libri, gli italiani se ne sono resi conto.
Il rischio spesa, sul fronte della scuola, è impressionante: si stima una somma media di circa 1.200 euro per quanto riguarda gli studenti che frequenteranno la secondaria. Per tale motivo già da diversi giorni sono intervenuti sindacati e associazioni del comparto rivolgendo al governo Meloni un appello affinché i fondi relativi al diritto allo studio vengano incrementati e, con essi, si valutino sconti per l’acquisto dei sempre più costosi libri di testo.
Peraltro un allarme è arrivato anche dalle stesse librerie e cartolibrerie che segnalano una riduzione dei ricavi a fronte dell’aumento dei prezzi. Infatti talvolta si pensa che i rincari comportino maggiori benefici per gli esercenti ma non sempre è cosi: Paolo Ambrosini, presidente di Ali Confcommercio, ha spiegato che il margine minimo garantito dei ricavi per la vendita di libri di testo si è ridotto dal 25 al 15%.
Il rientro tra i banchi di scuola rischia dunque per le famiglie di essere davvero costoso tra libri di testo, spese per i trasporti, acquisto di zaini, astucci, diari e materiale di cancellerie. Il caro prezzi ha colpito trasversalmente e senza misure per il sostegno del diritto allo studio diversi nuclei familiari potrebbero non riuscire a sostenere questi costi.
Una delle proposte rivolte all’esecutivo da Ali Confcommercio è quella di portare i fondi a 170 milioni di euro, incrementandoli dunque di 40 milioni rispetto ai 133 milioni stanziati oggi; questo andrebbe per lo meno ad ammortizzare la stangata economica relativa al comparto. Le associazioni di categoria hanno poi chiesto che il tetto di spesa per i libri di testo venga adeguato alla situazione attuale, per quanto riguarda l’inflazione.
Si rischia altrimenti l’impossibilità da parte dei docenti di proporre volumi più costosi e di maggiore qualità, con conseguente impoverimento dell’insegnamento dal punto di vista qualitativo. Un’altra richiesta arriva dal Sil, il Sindacato Librai Confesercenti che segnala l’importanza di erogare bonus rivolti in particolare alle famiglie meno abbienti. Cristina Giussani, presidente del Sil, ha espresso invece contrarietà in merito agli sgravi fiscali: il margine di guadagno del comparto libri potrebbe infatti risentirne pesantemente.
Ma quali sono le agevolazioni attualmente in vigore? Esiste effettivamente un bonus scuola per l’acquisto dei libri scolastici ma riguarda solo alcune regioni italiane ovvero Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Veneto oltre a Lombardia, Valle D’Aosta e Friuli Venezia Giulia. I criteri per accedervi variano per ogni regione sia per quanto riguarda la finestra temporale per richiedere il bonus, sia per quanto concerne il valore dell’Isee.
In alcune regioni come il Trentino Alto Adige, addirittura, le regole variano da comune a comune e occorre dunque informarsi presso il proprio paese di residenza. Ma facciamo un esempio: nel caso del Veneto la richiesta del contributo potrà avvenire dal 18 settembre al 20 ottobre, pertanto a scuola già iniziata.
L’agevolazione riguarda studenti di scuole medie e superiori, sia pubbliche che private e la domanda può essere inviata attraverso il sito della Regione. Il bonus può arrivare al massimo a 200 euro per chi presenta un Isee inferiore a 10.632,94 euro mentre al di sopra di questa cifra e non superiore a 15.748,79 euro il contributo scende a 150 euro. Ritroviamo le medesime fasce Isee anche in Emilia Romagna dove il bonus libri si potrà richiedere dal 5 settembre al 26 ottobre esclusivamente dalla piattaforma online gestita dalla Regione. Nella regione Lazio invece vi è la possibilità di ottenere, sempre per studenti di medie e superiori, i libri con fornitura gratuita o semigratuita: la domanda può essere presentata entro il 15 ottobre a patto di avere un Isee inferiore a 15.493,71 euro.
Importante è anche al detraibilità delle spese scolastiche da inserire nella dichiarazione dei redditi. Nel 2024 il contribuente potrà inserirle nel 730 o nel Redditi Pf facendo riferimento all’anno di imposta 2023. La detrazione ha, per ogni ciclo scolastico, un’aliquota del 19% pur con diverse basi imponibili. Per fare un esempio, prendendo in esame il 2023, la detrazione per la frequenza e per il versamento degli importi delle rette mensili dell’asilo nido, sia pubblico privato, ha un importo massimo, a figlio, di 632 euro.
Per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, tale importo arriva a 800 anno per studente; per l’affitto degli studenti fuori sede si arriva ad un importo massimo di 2.633 euro. A questo si aggiungono alcune strategie utili per riuscire a risparmiare qualche soldo in più, cercando ad esempio libri di testo di seconda mano in edizioni ancora valide e optando per zaini, astucci e diari non dei marchi più in voga, per calmierare anche da questo punto di vista i costi.
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