Grande preoccupazione per Britney Spears dopo l’allarme dato da persone a lei vicine: per l’icona pop ancora problemi con sostanze.
Ops, she did it again. Potremmo citare una delle sue canzoni più note per sintetizzare l’allarme lanciato da diverse persone vicine a Britney Spears. Pare infatti che l’artista statunitense (tornata sulle scene lo scorso anno con un duetto con Elton John dopo anni di silenzio e di problemi di vario tipo) stia avendo nuovamente problemi con la droga.
L’allarme è stato riportato da Daphne Barak, giornalista nota per le sue interviste e per la sua vicinanza a personaggi che hanno fatto la storia dell’umanità come i Clinton, Nelson Mandela, Benazir Bhutto, ma anche ad una grande artista scomparsa troppo presto come Amy Winehouse: da qui il parallelo con Britney Spears, cui la Barak è stata pure a stretto contatto per lungo tempo. Ma andiamo con ordine.
I problemi di Britney Spears, con la droga e non solo
È il glorioso 1999 (glorioso per lo scrivente e per chi si godeva l’exploit delle televisioni musicali in terra tricolore) quando si impone a livello globale una ammiccante teenager che quando canta sembra squittire: lei è la ex star del The Mickey Mouse Club Britney Spears e la canzone che la rende popolare in tutto il mondo è Baby One More Time.
È l’inizio di una gloriosa ascesa che la vedrà vendere milioni e milioni di dischi e vincere tutto il vincibile, fino ad ottenere una stella nella nota Hollywood Walk of Fame ad appena 21 anni.
Ma quando il successo arriva così fragoroso, così presto, il rischio di bruciarsi è enorme: i primi barlumi di non piena stabilità arrivano nel 2004, quando sposa a Las Vegas un amico di infanzia salvo poi annullare il matrimonio a distanza di 55 ore, affermando in un comunicato di non essere in grado di comprendere le proprie azioni.
In seguito, andremo molto rapidamente, che ci sarebbe da scrivere un libro, a parlare di tutte le vicende extracanore della Nostra, arrivano i problemi con alcol e sostanze (problemi mai ammessi dalla cantante) e il conseguente momento della rehab nel 2007, con la foto entrata nella storia di Britney rasata a zero; la perdita della custodia legale dei due figli Sean e Jaudeyn avuti con Kevin Federline, con conseguente TSO dopo una sorta di tentativo di sequestro dei due piccoli.
Poi ancora il tutoraggio da parte del padre Jamie Spears, durato 13 anni e terminato anche per la pressione del movimento #FreeBritney, sorto per protestare contro la tutela legale dello stesso. E così giungiamo al giorno d’oggi.
Britney Spears, ops she did it again
Sembrava tutto volgere per il meglio, con il termine della tutela legale nel novembre del 2021, il ritorno sulle scene con il featuring insieme ad Elton John e con il matrimonio di poco più di un anno fa con il personal trainer di origini iraniane Sam Asghar, cui è legata dal 2016, finché sui tabloid britannici è spuntato l’allarme circa le condizioni attuali della ex regina del pop.
Il già citato Kevin Federline, rapper e ballerino nonché suo ex marito e padre dei suoi due figli, ha espresso profonda preoccupazione circa l’uso di metanfetamine da parte di Britney e s’è mosso affinché la situazione venisse resa pubblica cosicché Britney si potesse rendere conto dei pericoli che sta affrontando.
Anche i figli dell’artista icona degli anni zero hanno testimoniato di aver visto droghe all’interno della casa della madre ed è questa la ragione per cui i due ragazzi (che ormai hanno 17 e 18 anni) hanno scelto di allontanarsi da lei, come riportato da Daphne Barak, “finché non verrà aiutata“. Un gesto che ha fatto male alla cantante che, sempre parlando con la giornalista di origini israeliane, ha reclamato: “Sono la loro madre. Merito rispetto“.
D’altra parte i figli hanno raccontato di essere stati testimoni di situazioni limite: Jayden ha riportato di essere stato svegliato nel cuore della notte da sua madre che impugnava un coltello da cucina ed entrambi hanno riferito di situazioni in cui la madre si è comportata in modo violento.
Al momento le cose non paiono migliorare, anzi: lo scorso 7 febbraio Britney, familiari ed amici hanno provato un nuovo intervento per riabilitare la cantante coinvolgendo Matt Brown, esperto nel trattamento delle dipendenze, ma dopo poco tempo lo stesso dottor Brown ha gettato la spugna ed oggi parenti ed amici sono molto preoccupati per la salute e la sicurezza dell’icona del pop.
Fonti affermano che il suo consumo di droga sia ripreso e c’è una crescente preoccupazione circa il fatto che Britney possa seguire le tristi sorti di Amy Winehouse, un’altra talentuosa artista che ha perso la vita a soli 27 anni a causa dei suoi (in quel caso conclamati) problemi con le sostanze.
Britney Spears, grande preoccupazione per le sue sorti: cosa accadrà adesso?
Come già riportato e come accade ormai da anni, industria musicale e opinione pubblica sono sempre più divise sulla situazione di Britney. Se da un lato ci sono ancora i paladini del movimento #FreeBritney, volto a ripristinare la sua autonomia personale e professionale, in molti ritengono che la tutela sia necessaria per proteggere Britney da se stessa, giacché le sue decisioni potrebbero essere influenzate dalla sua instabilità emotiva e dalla dipendenza dalle droghe.
In assoluto, la situazione complessa dell’artista classe ’81 è diventata paradigmatica, portando il pubblico ad interrogarsi circa la gestione delle celebrità, il controllo dei loro beni e la tutela della loro salute mentale: troppo spesso artisti che hanno ottenuto la fama da giovani (da troppo giovani, in alcuni casi) subiscono violenti burn out, nella migliore delle ipotesi, a testimonianza che l’industria dell’intrattenimento rappresenta – come molte altre – sfruttamento e non è solo strass e paillette.
Britney Spears, Amy Winehouse e i precedenti che preoccupano
E se le star che abbiamo sempre ammirato fossero semplicemente dei lavoratori sfruttati, soprattutto a livello psichico?
Abbiamo citato in lungo e in largo Amy Winehouse, giacché tanto Daphne Barak che ha vissuto a stretto contatto con l’artista londinese quanto la famiglia della Spears temono un epilogo simile, ma gli esempi che si possono citare sono molteplici e di seguito ne citeremo alcuni.
Pensiamo a Macaulay Culkin, celebrità mondiale a 10 anni per il suo ruolo da protagonista in Mamma, ho perso l’aereo, e in seguito noto più per vicende extragiudiziarie (con diversi processi legati a possesso e consumo di sostanze stupefacenti) che per meriti artistici.
Pensiamo a Justin Bieber, ultimamente lontano dalle scene a causa della sindrome di Ramsay Hunt, che nel 2019 raccontava a Vogue dei suoi problemi psichici durante i tour in cui si offriva sorridente ai propri fan (“Sono stato davvero depresso. Mi sentivo davvero solo”).
Pensiamo poi, andando a citare casi con finali più drammatici, a Chester Bennington, voce dei Linkin Park, impiccatosi a 41 anni nella sua residenza a Palos Verdes Estates in California (nel caso di Bennington, fu costretto ad affrontare svariate situazioni complicate sin da ragazzino, tra abusi sessuali e abusi di sostanze).
Pensiamo ancora a Tim Bergling, meglio noto come Avicii, morto dissanguato dopo essersi tagliato con cocci di una bottiglia di vino a 28 anni. O, infine, per citare uno dei tanti appartenenti al triste Club 27, all’iconico leader dei Nirvana Kurt Cobain, suicida con un colpo di fucile alla testa.
Tutti casi di artisti acclamati, con fan base sterminate, con una vita difficile in barba ai lustrini. La speranza è che per Britney ci sia un epilogo diverso.