Una piccola guida pratica per calcolare il proprio quoziente familiare e evitare di avere guai col Fisco. Ecco come fare.
Perché il governo Meloni vuole puntare sul quoziente familiare? Questo metodo di calcolo del reddito può avere ricadute positive sulla natalità che nel nostro Paese sta colando a picco da tempo.
Fa specie parlare di inverno in questi giorni di luglio caratterizzati da una calura opprimente. Ma la cosa diventa meno assurda – oltre che meno sconveniente – se precisiamo di che inverno si tratta: l’inverno demografico, la crisi delle nascite che avvolge il nostro Paese con una morsa non meno micidiale di quella generata dai problemi climatici.
L’Italia ha un problema grosso come una casa con le nascite. Non è un Paese per bimbi: da noi si vive sempre più a lungo ma si nasce sempre di meno. Ogni anno praticamente si aggiorna il triste record negativo delle nascite, giunto nel 2022 al minimo storico di soli 339 mila nati a fronte di 700 mila morti.
Cifre che parlano da sé e che innervano la tendenza che porterà entro il 2050, ha detto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, a pareggiare il rapporto tra lavoratori e pensionati, che sarà di uno a uno. In pratica ogni lavoratore con la sua retribuzione dovrà pagare anche la pensione del padre. Un sistema insostenibile.
Quoziente familiare: quando le tasse possono rilanciare la natalità
Da qui l’idea del governo Meloni di disegnare un fisco a misura di famiglia per cercare di rilanciare la natalità attraverso le tasse. Non serve pescare lontano. Un sistema fiscale che favorisce famiglie e natalità è stato applicato da diversi anni nella vicina Francia.
I nostri cugini transalpini hanno deciso di dividere il reddito da tassare per il numero di membri della famiglia. Questo sistema si chiama “quoziente familiare”: una misura che ha permesso di far risalire il tasso di natalità francese.
Per invertire la drammatica tendenza al calo (meglio sarebbe dire al crollo) delle nascite anche da noi il governo di centrodestra punta dunque a replicare l’esempio francese con la proposta di un nuovo sistema di calcolo e pagamento basato sul quoziente familiare. Il nuovo meccanismo, come detto, ai fini dell’imposizione fiscale si propone di guardare al reddito familiare, non a quello personale.
Con la riforma fiscale in gestazione il quoziente familiare pare destinato a prendere il posto dell’Isee, l’indicatore un po’ contorto che serve per accedere al reddito di cittadinanza, all’assegno unico universale e, in generale, a ogni genere di bonus e di aiuto pubblico.
Come si calcola il quoziente familiare
Ma come funziona in pratica questo nuovo sistema di calcolo? Ribadiamo le premesse del quoziente familiare: si tratta di dividere il reddito totale della famiglia per il numero dei componenti del nucleo familiare, facendo rientrare nel calcolo complessivo coniugi e figli oltre ad eventuali altri familiari conviventi a carico. Cerchiamo di capire quindi qual è il nostro reddito familiare e come si fa a calcolarlo.
Il quoziente familiare che sembrerebbe apprestarsi a scalzare l’Isee per pagare le tasse e vedersi assegnare i vari bonus è basato sul calcolo del reddito familiare e dei componenti del nucleo familiare. Il calcolo si esegue dividendo la somma dei redditi totali posseduti nell’anno che ha preceduto la spesa, sostenuta da questi soggetti:
- Contribuente;
- Coniuge del contribuente;
- Soggetto legato da unione civile o convivente se presente all’interno del nucleo familiare;
- Familiari diversi dal coniuge;
- Soggetto legato da unione civile o dal convivente, presenti all’interno del suo nucleo familiare.
Tassazione, cosa cambia col quoziente familiare
All’atto pratico l’effetto più rilevante del quoziente familiare sarebbe quello di invertire una situazione come questa: quella in cui, oggi, una famiglia con tutti e due i coniugi che lavorano si trova a pagare più tasse rispetto a una famiglia monoreddito. Infatti cumulando i redditi dei due coniugi si finisce per rientrare in uno scaglione di reddito più elevato, vedendosi applicare un’aliquota Irpef più alta per le tasse.
Col reddito familiare il calcolo delle tasse da pagare invece cambia col variare del numero dei membri della famiglia. Le aliquote d’imposta dipendono infatti dal reddito familiare che viene diviso per il numero dei componenti del nucleo familiare, corretti in base a una scala di equivalenza.
Dunque il calcolo del quoziente familiare avviene sul reddito familiare complessivo dividendo per il numero di parti (quoziente). In questo modo si ottiene la base di calcolo della tassazione. Dopodiché all’importo ottenuto vanno applicate le aliquote Irpef sul reddito di fatto medio della famiglia e che vanno moltiplicate per il numero dei membri del nucleo.
Quali sono i coefficienti del quoziente familiare
Ecco i coefficienti assegnati a ogni componente della famiglia:
- 1 per single e per le vedove/i che hanno almeno un figlio a carico;
- 2 per coppia sposata o convivente;
- 0,5 per il primo e il secondo figlio;
- 1 per ogni figlio successivo al secondo.
- 0,5 per i genitori soli che hanno almeno un figlio a carico.
- In caso di terzo figlio (e oltre) o di figli disabili a carico, il quoziente familiare va a aumentare fino ad un massimo di 4.
Resta dunque da capire se, come e quando il quoziente familiare andrà a sostituire l’Isee. C’è da dire che il quoziente familiare è già stato adottato, in seguito all’approvazione del decreto Aiuti quater, per il calcolo del limite di reddito per poter accedere al Superbonus per le abitazioni unifamiliari (il cosiddetto “Superbonus villette”).
In quel caso il reddito di riferimento andava calcolato dividendo la somma dei redditi totali del contribuente per il numero di parti definite dai membri della famiglia.
Qualche esempio pratico di calcolo del quoziente familiare
Per fare un esempio pratico di come si calcola il quoziente familiare possiamo partire dal caso di una persona singola che ha un quoziente pari a 1. Il quoziente familiare di un genitore single con un figlio a carico invece corrisponde a 1,5. Mentre una coppia di coniugi con un figlio ha un quoziente familiare di 2,5, che sale a 3 quando i figli sono due.
Appare evidente che il calcolo del quoziente familiare avvantaggia le famiglie numerose, quelle con un numero maggiore di figli. Con un calcolo delle tasse basato sul quoziente familiare, le tasse si riducono al crescere del numero dei membri della famiglia e viceversa.
Quanto alle stime sul risparmio in termini di tasse, una ricerca Eurispes ha mostrato che qualora l’Italia adottasse il quoziente familiare per calcolare le tasse ogni anno il risparmio medio a famiglia ammonterebbe a circa 800 euro. Un risparmio che crescerebbe all’aumentare del reddito e delle dimensioni del nucleo familiare.