Il caldo torrido ci perseguita anche quest’anno e il trend è in preoccupante e costante aumento. Gli esperti ci spiegano perché in alcune città si soffre di più.
Da qualunque lato la si guardi, purtroppo c’è solo da constatare che il caldo è aumentato, in tutta Italia così come nel resto del mondo. La colpa è dei cambiamenti climatici, ma non solo.
Gli esperti sono divisi, poiché ci sono opinioni talvolta divergenti sulle cause delle ondate di calore. Da una parte si afferma che è l’azione dell’uomo che ha cambiato gli equilibri della natura; dall’altra che i cambiamenti del clima fanno parte anche dei cicli terrestri e che l’attività degli uomini incide poco.
Fatto sta che ogni estate ci ritroviamo a dover sopportare afa e temperature “estreme”, che mettono in pericolo la nostra salute. Andando a guardare i dati ufficiali scopriamo qualcosa di molto interessante.
Di quanto è aumentato il caldo negli ultimi anni?
Secondo i report stilati da Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) non solo fa più caldo rispetto al passato, ma piove anche molto meno. Il 2022 è stato un anno “nero” da questo punto di vista: la temperatura in tutta Italia è aumentata di mezzo grado rispetto al record del 1961. Le piogge sono calate del 22% e hanno visto l’anno scorso come il più siccitoso degli ultimi 50 anni.
Ma il problema non riguarda solamente il 2022, anzi. Alcuni studi effettuati all’Università di Padova hanno evidenziato le anomalie termiche più preoccupanti di sempre. In quasi 8 mila città italiane la temperatura è aumentata di almeno 1 grado rispetto a 50 anni fa.
Anche se la cifra sembra esigua, dobbiamo ricordare che anche una “piccola” variazione può arrecare molti danni, all’ambiente e alle persone. Guardando poi al caso eccezionale per antonomasia, citiamo quella di Novate Mezzola, un piccolo Comune che si trova in provincia di Sondrio. Lì la temperatura negli ultimi anni è aumentata addirittura di +4,1 gradi. Dunque non solo nelle grandi città il cambiamento climatico si fa sentire. Potremmo pensare infatti che l’inquinamento vada ad aumentare anche il calore percepito, e in parte è vero. Ecco perché gli esperti hanno lanciato l’allarme.
Caldo torrido, perché in almeno 23 città italiane è allerta rossa
Il cambiamento climatico – qualunque essa sia la causa scatenante che comunque è di difficile misurazione – non è il solo responsabile delle temperature bollenti nelle città. Quest’anno, almeno 23 comuni italiani sono in allerta rossa, secondo quanto rilevato da Coldiretti. Sicuramente in una città con molti edifici di cemento, emissioni industriali e dei veicoli a motore non facilita il raffrescamento dell’ambiente.
L’analisi effettuata da Coldiretti si basa su alcuni dati ISTAT: in pratica nelle città non c’è abbastanza verde, che sarebbe utilissimo a combattere le ondate di caldo. Gli alberi sono come dei condizionatori naturali e proprio aumentare le aree verdi, i giardini e i parchi potrebbe diminuire gli effetti del surriscaldamento terrestre.
Le città da bollino rosso sono molte, e le analisi hanno rilevato che Messina, Roma, Milano, Firenze, Venezia e Napoli, per citarne alcune, hanno troppi pochi alberi e piante per abitante. Sempre Coldiretti afferma che basterebbe un grande parco in città per abbassare la temperatura anche di 3 gradi, quanti ne bastano per limitare gli effetti disastrosi sulla salute umana e sull’ambiente. E gli effetti rinfrescanti non si limiterebbero solamente alla zona verde ma si propagherebbero per spazi più ampi, per decine di metri.
Le contraddizioni delle politiche di gestione del clima che non fanno bene all’ambiente né alla salute umana
Visto quanto sopra, verrebbe da pensare che aumentando le aree verdi nelle città si potrebbe risolvere almeno in parte l’effetto nefasto del cambiamento climatico. Eppure, sempre nelle grandi città, e anche in altre parti del mondo, si attuano politiche che sembrano contrastare col principio del buon senso. Recentemente a Torino c’è stata una manifestazione contro l’abbattimento di alberi di numerosi viali, che era stato deciso dall’Amministrazione Comunale.
Solamente grazie alla forza di volontà di alcuni cittadini, che hanno dimostrato che gli alberi non erano a rischio caduta, si è arrivati ad uno stop provvisorio, almeno fino a settembre. Ma come mai se gli amministratori sanno che avere del verde è importante per il benessere dei cittadini vogliono eliminare quello esistente?
Una risposta plausibile potrebbe esser quella dell’azione degli alberi sulle onde del 5G. Secondo alcuni studi, effettuati anche dall’ Università britannica di Surrey a Guildford, per implementare questa tecnologia servono spazi aperti: edifici, costruzioni alte più di 5 metri e appunto anche gli alberi potrebbero rallentarla.
La notizia che arriva di recente dalla Scozia, poi, è eclatante: per far spazio alle pale eoliche e produrre energia green sono stati abbattuti ben 15 milioni di alberi. Alcuni partiti politici di opposizione hanno fatto presente che forse la popolazione non è completamente d’accordo con questa iniziativa, che di fatto – anche se per produrre energia sostenibile – va a creare un danno al prezioso verde, che dovrebbe essere tutelato.
Sicuramente siamo in un momento storico molto difficile e critico, e dovranno essere attuate tutte le misure utili a contrastare il surriscaldamento globale e l’inquinamento, ma al tempo stesso ci vuole la consapevolezza che gli interessi economici non sempre vanno nella stessa direzione della sostenibilità. E questo sì che è un grande problema che, prima o poi, tutti gli attori interessati dovranno affrontare.