Uno studio dell’Università di Edimburgo rivela i fattori di rischio per l’insorgenza della malattia, ecco tutte le abitudini sbagliate
Negli ultimi 30 anni le diagnosi di cancro negli individui al di sotto dei cinquant’anni di età sono aumentate del 70%, numeri incredibili quelli riportati in un recente report. I ricercatori hanno infatti scoperto che oltre 3 milioni di persone in questa fascia abbiano avuto a che fare con la malattia.
Nella maggior parte dei casi si trattava di tumori alla gola o della prostata e sorprendentemente la causa non sarebbe da ricercare in una predisposizione genetica. Piuttosto in uno stile di vita non esattamente salutare che comporterebbe l’aumentare delle probabilità di ammalarsi.
Tra i fattori scatenanti sicuramente il fumo, il consumo di alcol e una dieta eccessivamente carnivora – spesso a discapito delle quantità di frutta e latte. A questi vanno aggiunti il sovrappeso, livelli alti di glucosio nel sangue e la poca attività fisica. Il trend negli ultimi anni si è stabilizzato grazie alla prevenzione ma tra gli anni novanta e i duemila ha toccato livelli record.
Insorgenza di tumori sotto i 50 anni, un fenomeno in crescita?
È il dottor Xue Li a riportare i dati della ricerca condotta dall’Università di Edimburgo e pubblicata sulla rivista BMJ Oncology. Sono stati analizzati i dati riguardanti 29 tipi di tumori in 204 stati, arrivando a concludere che la mortalità per cancro negli under 50 è aumentata del 27,7% – tra i più letali quello al seno, poi quello alla gola, all’intestino e allo stomaco. Una tendenza che ha vissuto il proprio boom dal 1990 al 2010 e che poi si è assestata su livelli costanti nel decennio successivo. Il merito? Screening e analisi più rigorose che hanno permesso di salvare molte vite.
Tuttavia, gli esperti che sono intervenuti in materia non hanno saputo fornire una spiegazione definitiva sul perché si siano registrati così tanti casi in quella fascia – parliamo di circa 3 milioni di persone. Ai microfoni del Sun, la dottoressa Claire Knight di Cancer Research UK ha però ammesso: “L’esposizione precoce a fattori di rischio, i progressi nelle diagnosi e la genetica hanno giocato un ruolo nella rilevazione. Ciononostante, per quanto allarmante sia la letalità, il cancro rimane una malattia legata all’anzianità, la maggioranza dei casi rientra ancora nella fascia d’età dai cinquanta in su”.
La verità è anche che milioni di persone sono sopravvissute al tumore, fondamentale l’avanzamento delle tecniche di cura e prevenzione. Proprio Cancer Research ha riportato che da metà degli anni ottanta il tasso di mortalità per cancro nel Regno Unito è diminuito di un quarto percentuale. Se i numeri fossero rimasti invariati, almeno un milione e mezzo di persone avrebbe perso la vita per colpa della malattia – che, sia ben chiaro, rimane comunque la causa principale di morte.
Migliorare il proprio stile di vita, evitando fattori di rischio
Per gli studiosi rimane difficile puntare il dito su una causa scatenante, non c’è un vero e proprio colpevole dietro l’insorgenza della malattia ma una concatenazione di variabili molto complessa. Sicuramente concordano sul fatto che sia deleteria una dieta non bilanciata, il fumo, il consumo di alcol, la sedentarietà e l’obesità. Solamente una metamorfosi radicale da attuare nel nostro quotidiano può dare qualche speranza in più di evitare gli scenari peggiori. Insomma, non conviene andarsela a cercare.
Tra le abitudini sconsigliate quella di condire gli alimenti con troppo sale oltre al mangiare troppa carne rossa, poca frutta e prodotti caseari. A questi va aggiunto il poco movimento, il peso eccessivo e gli alti livelli di zucchero nel sangue. Nel report si legge: “Incoraggiare le persone a condurre uno stile di vita sano è il primo passo per ridurre le possibilità di andare incontro alla malattia. Questo include un piano nutritivo equilibrato, lo smettere di fumare e di bere, oltre a dedicare diverse ore all’attività all’aria aperta allo sport”.
Lo studio riporta tra le aree del mondo più colpite riporta il Nordamerica, l’Oceania e l’Europa occidentale. Ma anche i Paesi intermedi non sono stati di certo graziati con il tasso di mortalità più alto negli under 50 che si è potuto osservare in Oceania, Asia centrale e Europa dell’est. Il tumore più letale è sicuramente quello al seno che ha fatto registrar il numero più alto di casi e di morti correlate – rispettivamente il 13,7% e il 3.5% ogni 100mila abitanti della popolazione mondiale. Invece, il cancro alla gola e alla prostata sono quelli più diagnosticati precocemente, con un incremento percentuale annuo del 2,28% e del 2,23%.