Il cancro è ancora uno dei mali più letali per gli esseri umani, con difficoltà nel poter trovare una giusta terapia. Quello che non ci aspettavamo è che le formiche possono salvarci. I medici hanno fatto una scoperta straordinaria.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a delle situazioni non di facile lettura e che rischiano di creare malintesi. Questi piccoli animali però si potrebbero rivelare davvero fondamentali nella lotta a uno dei mali più tremendi dell’era moderna.
L’Airc fa sapere che nel 2022 i casi di tumore siano aumentati dell’1.4% per gli uomini e dello 0.7% per le donne. L’anno scorso ci sono state circa 391mila nuove diagnosi, 14mila in più rispetto all’anno precedente e questo escludendo i tumori della cute non melanomi. Il rapporto è stato dato dalla collaborazione tra AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM e PASSI. La principale causa del tumore rimane l’invecchiamento, ma c’è da parlare anche di latro.
Si vivono ancora gli effetti secondari della pandemia con il blocco dell’attività di screening e cura per quanto riguarda la riorganizzazione del nostro sistema sanitario. I rallentamenti dovuti alla pandemia hanno creato problemi non di poco conto. Intanto però viene specificato come ci sia stato un miglioramento nelle percentuali di sopravvivenza soprattutto tra chi è ancora in vita dopo 10-15 anni dalla diagnosi del tumore. Ora però andiamo a vedere come le formiche siano importanti per la nostra salute.
Le formiche di fatto potrebbero diventare presto uno strumento molto importante nella lotta al tumore. Una ricerca del dipartimento francese dell’Oise nei pressi di Senlis, con un team guidato dalla professoressa Patrizia d’Ettore dell’Università Sorbona, ha permesso di capire come la formica fusca, comune nell’emisfero settentrionale, sia in grado di individuare le cellule tumorali presenti in laboratorio.
Sono state tre le colonie coinvolte per cercare di imparare l’associazione dell’odore dei tumori a una ricompensa. Alcune cellule tumorali sono in grado di rilasciare dei composti organici volatili e questo genera un odore che le formiche possono essere abituate a fiutare. La scienza ha svelato che questi insetti hanno un senso dell’olfatto molto raffinato e possono essere addestrati in maniera semplice e senza grandi complicazioni. In laboratorio lo stimolo è stato legato all’urina di topi xenotrapiantati con tessuti tumorali derivati da pazienti per capire come le formiche possono imparare.
Lo studio porta a delle conclusioni piuttosto chiare. Le formiche delle colonie addestrate hanno trascorso il 20% in più del tempo vicino all’odore del tumore. A rendere conto dei risultati degli studi arriva un articolo pubblicato dalla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences.
I commenti sono i seguenti: “Le analisi chimiche hanno confermato che la presenza del tumore ha modificato l’odore delle urine supportando i risultati comportamentali. Le formiche rilevano in modo affidabile segnali tumorali nelle urine dei topi e hanno il potenziale per agire come biorilevatori di cancro efficienti e anche economici”.
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