Carlos Alcaraz è stato uno tsunami nel mondo del tennis e si cerca già il suo contender o sostituto, ma se vi dicessimo che già esiste?
Nel mondo dello sport esistono tantissimi grandi interpreti e molti di loro hanno carriere e sviluppi differenti. C’è quello che è leggermente più acerbo e necessita di tempo per sbocciare in maniera definitiva e chi invece comincia fortissimo e poi non riesce a migliorare il proprio livello con il passare degli anni. In assoluto non è possibile prevedere con certezza quale livello possa raggiungere un giovane talento o quando e se possa davvero sbocciare un “diamante grezzo”.
Per questa ragione in ogni sport le figure del talent scout sono fondamentali. Queste persone hanno la capacità di capire prima degli altri quale sia il potenziale di un atleta e nella maggior parte dei casi, quando puntano forte su qualcuno, tendono ad azzeccare le previsioni. Certo, poi ci sono fattori esterni e interni non calcolabili, parliamo di infortuni, incapacità di gestire la pressione, debolezza psicologica, vita notturna, mancanza di disponibilità al sacrificio.
Di talenti persi per strada ne abbiamo visti una marea, anche nel mondo del tennis. In Italia ad esempio Diego Nargiso sembrava destinato a grandi cose e appena maggiorenne aveva già ottenuto risultati al di sopra della media. Con un simile inizio tutti gli prospettavano una carriera da numero 1, ma così non è stato (anche se non è stata mica una carriera da buttare).
Poi ci sono però i talenti come Carlos Alcaraz, quelli che nascono una volta ogni 30-40 anni e che sono talmente evidenti da far capire anche a chi non ha mai visto una partita di tennis che si tratta di qualcuno fuori dalla norma. Lo spagnolo è stato sin dal primo incontro capace di mettere in difficoltà chiunque e gli è bastato un anno per raggiungere il livello dei primi della classe e superarlo.
Subito si sono sprecati i paragoni con un altro grandissimo del tennis iberico. La stampa lo ha etichettato come erede di Rafa Nadal, un paragone che il ragazzino terribile ha rifiutato, dicendo chiaramente che come Nadal non ci sarà più nessuno nella storia e invitando la stampa a bloccare sul nascere il paragone e accettare il fatto che lui non è il nuovo nessuno, è semplicemente Carlos Alcaraz.
Il 20enne numero uno del ranking Atp ha dunque talento e consapevolezza nei propri mezzi, ma ha anche carattere a sufficienza per non farsi schiacciare dalla pressione mediatica e dalle aspettative che gravano sulle sue spalle. Nonostante tutti gli occhi del mondo siano posati su di lui, gioca con la naturalezza e la serenità di un ragazzino su un campetto di un circolo privato.
L’altro aspetto sbalorditivo di Alcaraz è la sua capacità di alzare sempre il livello del proprio tennis. Di fronte alle difficoltà, l’iberico si esalta sfoderando colpi da maestro che ricordano il miglior Federer. Il tutto con una potenza simile a quella di Nadal e una difesa impermeabile come quella di Djokovic. Attualmente trovare un difetto nel suo tennis è impossibile, anche perché di partita in partita sembra migliorare e riesce a sbalordire.
L’exploit dello scorso anno, quello che aveva permesso ad Alcaraz di detronizzare Djokovic e mettersi per la prima volta in testa alla classifica mondiale del tennis, poteva essere un unicum. Nessuno infatti conosceva lo scorso anno il vero potenziale del tennista iberico e dunque anche i più forti al mondo potevano essere stati colti di sorpresa. Una volta presa confidenza con la forza dell’avversario, quest’anno la vita professionale dell’enfant prodige poteva essere più complicata.
D’altronde, come in ogni campo, la parte più complicata non è tanto affermarsi, quando confermarsi. Alcaraz in questa stagione era chiamato a dare la prova della maturità, dimostrare che quanto visto non era casuale, ma una realtà a cui tutti gli altri si dovevano abituare. Anche perché, dopo un anno al di sotto del suo livello, Djokovic in questo 2023 è tornato agguerrito e in forma smagliante, desideroso di riprendersi il primo posto in classifica e di vincere tutti i tornei dello slam.
Obiettivo centrato nei primi due impegni stagionali e che è stato impedito solo da uno strepitoso Alcaraz. Il percorso verso la finale di Wimbledon di Djokovic è stato fenomenale ed impressionante. Il tennista serbo sembrava inarrestabile, ma nella finale del più importante torneo dell’anno ha trovato un avversario degno, qualcuno in grado di metterlo in grande difficoltà.
Ciò che ha reso ancora più grande la vittoria di Alcaraz è il fatto che Djokovic è partito forte, assicurandosi il primo set. Nel secondo lo spagnolo ha preso le misure all’avversario, battendolo al tie-break e invertendo l’inerzia dell’incontro. Quando il fuoriclasse serbo ha pareggiato la partita portandola sul 2-2 al quarto set, tutti pensavano che l’esperienza di Djokovic avrebbe permesso una vittoria facile. Ma lui non si è fatto intimidire né dall’esperienza né dalla forza dell’avversario, anzi proprio nel quinto set ha aumentato ancora i giri del motore, chiudendo abbastanza semplicemente l’incontro.
Insomma se si cercava una prova di maturità, una conferma dell’immenso talento di Alcaraz, Wimbledon è stata la dimostrazione lapalissiana che il tennis mondiale ha un nuovo padrone e che potrebbe essere cominciato un dominio difficile da spezzare per chiunque.
Chi potrà impensierire nei prossimi anni Carlos Alcaraz? Questa la domanda che si pongono tutti e che è stata posta anche al fenomeno iberico. Lui ha indicato il nostro Jannik Sinner come la sua nemesi futura, un attestato di stima nei confronti del talento azzurro che fa piacere e che tutti ci auguriamo possa essere di buon auspicio nei prossimi anni, ma sarà davvero così?
Solo il campo potrà dirlo, nel frattempo il fratellino di Carlos – il 12enne Jaime – sta seguendo le sue orme. A distanza di 8 anni dal fratello, il piccolo Jaime è stato in grado di aggiudicarsi il titolo del Rafael Nadal Tour categoria under 12. La vittoria del torneo è giunta dopo una finale serrata contro il connazionale Pablo Serrano (6-1, 1-6, 10-1 al Supertiebreak).
Attualmente è ancora troppo presto per poter dire se il piccolo Jaime possa seguire effettivamente le orme del fratello maggiore in campo professionistico, ma se fosse proprio lui la nemesi di Carlos? Narrativamente parlando sarebbe una meravigliosa pagina di tennis, è infatti dai tempi delle sorelle Williams che non si vede un duello ai vertici di questo sport tra due consanguinei.
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