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Economia

Cartella esattoriale, come scoprire se è prescritta o meno: il metodo

Da sapere sulla Cartella esattoriale, come scoprire se è prescritta o meno, il metodo da conoscere. Tutte le informazioni utili.

La cartella esattoriale, o cartella di pagamento come dovrebbe essere correttamente chiamata, è quello strumento con cui l’Agenzia delle Entrate a Riscossione notifica al contribuente l’iscrizione a ruolo di un debito dello stesso verso la pubblica amministrazione, ad esempio per multe o tasse non pagate. L’iscrizione a ruolo è un titolo esecutivo, significa che da quel momento l’Agenzia delle Entrate può agire coattivamente nei confronti del contribuente per recuperare il credito.

Cartella esattoriale, come scoprire se è prescritta o meno: il metodo (GranTennisToscana.it)

Nella cartella esattoriale sono indicate le somme di denaro dovute dal contribuente, insieme all’invito a pagarle entro i termini indicati nella cartella stessa. Inoltre sono contenute le informazioni sulle modalità di pagamento, dove e come, e le indicazioni su come chiedere la rateizzazione del pagamento o la sua sospensione e anche su come fare ricorso.

Prima che il contribuente paghi e prima che la Pubblica Amministrazione intervenga nei suoi confronti, visto che i procedimenti sono numerosi, può capitare che la cartella esattoriale sia prescritta e che pertanto il contribuente non debba più pagare nulla all’Agenzia delle Entrate.

Quando si verifica questa circostanza e come scoprirlo? Vi diciamo tutto qui di seguito, ecco quello che bisogna sapere.

Cartella esattoriale, come scoprire se è prescritta

Quand’è che una cartella esattoriale è prescritta e il contribuente non deve più pagare il proprio debito all’Agenzia delle Entrate? Non esiste un termine di prescrizione stabilito per legge per le cartelle esattoriali, si fa riferimento alla prescrizione delle imposte di cui è chiesto il pagamento.

Ad esempio, le imposte dovute allo Stato, come l’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche), si prescrivono in dieci anni. Pertanto, se queste imposte non sono state pagate dal contribuente e non è intervenuto alcun atto a interrompere la prescrizione, come la cartella esattoriale appunto, dopo dieci anni lo Stato non può più chiederne il pagamento al contribuente. Lo stesso principio si applica alla cartella esattoriale stessa dal momento della sua notifica, se in dieci anni la prescrizione non viene interrotta, la cartella è prescritta.

Quali sono i termini di prescrizione delle cartelle esattoriali e delle tasse (GranTennisToscana.it)

Invece, le imposte degli enti locali, Regioni, Province e Comuni, si prescrivono in cinque anni. Dunque il periodo di prescrizione è più breve. Ancora più breve è la prescrizione del bollo auto, che ha una durata di tre anni. Sempre cinque anni, poi, è il periodo necessario per la prescrizione delle sanzioni. Tutti questi termini, pertanto, si applicano alle relative cartelle esattoriali.

Come abbiamo accennato sopra, il periodo di prescrizione inizia dal momento in cui il contribuente ha ricevuto la notifica della cartella esattoriale. Se durante i dieci, cinque o tre anni non si verifica alcun atto che interrompe la prescrizione, come una nuova cartella per lo stesso debito o un atto di pignoramento, al termine del periodo la cartella è prescritta. Il contribuente non deve più nulla e non è necessaria alcuna dichiarazione formale da parte dell’autorità pubblica, che sia Pubblica Amministrazione o magistrato. La cartella esaurisce la sua validità

Se al momento della notifica della cartella esattoriale il contribuente non è in casa, la cartella sarà in deposito alle Poste o presso il Comune. In questo caso, il termine di prescrizione ha inizio nel momento in cui il contribuente ritira la cartella e comunque non oltre i dieci giorni dall’invio della raccomandata con cui viene comunicato che la cartella è in giacenza.

Gli atti che interrompono la prescrizione

Affinché la prescrizione si verifichi regolarmente, è necessario che nel periodo di dieci o cinque anni non sia stato notificato o compiuto alcun atto interruttivo della prescrizione stessa, come ad esempio una nuova richiesta di pagamento. Se invece questo avviene, il termine di prescrizione si interrompe e ricomincia da capo dal giorno successivo alla notifica del nuovo atto, sempre per la stessa durata (dieci o cinque anni).

Gli atti che interrompono la prescrizione di una cartella esattoriale sono le intimazioni di pagamento, dette anche cartelle rinnovate, i preavvisi di fermo o di ipoteca e gli atti di pignoramento. Anche il contribuente può interrompere la prescrizione, ad esempio quando chiede di rateizzare il pagamento della somma dovuta.

La cartella prescritta

Se gli atti di interruzione della prescrizione non si verificano ed è trascorso il tempo necessario al compimento della prescrizione stessa, la cartella è prescritta. In modo automatico, senza che il contribuente debba fare nulla.

Quando la cartella esattoriale è prescritta non si deve più pagare (GranTennisToscana.it)

Una volta intervenuta la prescrizione, se l’agente della riscossione dovesse chiedere comunque il pagamento di una cartella esattoriale prescritta, sarà sufficiente fare ricorso contro questa richiesta, facendo valere la prescrizione. Il termine entro cui fare ricorso è di 60 giorni dalla notifica dell’atto per la richiesta di pagamento di imposte e tasse, di 30 giorni per le multe stradali e altre sanzioni amministrative e di 40 giorni per le cartelle relative a contributi dovuti all’Inps o all’Inail.

Nel caso in cui il contribuente non ricordi la data di notifica dell’atto, può verificarla inserendo il codice a barre sul sito di Poste Italiane oppure può chiedere un estratto di ruolo all’Agenzia delle Entrate, con tutte le informazioni sulle cartelle notificate.

V.B.

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