Mentre l’anno fiscale entra sempre più nel vivo, con i ben noti pagamenti in scadenza, dall’Agenzia delle Entrate parte una raffica di cartelle fiscali potenzialmente pericolose.
Autunno, tempo di scadenze fiscali. Dopo il relax estivo, molti di noi in questi giorni sono alle prese con le incombenze di rito – imposte, tributi e contributi, tasse varie – legate alla propria posizione di contribuente. E questa non è certo una novità. Tanti cittadini stanno però ricevendo anche delle cartelle fiscali che hanno creato un effetto panico. Sì, perché si tratta di cartelle fiscali sbagliate. Con l’Agenzia delle Entrate non c’è da scherzare: i destinatari rischiano addirittura una procedura di pignoramento. Ecco cosa fare per evitarlo.
Per prima cosa va detto che in questo momento sono tantissimi gli italiani che versano in condizioni di forte difficoltà economica, complice l’inflazione e un’impennata dei prezzi di ogni genere, delle rate dei mutui e dei prestiti ai beni di prima necessità. Nella maggior parte dei casi, un solo stipendio mensile (quando c’è) non è più sufficiente per sostenere tutte le spese necessarie. Di conseguenza, in tanti si ritrovano a scegliere tra i pagamenti più urgenti e quelli che si possono rimandare. Ma l’Agenzia delle Entrate non resta a guardare.
Come accennato, sono in arrivo migliaia di cartelle esattoriali che rischiano di mettere in seria difficoltà singoli cittadini, famiglie e imprese. Tutti soggetti già oberati dalla lunga serie di pagamenti obbligatori in scadenza più o meno ravvicinata. Oltre al (potenziale) danno, però, in questo caso c’è anche la beffa. Si tratta infatti di cartelle esattoriali la cui emissione avrebbe dovuto, in realtà, essere bloccata, in virtù dell’adesione dei debitori al piano di rottamazione quater 2023 per il pagamento agevolato dei debiti contestati. Purtroppo, tale piano deve ancora partire ufficialmente. Di qui il cortocircuito fiscale.
Calendario alla mano, i primi pagamenti per chi ha aderito alla rottamazione quater 2023 partiranno dal prossimo 31 ottobre. Ma con le cartelle esattoriali incriminate, alcune relative a posizioni risalenti anche a molto tempo fa, se non si fa nulla il rischio – concreto – è quello dell’avvio di una procedura di pignoramento dei beni. Ed è un rischio che naturalmente sta facendo infuriare tutti coloro che pensavano di poter dormire sonni tranquilli dopo aver aderito alla rottamazione quater 2023.
Insomma, le cartelle esattoriali che stanno arrivando in questi giorni nelle case di molti di noi sono sbagliate, essendo già oggetto della rottamazione quater. Ma in qualche caso starebbero già partendo i pignoramenti sui conti correnti! Esperti e addetti ai lavori – commercialisti in primis – chiedono con forza un intervento urgente da parte del governo per fermare questa potenziale valanga e scongiurare un grave danno sociale (di cui, per quanto esposto in premessa, in questo momento non c’è proprio bisogno).
Cosa può fare il malcapitato contribuente per scongiurare esiti a dir poco spiacevoli? Per prima cosa dovrebbe armarsi di santa pazienza, recuperare tutta la documentazione pertinente e presentarla all’Agenzia delle Entrate, per dimostrare che la cartella esattoriale ricevuta rientra nella rottamazione quater alla quale ha aderito, per cui a breve inizierà a pagare e null’altro è dovuto.
A tal proposito, va ricordato che dopo la proroga al 30 giugno dei termini per poter aderire alla rottamazione 2023, che prevedeva il condono totale dei debiti entro i mille euro tra il 2000 e il 2015 e la possibilità di pagare in maniera ridotta e agevolata le cartelle ricevute dal primo gennaio 2016 al 30 giugno 2022, i pagamenti delle prime rate della rottamazione quater 2023 sono fissati al prossimo 31 ottobre. Dunque tra poco più di un mese. Al contribuente è stata data infatti la possibilità di scegliere se pagare in una unica soluzione o con un piano rateale, per un massimo di 18 rate. Scegliendo il pagamento rateale, e per una durata massima di 5 anni, le prime due rate sono pari al 10% delle somme dovute e devono essere pagate rispettivamente il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023.
Il 31 ottobre 2023, dunque, i contribuenti che hanno presentato la domanda e ai quali è stata recapitata la comunicazione con la quale l’Agenzia delle Entrate conferma l’accoglimento della richiesta, devono procedere al pagamento con i bollettini inviati dalla stessa AdE. Si tenga presente che tutte le operazioni di comunicazioni ai contribuenti relative alle somme da versare dovrebbero concludersi entro il prossimo 30 settembre. Le date successive da rispettare per il piano di pagamento dei debiti a rate (16 mancanti) a partire dal 2024 sono: il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre. Per allora si spera che il pasticcio delle cartelle sia stato definitivamente risolto.
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