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Curiosità

Casa di proprietà, se non stai attento te la possono togliere così: in pochi lo sanno

Forse non sai che, se non presti la giusta attenzione, la casa di proprietà potrebbe essere tolta in men che non si dica!

La casa di proprietà oggigiorno è diventato un lusso inaccessibile, specialmente per i più giovani. Con contratti precari, stipendi risicati o peggio assenza di qualsiasi tipo di contratto nazionale del lavoro, immaginare un futuro stabile diventa un’impresa ardua. Insomma, quello che fino a una trentina d’anni fa era uno step fondamentale nonché una certezza che, prima o poi, spettava a tutti, oggi è davvero un’incognita.

Casa di proprietà, un lusso inaccessibile per gli under 30 – Grantennistoscana.it

Stando ad alcune stime recenti condotte dall’Eurostat, i giovani italiani, rispetto al resto dei coetanei europei, lasciano casa dei genitori molto più tardi. E malgrado si siano fatti dei piccoli passi in avanti, siamo ben distanti dalla media europea. Giusto per rendere l’idea, se in Italia finalmente si lascia casa di mamma e papà a 29,9 anni, negli altri paesi europei questo “processo naturale” avviene a 26,5 anni.

In prospettiva tre anni e mezzo non sembrano tantissimi. In realtà però sono cruciali per un passaggio corretto e totale nell’età adulta soprattutto se si volge la testa all’insù guardando al Nord dove i giovani svedesi e finlandesi lasciano il tetto di famiglia già a 19 anni. Tuttavia, c’è da dire come i giovani italiani non siano quelli messi peggio. Greci, bulgari, slovacchi, portoghesi e croati, infatti, abbandonano la casa dei genitori superati i 30 anni.

Tornando però alla situazione nostrana, proprio come dicevamo prima, la casa di proprietà diventa sempre più un miraggio. Negli ultimi cinquant’anni i giovani che stanno ancora a casa coi genitori sono passati dalla metà ai due terzi. E questo trend negativo è destinato solo a salire se non si interviene massicciamente con politiche di lavoro giovani volte a un’indipendenza tanto economica quanto personale.

Quando la casa di proprietà diventa un problema: ecco perché c’è il rischio che venga tolta

In alcune circostanze però la casa di proprietà non è garanzia a priori di un futuro stabile. Ci sono dei casi, infatti, in cui questa può essere tolta. I divorzi per loro natura non sono di certo semplici. Ma tra i mille cavilli burocratici legati alla separazione, alcuni più di altri possono fare la differenza. Ma facciamo un esempio pratico.

In caso di divorzio, ecco cosa accade alla casa di proprietà – Grantennistoscana.it

Se si vive nella casa di proprietà intestata ai suoceri che hanno deciso di far abitare in quell’immobile il figlio o la figlia col proprio partner, anche se vi abitano dei minori – che in questo caso sarebbero i nipoti del figlio o della figlia dei proprietari di casa – non è detto che possano restare. A spiegare l’intricata questione è stata su ‘Dipiù Tv‘ l’avvocato Maria Greco.

In questi casi, infatti, in assenza di un accordo tra i coniugi, è proprio il giudice a stabilire non solo a chi assegnare la casa, ma anche a chi affidare i figli minorenni. Ed entrambi gli aspetti sono strettamente collegati dato che interesse primario del giudice sarà garantire il benessere e l’interesse dei minori coinvolti nella separazione. E in questo scenario, vi possono essere diverse soluzioni o alternative:

  • Se l’affido è esclusivo, la casa spetta al genitore affidatario che vivrà lì insieme ai figli;
  • Se l’affido è paritario (e quindi riguarda entrambi i genitori), la casa può essere assegnata al coniuge che è proprietario dell’immobile;
  • Se si tratta, invece, di una casa intestata a “terze persone“, il giudice può valutare di far continuare a vivere la mamma coi figli nella casa dove sono cresciuti. Questo ovviamente fino a che non saranno entrambi maggiorenni. Così si tiene conto delle norme del comodato grazie alle quali sia il genitore che i figli possono continuare a stare in quell’abitazione gratuitamente. Vanno escluse però la manutenzione e le spese ordinarie;

    Ecco ciò che può accadere in caso di divorzio – grantennistoscana.it

Ovviamente però ci sono altri aspetti da considerare. Come ha sottolineato l’avvocato “ciò è possibile unicamente se il contratto di comodato, precedentemente stipulato, anche se non in forma scritta, tra il genitore – ossia il proprietario di casa – e almeno uno dei coniugi abbia previsto la destinazione del bene a casa familiare e non ad abitazione secondaria“.

Ma non solo. Malgrado tutte le circostanze descritte prima però, ciò non toglie che in qualsiasi momento gli effettivi proprietari di casa possono richiedere la restituzione dell’immobile nel caso di un urgente e improvviso bisogno. Anche vi abitano dei minori e sono nipoti dei proprietari.

Karola Sicali

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