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Curiosità

C’è allarme per un’eruzione vulcanica immensa che può fare più danni del Covid

Gli scienziati allertano tutti sul rischio di una super eruzione vulcanica che potrebbe uccidere milioni di persone e modificare anche il clima.

Ci sono eventi sui quali non abbiamo il minimo controllo e che potrebbero causare istantaneamente la morte di centinaia se non migliaia di persone. Quando si pensa a simili evenienze, ormai tutti pensano al covid e alla possibile diffusione di un virus molto più letale di quello che abbiamo affrontato negli anni passati.

Uno studio pubblicato su Nature allerta sul pericolo di una super eruzione – Grantennistoscana.it

Dopo quanto successo nel 2020 è normale che gran parte delle spese dei Paesi mondiali siano rivolte al miglioramento delle strutture sanitarie e a quello dei sistemi di prevenzione. L’obiettivo è quello di evitare che una nuova pandemia possa coglierci impreparati. D’altronde l’OMS ha lo scopo di prevenire fenomeni pandemici e di migliorare la collaborazione tra i sistemi sanitari di tutto il mondo.

Un altro timore di cui si parla spesso di questi tempi è quello della possibilità che un asteroide precipiti sulla Terra e causi un’ecatombe. Le probabilità che questo si verifichi sono molto basse, ma nel caso in cui dovesse succedere bisogna effettivamente essere preparati ad evitare un evento che potrebbe causare l’estinzione dell’intera razza umana.

Pericolo asteroide?

Da qualche anno a questa parte la Nasa e le altre agenzie spaziali stanno investendo molto in ricerca proprio per preparare un piano anti collisione. Il progetto più noto è sicuramente il Double Asteroid Redirection Test (o Dart) attraverso il quale si punta a deviare o modificare l’orbita di un asteroide potenzialmente pericoloso facendo schiantare una sonda spaziale contro di esso.

Quali sono le probabilità che un asteroide di dimensioni letali colpisca la Terra? – Grantennistoscana.it

Il primo esperimento di questo tipo è andato a buon fine ed anzi l’impatto tra la sonda e l’asteroide (si trattava in questo caso di un corpo celeste non pericoloso per la Terra) ha causato una variazione di orbita maggiore rispetto a quella preventivata dagli scienziati della Nasa. Insomma il metodo potrebbe effettivamente funzionare, ma non è l’unico oggetto di studio. Si stanno progettando anche un “trattore gravitazionale” in grado di trainare l’asteroide tramite un’apposita rete e un cannone gravitazionale in grado di attrarre l’asteroide e dunque di modificarne la traiettoria.

Per questo sistema di protezione dai pericoli provenienti dall’universo sono stati spesi dalla Nasa ben 330 milioni di dollari e altri fondi verranno spesi in futuro. Tuttavia il pericolo, almeno secondo le nostre conoscenze è molto remoto e attualmente, nelle vicinanze della Terra non c’è un asteroide tanto grande e tanto vicino da fare temere un eventuale impatto. Per tale ragione c’è chi è convinto che sarebbe meglio destinare dei fondi alla prevenzione di pericoli che sembrano maggiormente concreti.

Il rischio super eruzione

Tra coloro che spingono per finanziamenti destinati alla prevenzione di cataclismi molto più frequenti dell’impatto di un asteroide potenzialmente letale ci sono anche gli studiosi Michael Cassidy dell’Università di Birmingham e Lara Mani dell’Università di Cambridge. I due, in uno studio pubblicato sulla rivista ‘Nature’ hanno parlato del rischio sottovalutato da molti di una Super Eruzione vulcanica.

Gli studiosi britannici avvertono dei rischi di una super eruzione e chiedono investimenti per poterla prevenire – Grantennistoscana.it

Si tratta di un’eruzione molto più violenta e duratura di una normale, in grado di raggiungere una magnitudo di livello 8 (quella massima per quanto riguarda le eruzioni). Secondo i dati raccolti dall’osservatorio americano – il Geological Survey – l’ultima eruzione di questo tipo è accaduta 22mila anni fa e sempre in base ai dati in possesso degli studiosi la media temporale con cui queste eruzioni devastanti si verificano è di 14.300 anni.

Insomma il rischio che possa verificarsi da un momento all’altro esiste. Ma quale sarebbe il danno causato da una simile eruzione? Per fare capire l’entità del pericolo, gli studiosi hanno portato come esempio l‘eruzione del 1816 sul Monte Tambora, in Indonesia. In questo caso si trattò di un’eruzione di magnitudo 7 (le quali si verificano ogni 625 anni) e causò la morte di 100.000 persone, ma anche una serie di fenomeni a catena come carestie e violenze in varie parti del mondo.

Nello studio, i due ricercatori sottolineano il fatto che oggi il mondo è molto più abitato rispetto all’epoca, dunque già un’eruzione di magnitudo 7 causerebbe molte più morti e molti più problemi sociali a catena di quanti ne produsse all’epoca. Questo perché il mondo di oggi è decisamente più interconnesso di quanto non lo fosse 200 anni fa. Dunque una di magnitudo superiore potrebbe portare a più morti di un’esplosione atomica.

Il problema è che un simile fenomeno con gli strumenti di controllo attuali è impossibile da preventivare. Motivo per cui nella conclusione dello studio viene suggerito un ingente investimento per monitorare le attività sismiche della Terra non solo tramite gli strumenti attualmente in uso, ma anche attraverso un apposito satellite in grado di dare risultati in tempo reale sui flussi magmatici.

Il rischio sismico in Italia

L’Italia è un Paese ad alto rischio sismico. Negli anni passati si sono verificati tantissimi terremoti letali nel nostro Paese, alcuni dei quali hanno letteralmente raso al suolo interi paesini e cittadine. Il rischio che simili fenomeni si ripresentino da un giorno all’altro è elevato e il problema principale è che ancora oggi non c’è un modo preciso per poter preventivare con assoluta certezza quando una scossa sismica di elevata intensità si potrebbe verificare.

In Italia ciò che preoccupa maggiormente è il rischio sismico – Grantennistoscana.it

Esistono dei sistemi di sorveglianza che monitorano le scosse sismiche e gli studiosi cercano di creare dei modelli previsionali che consentano di comprendere quando ci potrà essere uno sciame sismico intenso. Oggi sappiamo ad esempio che quando si verifica una scossa di terremoto di alta intensità, ce ne saranno diverse di richiamo che la seguiranno.

Per il momento il migliore strumento di prevenzione che abbiamo a disposizione è la messa in sicurezza degli edifici. A tale scopo sono stati concessi i sisma bonus, attivi dal 2017 e a disposizione dei cittadini fino al 2024. Probabilmente, però, la detrazione la 50% (per altro con anticipo della somma da spendere) non è sufficiente affinché le famiglie meno abbienti possano sfruttare il sisma bonus per rendere maggiormente sicure le proprie abitazioni.

I rischi vulcanici sul nostro territorio

Un altro rischio che non bisogna sottovalutare è quello delle eruzioni vulcaniche. In Sicilia si trova il vulcano attivo più grande d’Europa – l’Etna – la cui attività è intensa e solitamente di tipo “Stromboliana”. Nella maggior parte dei casi, insomma, il tutto si esaurisce con pirotecniche e spettacolari fontane di lava che rendono caratteristica e magica l’atmosfera nei pressi della zona.

Anche il rischio vulcanico è presente sul territorio nazionale – Grantennistoscana.it

In passato la città più vicina all’Etna, Catania, è stata distrutta ben 7 volte dalle colate laviche. Oggi questo rischio è più basso, poiché i crateri attivi sono distanti dai centri abitati e c’è il tempo di prendere delle precauzioni utili a deviare il flusso della colata lavica. Tuttavia questo non salva la popolazione dai rischi vulcanici, visto che l’attività magmatica sotto terra può anche causare violente scosse di terremoto. Inoltre nulla esclude aprirsi una nuova bocca in una zona maggiormente pericolosa.

Vesuvio e campi flegrei

Il vulcano che preoccupa maggiormente, però, è il Vesuvio. L’icona di Napoli è quiescente ormai dal 1944 e il timore è che possa risvegliarsi improvvisamente, dando vita ad un’esplosione. Dopo l’attività eruttiva, principalmente lavica dal 1914 al 1943, il Vesuvio nel 1944 diede vita a diversi fenomeni eruttivi, prima lavici e successivamente esplosivi e sismici. Come accaduto nella storica eruzione del 44 aC che distrusse Pompei, quella avvenuta in piena Seconda guerra mondiale ha distrutto i comuni di Massa di Somma e San Sebastiano, nonché causato la morte di 12.000 persone.

Nessuno è in grado di prevedere quando un simile evento si possa verificare nuovamente, visto che potrebbero passare addirittura mille anni prima di una nuova eruzione esplosiva di questo tipo. Altro rischio nella zona è rappresentato dai campi flegrei, ovvero un’ampia zona depressiva di origine vulcanica che si trova a nord di Napoli e nelle cui vicinanze abitano 500mila persone.

A rendere rischiosa la zona è la presenza di diversi crateri di natura vulcanica e la difficoltà di individuare quale possa essere la bocca eruttiva dalla quale potrebbe uscire la lava. Non è escluso infatti che, in caso di eruzione, la lava possa fuoriuscire da più bocche contemporaneamente.

Fabio Scapellato

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