I gruppi sanguigni possono essere di vari tipi. Secondo ciò che dice la scienza alcuni sono più propensi ad ammalarsi rispetto ad altri.
Da quando c’è stata la pandemia di COVID-19 gli studiosi si sono chiesti se alcuni gruppi sanguigni potessero essere più predisposti rispetto ad altri a contrarre la malattia. E ovviamente la domanda si è estesa anche ad altre patologie. Ma prendiamo in esame la malattia che ha coinvolto tutto il mondo negli ultimi anni: il Coona Virus Disease 19.
Secondo un nuovo studio, il gruppo sanguigno di una persona può avere un ruolo abbastanza importante nella predisposizione al COVID-19. E in particolare uno correrebbe più facilmente il rischio di contrarre il virus. Parliamo di un ceppo che costituisce un terzo dell’intera popolazione degli Stati Uniti e supera sotto questo aspetto quelli con sangue di tipo O, quasi la metà degli americani. La nuova ricerca ha suggerito che gli individui con questo gruppo hanno il 20-30% in più di probabilità di contrarre il Covid.
Cosa dice la nuova ricerca
Avere il gruppo sanguigno A è un ulteriore svantaggio per coloro che hanno altri problemi di fondo. Questo poiché, se oltre a compromissione immunitaria, diabete, obesità o altre condizioni di salute, la persona ha anche sangue di tipo A è più incline a contrarre il COVID rispetto ad una persona con sangue di tipo O con le stesse patologie. Ovviamente lo studio della relazione tra gruppo sanguigno e COVID-19 è ancora in evoluzione. Però la maggior parte degli studi stabiliscono che c’è una connessione maggiore tra il COVID-19 e i gruppi sanguigni A e AB. Il gruppo O invece è stato ritenuto meno significativo.
Non mancano ovviamente delle contraddizioni. Ad esempio, in uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association nell’aprile 2021, i ricercatori hanno esaminato circa 108.000 casi di COVID-19. Essi hanno concluso che non c’erano prove di una connessione tra il gruppo sanguigno e il rischio di contrarre il COVID-19. Ciò che è certo è che tutti, prima o poi, anche inconsapevolmente hanno contratto il COVID. E ciò che i ricercatori sperano è che la ricerca possa continuare e portare alla luce magari altri aspetti importanti.
Infatti, anche se la pandemia è “finita”, ciò non significa che si possa trascurare l‘importanza della ricerca sulla connessione tra gruppo sanguigno e COVID-19. Il virus circola ancora a livelli significativi e c’è la possibilità che si evolva in varianti più pericolose. Comprendere come il gruppo sanguigno influisce sulla predisposizione può fornire preziose informazioni sul comportamento del virus e aiutarci a sviluppare migliori approcci di prevenzione e trattamento nel futuro.