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Economia

C’è una cosa che quasi tutti facciamo e ci fa perdere molti soldi dello stipendio: evitala e ti arricchirai

I soldi dello stipendio, volenti o nolenti, sono indispensabili per vivere. Ma dobbiamo anche saperli guadagnare e poi gestirli al meglio. 

In Italia il lavoro langue e lo sappiamo bene. Possiamo però esulare dal criticare esclusivamente la politica (che certo non eccelle né in questa né in altre circostanze) e tentare di capire cosa possiamo fare per migliorare il nostro status economico.

Attenzione ad una cosa fondamentale durante la ricerca del lavoro – Grantennistoscana.it

Un interessante studio condotto in America, ma che può essere utile per confrontare la situazione nel nostro Paese, ha evidenziato un particolare che può farci perdere anche fino al 20% in busta paga.

Come numero potrebbe sembrare esiguo, ma riflettendoci si parla di centinaia di euro. Oggi, con l’inflazione alle stelle e con nessuna prospettiva di miglioramento, ciò influisce sul benessere economico. E di conseguenza anche sulla salute fisica e mentale.

Andiamo subito a scoprire allora come mai ciò che guadagniamo non dipende solamente dalle attuali Leggi ma anche da alcuni comportamenti sociali.

Se i soldi dello stipendio non sono abbastanza rispetto alle tue capacità forse hai sbagliato fin dall’inizio

Per capire come mai i nostri gesti e le nostre parole influiscono così tanto sullo stipendio, dobbiamo fare un passettino indietro. Al momento del colloquio.

Presentarsi per un lavoro e sapersi “vendere” è davvero molto difficile, oggi più che mai vista l’ampia concorrenza. Abbiamo capito che non basta presentare un buon curriculum e dichiarare di essere persone volenterose, precise e puntuali. Le domande dei recruiter sembrano sfide psicologiche, mettono pressione, e alla fine spesso si esce dal colloquio confusi e frustrati.

Lo stipendio si decide anche e soprattutto al colloquio di lavoro – Grantennistoscana.it

Se le procedure di selezione siano giuste o meno non possiamo affermarlo con certezza, però possiamo adottare tutte le strategie possibili per uscirne vincenti.

Ebbene, sembra proprio che quando raccontiamo di noi e rispondiamo alle domande dei recruiter facciamo una sbaglio madornale. Ovvero, quello di parlare “come a casa“, spesso e volentieri nel nostro dialetto. Torinese, fiorentino, napoletano, romano o milanese non ha importanza. Il modo in cui diciamo le cose influisce tantissimo sul giudizio che l’esaminatore avrà su di noi.

La conseguenza? Probabilmente otterremo un incarico non all’altezza con le nostre reali capacità. E se pensiamo che questo “piccolo dettaglio” non sia importante, andiamo a scoprire cosa è emerso dallo studio, e facciamoci anche due domande.

Lo studio che distrugge le nostre speranze, ecco cosa hanno compreso gli esperti

Un interessante studio ha scoperchiato un “caso di Pandora” e ci invita a riflettere. Ovviamente ognuno può trarre le sue conclusioni, e magari lo spunto per cambiare (oppure no) il suo approccio al prossimo colloquio di lavoro.

Un team di esperti dell’Università di Chicago si è posto delle domande e ha avviato una collaborazione con altri ricercatori dell’Università di Monaco. I risultati dello studio sono stati pubblicati poi su National Bureau of Economic Research.

Se ci poniamo nel modo sbagliato non otteniamo ciò che ci spetta – Grantennistoscana.it

Il team ha effettato delle interviste a persone che hanno raccontato le esperienze ai colloqui di lavoro. Ebbene, dai risultati della ricerca è emerso che questa scelta porta a diversi “effetti collaterali“. Nel senso che le differenze in busta paga arrivano anche ad un 20% in meno rispetto a chi sfoggia una lingua “pulita” quando si presenta al colloquio.

E non è tutto: anche una volta assunti, i lavoratori che si pongono con una parlata più “formale e pulita” ottengono gratificazioni economiche maggiori e incarichi di più alto livello. E non stiamo parlando di impieghi in determinati ambiti come quelli manageriali, ma di tutte le tipologie di lavoro, anche quello manuale o meno intellettuale.

Se ne evince che chi decide di ampliare l’organico va a chiedere determinate skills e competenze, ma guarda anche a come parliamo. Forse è meglio rifletterci, la prossima volta che andremo a presentarci ad una selezione di personale.

Stefania Stefania Guerra

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