Paese che vai, sfortuna che trovi: in base a dove si va c’è un numero in particolare che viene considerato “iellato”, scopriamo quali sono.
I numeri sono stati un’introduzione fondamentale negli studi matematici e sono ancora oggi alla base di questa utile disciplina. Come spesso capita quando si tratta di studi e scienze, però, anche la matematica inizialmente si fondeva con le arti divinatorie e con teorie riguardanti la religione. Vi basti pensare che per il popolo ebraico esiste una branca di studi sulla Bibbia che è basata proprio sulla simbologia numerica, ovvero sul valore altro che viene dato a determinati numeri.
Stiamo chiaramente parlando della Cabala, una dottrina che si prefigge il compito di fornire un’interpretazione simbolica del senso intimo e segreto della Bibbia. Come sicuramente saprete, il vecchio testamento di offre a molte interpretazioni, in parte perché la traduzione dall’aramaico antico al greco ha portato delle incongruenze di significato, in parte perché alcune delle narrazioni contenute al suo interno hanno lati volutamente criptici ed altri a cui è complesso dare una giusta interpretazione poiché magari aventi riferimenti storici che probabilmente non sono giunti sino a noi.
Nel testo religioso di riferimento per tutte le grandi religioni monoteiste ci sono secondo la Cabala dei numeri ricorrenti, tra i quali il 7 che è sempre collegato ad eventi di tipo positivo. Proprio questa connotazione positiva al numero 7 ha fatto sì che i popoli occidentali, quasi tutti di religione cristiana (cattolici, ortodossi o protestanti che siano) o ebraica appunto, percepiscano il numero 7 come fortunato e porta fortuna, ma ovviamente questo non vale per tutto il resto del mondo.
Ai numeri è anche rivolta una disciplina esoterica conosciuta come “Numerologia”. Secondo questa dottrina, che attribuisce ai numeri una qualità, sarebbe possibile spiegare aspetti del mondo, della vita e della natura. I numeri potrebbero addirittura spiegare il senso dell’esistenza, il ciclo della vita e della morte. Rimandi a queste teorie sono stati diffusi in opere più recenti come ad esempio nel film Pi greco – Il teorema del delirio, nella fortunata serie tv Lost (dove sono ricorrenti i numeri 4 8 15 16 23 42), ma anche nel film con Jim Carrey Number 23.
Il concetto di fortuna
In un mondo estremamente razionale e analitico come quello in cui viviamo il concetto di fortuna e sfortuna dovrebbe essere ormai debellato del tutto, tuttavia è talmente radicato nella tradizione e nella società in cui viviamo che, anche a livello inconscio quasi tutti noi tendiamo a “crederci”.
Per “Fortuna” s’intende una forza incontrollabile e incontrovertibile in grado di favorire una persona, un’azione, un evento. Di base, però, si utilizza il termine quando si verifica qualcosa di non immediatamente correlabile a livello razionale e dunque d’incomprensibile. Se nell’interpretazione religiosa l’inspiegabile viene attribuito all’azione e alla volontà imperscrutabile di Dio, in quella atea, pagana, popolare, il merito viene attribuito a questa forza.
Al contrario la sfortuna è una forza negativa che graverebbe su una singola persona o su una comunità. Tendenzialmente anche in questo caso si tratta di dare una spiegazione semplice a qualcosa di immediatamente non comprensibile. A differenza degli eventi casuali positivi, in questo caso si tratta generalmente di eventi che si verificano a causa di una valutazione superficiale della situazione e dell’ambiente, dunque alla mancata considerazione di eventuali conseguenze negative delle nostre azioni.
Sulla fortuna è stato fatto in passato un vero e proprio commercio, c’erano addirittura i venditori di fortuna, così come i sedicenti maghi in grado di togliere fatture, malocchi e iatture che nella visione collettiva venivano lanciati da streghe e iettatori e che avevano la capacità di rovinare la vita del soggetto che ne era vittima.
Al giorno d’oggi il concetto di Fortuna è più che altro rimasto un topos letterario. Un esempio noto a tutti è sicuramente quello de I Malavoglia di Verga. Tale stereotipo letterario viene utilizzato anche nei fumetti e nella cinematografia. Per molti oggi lo sfortunato per eccellenza è Paperino, contrapposto nei fumetti Disney al fortunato che è invece Gastone. Un esempio tutto italiano che riguarda la sfortuna è il ragionier Ugo Fantozzi interpretato da Paolo Villagio.
I numeri fortunati nel mondo
Dicevamo inizialmente della Cabala e dell’importanza che viene attribuita al numero 7. In Italia e in generale in Occidente tale influsso positivo del numero 7 è stato ereditato. La stessa cosa non può dirsi in Cina, dove il 7 è legato al concetto di morte e dunque ritenuto un numero da rifugire. Nel Paese asiatico considerano invece l’8 un numero fortunato, segno di prosperità e benessere. Tanto che lo si ritrova in numerose abitazioni antiche come appunto simbolo ben auguranti.
Sempre in Cina viene dato un valore positivo al numero 9, poiché questo coincide con la parola “Longevità”, dunque viene considerato un augurio di una vita lunga e soddisfacente. Poco lontano dalla Cina, in Giappone, il numero 4 viene considerato un presagio di morte, mentre il numero 9 un presagio di sofferenza. Così come nell’altro Paese asiatico, proprio l’8 viene considerato il numero porta fortuna.
In India il numero fortunato viene considerato il 108. La ragione è esclusivamente religiosa, visto che questo è un numero sacro sia per gli induisti che per i buddisti e rappresenta l’universo ed il tutto. In Medio Oriente il numero sacro è invece il 786, numero che rappresenta nella tradizione musulmana sia Allah che Maometto, dunque Dio ed il suo profeta.