I costi dei beni alimentari sono saliti così tanto che sempre più famiglie non ce la fanno; il Governo allora vuole distribuire cibo gratis.
Non si fermano l’inflazione e la speculazione e nemmeno i prezzi dell’energia, e dunque anche tutti i prodotti finiti sono destinati a diventare sempre più cari. Questo sta causando un disagio sempre più ampio, e il Governo cerca di “tappare i buchi”.
Infatti non si capisce come mai non vengono adeguati gli stipendi, che darebbero dignità ai cittadini e ovviamente più possibilità di provvedere in autonomia ai propri bisogni. Si preferisce invece andare avanti a bonus e aiuti una tantum, che non risolvono i problemi strutturali. Tra questi aiuti rientra anche un nuovo progetto, che durerà in modo sperimentale almeno 3 anni, e coinvolgerà le famiglie più povere in assoluto.
Qual è il progetto del Governo per dare cibo gratis ai poveri
Si chiama “reddito alimentare” e per attivarlo è stato creato un fondo di risorse. Si parte da 1.5 milioni di euro per quest’anno e poi di 2 milioni di euro all’anno per i prossimi 3 anni.
La volontà è quella di “risolvere” due criticità, ovvero lo spreco alimentare da una parte e la mancanza di cibo per molti italiani. I poveri assoluti sono attualmente 3 milioni e dunque il progetto andrà ad aiutare queste persone, ma non è escluso che la platea dei beneficiari si possa allargare in un futuro prossimo.
La misura è entrata ufficialmente a far parte della Legge di Bilancio e non appena tutti gli attori partecipanti si saranno organizzati prenderà il via. Ma di cosa si tratta esattamente? Le prime sperimentazioni partiranno nelle grandi città, dove la concentrazione dei poveri è più alta. I Comuni stileranno un elenco delle persone più bisognose e poi scatteranno gli accordi coi negozi e supermercati.
L’invenduto della grande distribuzione, dunque, sarà dato agli indigenti sotto forma di “pacchi alimentari” che conterranno presumibilmente i cibi basilari come pasta, olio, zucchero eccetera.
L’iniziativa funzionerà se tutte le parti coinvolte riusciranno a organizzare dei piani strutturati supermercati, servizi sociali, amministrazioni, e anche i Ministeri delle politiche sociali e del lavoro, dell’agricoltura e dell’ambiente. Non dimentichiamo che in alcune città questo genere di aiuti esiste già, ma sono gestiti dalle singole realtà comunali; tramite un progetto più ampio l’aiuto alle famiglie potrà diventare più controllato e sicuramente più efficiente.
Localmente le iniziative potranno essere diverse tra loro ma sicuramente ci sarà un attento monitoraggio per verificare se il progetto darà i risultati sperati.