Cinque isole disabitate (o quasi) in Italia che è possibile visitare: qui domina la natura incontrastata

L’Italia è ricca di isole. Ma ce ne sono cinque in particolare dove la natura regna incontrastata e sono quasi disabitate. Scopriamo quali sono.

Parliamo di piccoli gioielli dove l’intervento dell’uomo, dal nord al sud del Paese, ha saputo rispettare fauna e flora.

Italia isole disabitate natura selvaggia
Tra le ricchezze dell’Italia ci sono 5 isole dove la natura è rimasta ancora in gran parte incontrastata, come a Caprera – grantennistoscana.it

Tra le tante ricchezze del nostro Paese, naturali, paesaggistiche e artistiche, ci sono anche le isole. Si, l’Italia è ricca di isole. Alcune di queste sono di grandi dimensioni. Prime fra tutte, naturalmente, Sicilia e Sardegna. Altre isole invece sono decisamente minuscole quanto a proporzioni.

Talvolta alcune di queste isolette, degli autentici gioiellini, sono disabitate. Tantissime altre invece sono abitate da pochissime persone. Un manipolo di poche anime che non demordono e resistono al richiamo della terraferma, senza cedere alle lusinghe della comodità di una vita “normale”, come conquistate dalla magia di questi posti dove a dominare incontrastata (o quasi) è la natura.

In altri casi si tratta di personale impegnato a vigilare sulla fragilità di questi luoghi, silenziosi custodi di una bellezza intramontabile che però ha bisogno di cura e rispetto.

Scopriamo quali sono queste cinque isole tra le più belle e meno abitate d’Italia, in base ai dati aggiornati dal 2019 in avanti.

Isola di Montecristo – 2 abitanti

Questa isoletta di poco più di dieci chilometri quadrati di superficie (10,4 per l’esattezza) è universalmente nota per aver ispirato l’omonimo e famosissimo romanzo di Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo. A vigilare sul fragile ecosistema di questa vera e propria perla naturalistica ci sono i custodi che vivono sull’isola.

Isola di Montecristo
L’Isola di Montecristo, luogo semideserto e dall’aspetto impenetrabile, ricco di fascino e mistero (Foto Instagram @gighiboy) – grantennistoscana.it

L’isola di Montecristo, un tempo chiamata Oglasa, si trova nel Mar Tirreno e fa parte dell’Arcipelago Toscano. Dal punto di vista amministrativo rientra nel comune di Portoferraio e dunque in provincia di Livorno. Tutto il territorio dell’isola è fortemente tutelato, anche il mare fino a un chilometro dalle sue coste. Sull’isola di Montecristo c’è divieto assoluto di balneazione e di pesca. Vietato anche prelevare qualsiasi materiale vegetale e di interesse geologico. Dal 1971 è riserva naturale e soltanto un numero limitato di persone all’anno può sbarcare sull’isola. Chi volesse farlo deve mettersi in lista presso le poche compagnie di navigazione turistica che hanno il permesso per attraccare, ma dovrà attendere con pazienza.

Questo piccolo gioiello nell’Arcipelago Toscano è prevalentemente composto da granito grigio-rosa. La sua forma a piramide gli conferisce un’idea di inespugnabilità, confermata dalle sue coste a picco sul mare che non consentono un facile approdo. A darle un aspetto imponente è anche la sommità dell’isola, chiamata Monte della Fortezza, coi suoi 645 metri di altitudine.

Fauna, flora e leggende dell’isola di Montecristo

Le condizioni che hanno impedito che l’isola fosse abitabile hanno favorito invece il prosperare di diverse specie della flora e della fauna. L’elemento faunistico più vistoso è senz’altro la capra selvatica, probabilmente importata da antichi navigatori. Montecristo è anche luogo di passaggio di diversi uccelli migratori e ospita importanti uccelli marini come il gabbiano corso e la berta minore, ma non mancano il gheppio, la rara aquila reale e il corvo imperiale.

Oggi praticamente disabitata, a parte gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, fino al XVI secolo l’isola ha ospitato una comunità monastica. Oggi rimangono i resti della vecchia abbazia e monastero di San Massimiliano e la grotta dove si racconta che il santo abbia soggiornato. Secondo la leggenda San Massimiliano, patrono dei naviganti vissuto nel V secolo, sarebbe stato fatto prigioniero e venduto come schiavo. Fuggito a bordo di una nave di pirati, durante il viaggio in mare li avrebbe convertiti alla fede cristiana. Finito non si sa bene come a Oglasa, vinse il drago che terrorizzava gli abitanti. Sarebbe stato lui a rinominare l’isola in Monte Cristo, passandovi il resto dei suoi giorni in solitudine e penitenza

Isola Bella – 40 abitanti

L’Isola Bella, parte delle Isole Borromee, è situata nel Lago Maggiore. È ancora proprietà della nobile famiglia i cui palazzi ricchissimi di arte ogni anno vengono visitati da migliaia di turisti. Minuscola di superficie, i suoi 320 metri di lunghezza per 180 di larghezza sono occupati quasi interamente da Palazzo Borromeo e dal suo lussureggiante parco.

Isola Bella Lago Maggiore
La meravigliosa Isola Bella, perla del Lago Maggiore dal passato – e dal presente – nobile col suo straordinario parco – grantennistoscana.it

La costruzione del palazzo cominciò nel 1632, avviata da Carlo III Borromeo che voleva dedicarlo alla moglie Isabella d’Adda. I lavori si fermarono a metà secolo a causa della peste che colpì il Ducato di Milano. A proseguirli saranno i figli di Carlo III. Nel 1671 verranno inaugurati i giardini.

A colpire è soprattutto il famoso parco dell’isola: un giardino all’italiana con dieci terrazze sovrapposte a piramide mozza, pieno di statue, fontane, alberi rari, piante esotiche e fiori dai delicati profumi (come le camelie e la magnolia). La parte superiore dei giardini, chiamata “anfiteatro” per le rappresentazioni che qui si tenevano, è sormontata dal liocorno, lo stemma della casata dei Borromeo.

San Francesco del Deserto – 4 abitanti

Questa isola di circa quattro ettari si trova nella Laguna di Venezia. La sua particolarità consiste nel fatto che si tratta di un’isola-monastero. Situata tra l’isola di Sant’Erasmo e quella di Burano, ospita infatti un piccolo convento di frati minori. A fondarlo fu San Francesco in persona, approdato sull’isola nel 1220 di ritorno dalla Quinta crociata, dove aveva predicato il Vangelo al sultano per mettere fine al conflitto.

San Francesco Del Deserto isola-monastero
San Francesco Del Deserto, una delle più belle isole della Laguna veneta (Foto Instagram @venice_in_love_apartments) – grantennistoscana.it

Francesco scelse l’isola per fondarvi un ricovero dove si potesse pregare e meditare nel silenzio e nella pace. L’isola, abbandonata nel XV secolo a causa della malaria, fu disertata per una decina d’anni (da qui il termine disertata). I soldati napoleonici la occuparono nel 1806, depredando il monastero e costringendo alla fuga i frati. In seguito gli Austriaci la adibirono a polveriera finché nel 1835 il terreno non fu donato al patriarcato di Venezia che vi fece ritornare i frati per rifondare il monastero.

Isola di Caprera – 77 abitanti

Coi suoi 15,5 km quadrati di superficie, l’isola di Caprera fa parte dell’Arcipelago di La Maddalena, in Sardegna. Il suo territorio, compreso all’interno del parco nazionale dell’Arcipelago, è area protetta di interesse nazionale e comunitario.

Caprera Garibaldi
Oltre che per le sue indescrivibili bellezze, l’isola di Caprera è famosa per aver legato il proprio nome a quelli di Garibaldi – grantennistoscana.it

Si tratta della seconda isola più grande dell’arcipelago, collegata alla Maddalena con un ponte lungo 600 metri costruito nel 1890. Oltre che per la bellezza della sua natura selvaggia e l’importanza sul piano biologico-naturalistico, l’isola è celebre per essere stata l’ultima dimora di Giuseppe Garibaldi. Nel 1855 l’eroe dei due mondi acquistò qui, con l’eredità del fratello, la metà settentrionale dell’isola.

A Caprera Garibaldi si farà costruire la famosa “Casa Bianca” (ispirata allo stile delle fazendas del Sud America), oggi adibita a museo. Dieci anni dopo, grazie a una raccolta fondi, acquistò anche la parte rimanente dell’isola, appartenente alla famiglia inglese dei Collins. Sull’isola Garibaldi farà vita contadina, passando gli ultimi 27 anni della propria esistenza. Nella stanza che fu di Garibaldi, orologio e calendari appesi alla parete segnano ancora la data della morte, avvenuta alle 18.21 del 2 giugno 1882. Le sue spoglie sono seppellite nella tomba appena dietro casa. Subito dopo il trapasso, la famiglia di Garibaldi donò l’isola allo Stato italiano.

Isola di Vulcano – 717 abitanti

Questa isola siciliana di 20,87 km² fa parte dell’Arcipelago delle Eolie e rientra nel territorio del comune di Lipari. Distante appena 12 miglia da Capo Milazzo, il suo nome affonda le radici nel mito. Nell’antichità venne chiamata prima Therasia (“terra calda”) e poi Hiera perché secondo la mitologia qui Efesto, dio del fuoco e fabbro, avrebbe posto le sue fucine.

isola di Vulcano
L’isola di Vulcano, un luogo sospeso tra il fascino del mito e la bellezza di una natura appena modellata dall’intervento dell’uomo (Foto Instagram @cornelitta007) – grantennistoscana.it

In seguito l’isola prese il nome di Vulcano, quando i Romani ribattezzarono con questo nome Efesto. In effetti l’isola deve la propria esistenza alla fusione di alcuni vulcani, il più grande dei quali è il Vulcano della Fossa (386 metri sul livello del mare). Più a nord si trova invece Vulcanello, più basso coi suoi 123 metri di altitudine e collegato all’isola da un istmo. Pare che in origine i due vulcani fossero due focolari parziali di unico grande focolare vulcanico. Gli altri due vulcani si chiamano Lentia e Piano.

Coi suoi poco meno di 21 chilometri quadrati di superficie è la più piccola delle isole Eolie. Per visitarla a fondo basta uno scooter o una bicicletta. Questo piccolo gioiello del Mar Mediterraneo esprime al meglio l’equilibrio tra la natura tout court e la natura umana: nel corso dei secoli la mano dell’uomo si è limitata sostanzialmente a “modellare” quanto offerto dalla natura, senza arrecare danno a flora e fauna.

Un’isola a vocazione turistica

Oltre al turismo – di gran lunga la fonte di sostentamento più significativa – a Vulcano si coltivano vigneti. A richiamare i turisti sono anche le acque termali e quelle sulfuree, coi fanghi – dalle apprezzate proprietà terapeutiche – che rappresentano un’attrattiva importante per la possibilità di fare bagni caldi. Vicino al mare sono visibili anche emissioni sottomarine di gas sulfureo.

Anche se l’ultima eruzione vulcanica risale al 1890, sull’isola i fenomeni vulcanici sono molto presenti. Basti pensare ai getti di vapore che affiorano dalla superficie terrestre, ai getti sottomarini e a quelli termali. Diverse fumarole a nord continuano anche oggi a emettere zolfo. Data la tossicità del gas emesso, sono avvicinabili solo in compagnia di guide autorizzate.

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