Colorante alimentare vietato ma lo ingeriamo comunque, ecco dove si trova

Vietato negli alimenti dall’Unione Europea, un noto colorante alimentare continua a essere presente in molti prodotti: ecco quali

Non è da molto che questo colorante alimentare è stato completamente vietato negli alimenti europei: fino all’anno scorso, infatti, veniva adoperato regolarmente. È però un anno che l’industria alimentare non può farne uso per le produzioni destinate alla vendita e al consumo poiché il suo assorbimento, che secondo recenti studi avviene soprattutto mediante il contatto con la mucosa orale, è una concreta fonte di rischio per uomini e donne. Nonostante ciò, però, continuiamo ad assumerlo e ad entrarci in contatto: ecco perché.

Colorante alimentare vietato: dove lo ingeriamo
Colorante alimentare: è vietato ma lo ingeriamo lo stesso (grantennistoscana.it)

Nonostante il loro nome faccia un po’ paura, i coloranti alimentari sono presenti nell’industria di produzione di alimenti e bevande da moltissimi anni. Il loro uso è sicuro per l’uomo e la loro presenza viene certificata nella lista degli ingredienti, così che chi ne fosse allergico possa evitarli senza problemi. Sottoposti periodicamente a studi, controlli e verifiche soprattutto in relazione alla loro sicurezza, i coloranti alimentari consentono a ciò che mangiamo e beviamo di avere quelle tinte così invitanti: pensiamo alla Coca-Cola e al suo inconfondibile colore marrone. Ce n’è uno, però, vietato nel 2022 nei prodotti alimentari, che continua ad essere presente in un prodotto che usiamo tutti quotidianamente: ecco cos’è.

Biossido di titanio: cos’è e perché è stato vietato

Denominato anche ossido di titanio o E171, nella codifica europea degli additivi alimentari, si tratta di un composto chimico che si presenta come polvere cristallina incolore, tendente al bianco. In natura è presente in forme cristalline e, la sua forma più comune, è il rutilio. Normalmente viene usato come pigmento bianco nelle vernici, nelle materie plastiche e nel cemento, in cui funge da opacizzante. Le vernici che lo contengono sono ottime come riflettenti delle radiazioni infrarosse, per cui trovano applicazione nell’astronomia.

Biossido di titanio: cos'è
Biossido di titanio: cos’è e perché è vietato (grantennistoscana.it)

In una nota pubblicata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), si è reso noto al pubblico che il biossido di titanio da quel momento in poi non andava più considerato sicuro nell’industria alimentare come colorante. A causare questa decisione è stata la presa di coscienza della sua genotossicità, cioè della sua capacità di danneggiare il DNA delle cellule. Tale tossicità può favorire l’insorgenza del cancro: come ha specificato il prof. Wright del gruppo di lavoro EFSA sul biossido di titanio, non è stato possibile stabilire un livello di sicurezza di questo additivo alimentare, per cui è stato vietato.

Biossido di titanio, dove è ancora presente

Ebbene: nonostante il biossido di titanio sia stato bandito dall’industria alimentare, ci sono altre industrie che continuano a farne uso. Si tratta di quella farmaceutica e cosmetica, dove questo colorante è ancora approvato e viene adoperato soprattutto nella produzione di dentifrici. Di fatto, però, le ultime ricerche in merito ribaltano le poche sicurezze che erano rimaste riguardo all’E171 e pongono il quesito che, anche se non ingerito, questo colorante possa essere dannoso per la salute.

Biossido di titanio nei dentifrici
Biossido di titanio nei dentifrici: è allarme sicurezza (grantennistoscana.it)

Alcune recenti ricerche condotte dall’Università di Tolosa e dall’Università del Lussemburgo hanno voluto misurare la penetrazione delle particelle di E171 attraverso la mucosa buccale, per verificare se, quando si usa un dentifricio che lo contiene, questo colorante entri nel corpo umano. Gli studi sono stati condotti su maiali e, in vitro, su cellule TR146 buccali umane. Gli esiti di questi studi sono stati pubblicati su Nanotoxicology: secondo gli esperti, la mucosa buccale è una via importante di assorbimento di particelle e, considerando gli effetti di citotossicità e genotossicità, bisognerebbe monitorare attentamente anche i dentifrici e la produzione cosmetica e farmaceutica.

Gli esiti degli studi

Secondo i ricercatori, i produttori di dentifrici dovrebbero cercare di escludere sempre di più il biossido di titanio dagli ingredienti dei propri prodotti, cercando alternative altrettanto in grado di colorare di bianco la pasta e opacizzarla, conferendole quell’aspetto più “igienico” che si è visto funzionare a livello di marketing. In realtà, però, sentendo le aziende la difficoltà è proprio questa: trovare un colorante che funzioni così bene, che renda la pasta bianca, aumenta il potere pulente e influenza anche la consistenza del prodotto.

Ricerche sul biossido di titanio e i dentifrici
Ricerche sul biossido di titanio e i dentifrici: va trovato un sostituto (grantennistoscana.it)

In realtà, però, analizzando i prodotti in commercio, molte aziende farmaceutiche e cosmetiche hanno già trovato delle valide alternative all’E171, eppure questo colorante rimane uno dei più usati, poiché ben conosciuto e molto efficace. Al momento, tra le marche che lo contengono ancora, ci sono due dentifrici di Aquafresh, cinque di AZ, due di Colgate, cinque di Conad, due di Denivit, un Elmex, uno Iodosan, Un Mentadent, quattro di Oral B, sei di Parodontax, tre di Pasta del Capitano, cinque di Sensodyne e uno di Theramed. Negli ingredienti, lo si riconosce con la sigla XI77891 o con la dicitura latina titanium dioxide.

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