Come correggere la dichiarazione dei redditi già inviata? Tutti i casi possibili

Come fare a correggere una dichiarazione dei redditi già inviata per evitare di pagare troppo salato un errore agli occhi del Fisco?

Anche se ci si è resi conto di aver fatto degli errori bisogna mantenere la calma. Ci sono ancora delle opzioni a disposizioni del contribuente.

come correggere dichiarazione dei redditi sbagliata
Errori nel reddito dichiarato al Fisco? Non è detta l’ultima parola – grantennistoscana.it

In primo luogo c’è da sapere che i contribuenti distratti possono usufruire della disciplina del cosiddetto ravvedimento operoso. Si tratta in sostanza di una procedura che permette di regolarizzare una situazione di irregolarità fiscale, pagando però una sanzione minore di quella prevista per l’omissione o la presentazione tardiva degli obblighi fiscali.

Il contribuente può quindi avvalersi del ravvedimento operoso per mettersi in regola – ad esempio per una o più fatture che ha mancato di emettere o per non aver versato dei tributi dovuti. Va da sé che la riduzione della sanzione sarà commisurata alla tempestività con cui il contribuente avrà provveduto a regolarizzare la propria posizione. Più sarà rapida la regolarizzazione, maggiore sarà la diminuzione della sanzione.

Ma quali violazioni possono essere regolarizzate col ravvedimento operoso?

Ravvedimento operoso: cosa può essere regolarizzato

Prima di tutto possono essere regolarizzate in questo modo le violazioni «sostanziali». Sono tutti quegli errori o quelle omissioni che vanno a incidere sulla determinazione dei tributi dovuti dal contribuente e che sono rilevabili in sede di redazione della liquidazione oppure di rettifica della stessa. Per esempio nel caso di omissione dei versamenti o di una dichiarazione infedele dei propri redditi.

cos'è il ravvedimento operoso
Ecco cosa si può regolarizzare con l’istituto del ravvedimento operoso – grantennistoscana.it

Col ravvedimento operoso si possono regolarizzare anche le violazioni «formali» che, a differenza di quelle sostanziali, non hanno incidenza sulla determinazione dei tributi. Tuttavia queste violazioni possono fungere da ostacolo all’attività di accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria. È quanto accade ad esempio nei casi di una dichiarazione incompleta, inesatta oppure omessa dei dati che servono a identificare in maniera univoca il contribuente. O ancora in caso di una omessa presentazione del modello F24 a zero.

Ci sono anche le cosiddette violazioni «meramente formali». Queste non vanno a incidere né sulla determinazione o sul versamento dei tributi né pregiudicano in qualche modo i controlli e le verifiche dell’amministrazione finanziaria. Sono insomma degli “errori” non ravvedibili vista la loro sostanziale inoffensività.

In casi come questi è sufficiente che il contribuente si attivi per sanare l’irregolarità che è stata compiuta (ad esempio aver indicato in maniera erronea nel modello F24 il codice tributo oppure quello dell’anno di riferimento oppure della rateazione). Quando si verificano errori di questo tipo il contribuente può limitarsi alla presentazione – attraverso il canale telematico CIVIS che permette di gestire più rapidamente le comunicazioni che presentano al proprio interno delle irregolarità – di un’istanza di rettifica del modello F24 senza bisogno di adempimenti aggiuntivi.

Come fare a correggere la dichiarazione dei redditi già inviata

Ma in sostanza che bisogna fare se ci si rende conto di aver commesso un errore nel compilare la dichiarazione dei redditi? In questo caso bisogna presentare una dichiarazione integrativa per correggere la dichiarazione originaria.

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Come si fa a correggere una dichiarazione dei redditi già inviata? – grantennistoscana.it

Lo prevede il DPR 22/07/1998 n. 322 (all’articolo 2, comma 8) in tema di imposte sul reddito, così come l’articolo 8 comma 6-bis in materia IVA. Secondo il DPR, «salva l’applicazione delle sanzioni e ferma restando l’applicazione dell’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, le dichiarazioni dei redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive e dei sostituti d’imposta possono essere integrate per correggere errori od omissioni, compresi quelli che abbiano determinato l’indicazione di un maggiore o di un minore imponibile o, comunque, di un maggiore o di un minore debito d’imposta ovvero di un maggiore o di un minore credito».

Come compilare la dichiarazione integrativa

Perciò il contribuente che si fosse accorto di aver presentato una dichiarazione viziata da inesattezze o comunque non completa avrà modo di integrarla con le dovute correzioni. Integrazioni che andranno indicate in una dichiarazione successiva da redigere su un modello conforme a quelli che sono stati approvati per lo stesso periodo d’imposta. Nel Frontespizio ci sarà poi da barrare la casella apposita della “dichiarazione integrativa”. Senza dimenticare infine che la presentazione non dovrà superare i termini previsti per l’accertamento.

come compilare la dichiarazione integrativa
Dichiarazione integrativa: attenzione a non fare errori anche qui – grantennistoscana.it

Da notare che la normativa non indica il perfezionamento del ravvedimento operoso come condizione necessaria per la modifica effettiva della dichiarazione dei redditi. Vale a dire che se il contribuente non si è avvalso del ravvedimento operoso dovrà far fronte a sanzioni piene, non ridotte, senza che questo però vada ad incidere sulla validità della dichiarazione integrativa.

I due tipi di dichiarazione integrativa

Nella dichiarazione integrativa dovremo riportare il contenuto della dichiarazione originaria con le debite integrazioni o correzioni. La dichiarazione integrativa può essere di due tipi, in base alla tipologia di errore che provvede a correggere:

  • Dichiarazione integrativa a sfavore del contribuente. In questo caso si tratta di regolarizzare errori o omissioni che avevano prodotto un imponibile maggiore e dunque il pagamento di maggiori imposte oppure un minor credito di imposta. In questa circostanza è possibile usufruire del già menzionato ravvedimento operoso per mettersi in regola con le maggiori imposte oppure con i minori crediti risultanti;
  • Dichiarazione integrativa a favore del contribuente. Qui invece gli errori o le omissioni da regolarizzare hanno generato meno imposte da versare e di conseguenza il riconoscimento di un maggior credito di imposta. Come previsto sempre dal DPR 22/07/1998 n. 322 (questa volta al comma 8-bis dell’articolo 2), l’eventuale credito può essere usato in compensazione cosiddetta “orizzontale”.

Presentare una dichiarazione integrativa fa slittare – soltanto a riguardo degli elementi rettificati – il termine di decadenza degli accertamenti da parte dell’amministrazione finanziaria.

Poniamo il caso che la dichiarazione dei redditi del 2022 (relativa all’anno di imposta 2021) sia stata presentata entro il 30 novembre 2022 (col Modello PF 2022) e che il successivo 10 gennaio 2023 si sia presentato il modello integrativo per rettificare un errore. In questo caso l’azione di accertamento andrà a decadere – solo per la modifica – il 31 dicembre 2028 e non, come sarebbe stato altrimenti, il 31 dicembre 2027.

Mentre per gli altri elementi della dichiarazione dei redditi rimasti invariati la scadenza dell’accertamento rimane appunto al termine ordinario.

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