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Curiosità

Come riconoscere gli alimenti a base di insetti già presenti nei nostri supermercati

Col via libera dell’UE sulla commercializzazione del novel food, gli alimenti a base di insetti arriveranno ben presto: ecco come riconoscerli.

A inizio anno destò scalpore e per giorni non si è parlato d’altro se non del via libera da parte dell’Unione Europea per la commercializzazione e il consumo della farina di grillo. Si tratta di un’alternativa green e sostenibile che rientra appieno titolo nei cosiddetti “novel food“. Ma di cosa parliamo esattamente?

Non ne vuoi sapere proprio di comprare alimenti a base di insetti? Ecco cosa devi fare – Grantennistoscana.it

All’interno della definizione novel food rientrano tutti quegli alimenti poco convenzionali. Nello specifico, stiamo parlando quindi di prodotti che non fanno parte della nostra tradizione culinaria. Non per questo, tuttavia, non è possibile mangiarli. Anzi, proprio il contrario. A dimostrazione del fatto che l’alimentazione è una questione anche culturale, in molti paesi asiatici si consumano regolarmente gli insetti da diverso tempo.

Ma come si è arrivati all’introduzione della farina di grillo, e recentemente anche della  polvere delle larve delle tarme della farina, nella nostra dieta? Un sondaggio realizzato nel 2018 da BVA Doxa per Rentokil (azienda che si occupa del monitoraggio e del controllo degli infestanti del gruppo Rentokil Initial), infatti, aveva rilevato che quasi il 60% degli italiani fosse certa che in Italia non sarebbe mai arrivato nessun prodotto a base di insetti.

La sostenibilità ambientale è anche alimentare: perché il novel food è considerato il cibo del futuro?

Tuttavia, l’emergenza climatica e la sostenibilità ambientale si sono fatti temi sempre più scottanti e pressanti negli ultimi. E così, in soli 5 anni – un lasso di tempo comunque relativamente breve – si sono fatti passi da gigante in materia di alimentazione. È importante, infatti, trovare una soluzione rapida ed efficace a un problema così vasto e complesso.

Motivo per cui, grazie alla normativa UE, prima della farina di grillo era stata già approvata la vendita della larva gialla della farina e della locusta migratoria. In altra parole, l’Unione Europea aveva già riconosciuto gli insetti, le farine e i suoi derivati come prodotti tradizionali provenienti da Paesi terzi. Nulla di strano quindi. Eppure, il processo è stato accelerato parecchio per ragioni più pratiche e pregnanti.

La farina di grillo e di altri insetti è stata approvata per ridurre l’impatto degli allevamenti intensivi – Grantennistoscana.it

Alla base di questa urgenza, infatti, c’è la necessità di diversificare quanto più possibile la provenienza delle proteine nobili. Così, non solo si potranno ridurre gli allevamenti intensivi e quasi nella totalità dei casi nemmeno del tutto a norma, ma si potrà limitare anche la produzione di carne, il cui costo e impatto sull’ambiente è ormai davvero elevato. A differenza degli allevamenti di ovini, suini e bovini, l’impronta di carbonio rilevata dall’allevamento degli insetti è solo dell’1%.

Gli insetti quindi rispondono alla perfezione a questa emergenza a livello globale. Giusto per rendere l’idea, la FAO ha spiegato come i grilli e più in generale gli insetti – e questo discorso elude la suscettibilità e sensibilità personale – siano un’eccellente fonte di proteine e nutrienti perfetti il nostro organismo. Così possono compensare o sostituire in toto il manzo o il vitello proprio perché si stanno consumando comunque proteine nobili. Serve però tempo e consapevolezza alimentare per elaborare una novità simile. Anche se c’è chi si dimostra pronto a seguire l’alimentazione del futuro.

Un sondaggio condotto da Ipsos insieme alla Fondazione Conad Eats, infatti, ha dimostrato come, su 150mila studenti, almeno 1 giovane su 4 non avrebbe problemi a mangiare cibi preparati con farine in insetti, a differenza degli adulti molto più scettici e diffidenti. Ma non solo. Molti ragazzi hanno anche dichiarato di essere disposti a modificare la loro alimentazione per un minore impatto sull’ambiente.

Alimenti a base di insetti: ecco dove si trovano e come riconoscerli al supermercato

Con il via libera anche al commercio della polvere delle larve delle tarme della farina, si fa sempre più concreto e vicino il giorno in cui si potranno trovare e comprare questi prodotti al supermercato che al momento restano di nicchia.

Per quanto riguarda poi la farina di grillo, l’EFSA – l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – ha specificato che sarà presente in percentuale ridotta anche, in:

In percentuale ridotta si troverà la farina di grillo in tutti i prodotti da forno – Grantennistoscana.it
  • Grissini
  • Pasta
  • Pane
  • Miscela per prodotti da forno
  • Cracker
  • Biscotti
  • Barrette ai cereali
  • Salse
  • Birra

Stiamo parlando di alcuni dei prodotti più amati nonché consumati da noi italiani. Tuttavia, come ogni ingrediente, la farina di grillo o di qualsiasi altro insetto dovrà essere dichiarata in etichetta in maniera chiara e ben leggibile. Insomma, il rischio di comprare pane o pizza che contengano queste farine è davvero basso. L’importante, infatti, è leggere accuratamente l’etichetta. Ma a cosa si deve prestare nello specifico attenzione?

Come leggere le etichette di alimenti a base di insetti: guida pratica e veloce per degli acquisti consapevoli

E insomma, se non ne volete sapere di mangiare prodotti a base di farine di insetti o siete allergici ai crostacei, ad alcuni molluschi o agli acari della polvere, è un vostro diritto “tutelarvi” al meglio. Basta, infatti, leggere etichetta – che andrebbe fatto a priori per capire come vengano realizzati e cosa contengano i prodotti che invece acquistiamo ciecamente magari affidandoci più al marchio che non al bene in sé e per sé – per scoprire quali insetti siano stati usati.

Fa attenzione all’etichetta! – Grantennistoscana.it

Nello specifico, nel caso della farina di grillo, si leggerà in etichetta il nome scientifico Acheta domesticus. Gli alimenti a base di verme giallo della farina, invece, avranno in etichetta il nome Tenebrio. E infine, se i prodotti sono a base di larva del verme della farina minore, si leggerà Alphitobius diaperinus.

Insomma, basta solo fare attenzione all’etichetta per evitare spiacevoli acquisti. Segnatevi quindi questi nomi, così da essere certi di star comprando alimenti non preparati con i novel food. Ma c’è anche un altro accorgimento da prendere in considerazione. Proprio perché sono prodotti di nicchia e ancora in fase sperimentale, il loro costo sarà per forza di cose più elevato. La domanda, infatti, ancora è strettamente circoscritta.

Dopo aver letto l’etichetta quindi, confrontate anche i prezzi tra, ad esempio, un pacchetto di crackers “classico” e uno realizzato con farina di grillo per avere un’ulteriore certezza. Nelle etichette, infatti, trovate tutto quello che vi serve sapere e sono un’ottima bussola per orientarvi al meglio nel mare magnum della grande distribuzione.

Karola Sicali

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