Credi che qualcuno ti stia mentendo, ma non vuoi prendere un abbaglio? Ti basta guardare la “linea di base” per non avere più dubbi!
Non è sempre semplice capire se una persona ci stia mentendo o meno, specialmente se la si vuole bene. In quel caso, infatti, subentrano dei subconsci meccanismi di difesa che rigettano una visione della realtà che non sia affine alle nostre sensazioni tanto sul mondo quanto sulle persone che colorano e rendono speciale la nostra esistenza.
Ma non solo. Molte volte si finge anche di non vedere errori o comportamenti sbagliati pur di non litigare coi propri amici o partner. In altre parole, è una questione abbastanza difficile e resa ancora più complessa proprio dai sentimenti capaci di annebbiare la nostra capacità di giudizio. Accade però che un giorno all’improvviso l’incantesimo svanisce svelando tutti i difetti dell’altro, tanto da chiedersi come sia stato possibile rimanere ciechi fino a quel momento.
Farsene un cruccio, però, non aiuta. Ciò che conta, infatti, è aver compreso che quella persona non è poi così tanto fidata come pensavamo. Tuttavia, prima di prendere un abbaglio e lanciare accuse senza fondamento, è importante riconoscere se davvero abbiamo ascoltato per tantissimo tempo delle bugie – grandi o piccole che siano poco cambiano – che hanno inquinato il nostro giudizio. Ti sorprenderà scoprire però che per scovare un bugiardo, guardarlo negli occhi serve a ben poco.
No, lo sguardo non sbugiarda: scopriamo insieme le credenze totalmente false
Si dice sempre che gli occhi siano lo specchio dell’anima rivelando così chi siamo veramente. Ed è vero che lo sguardo ha da sempre un certo ascendente sul prossimo, specialmente quando si è innamorati. Anzi, citando proprio Scarface nella scena forse più iconica del capolavoro con protagonista Al Pacino “gli occhi, chico, non mentono mai“. Ma è davvero così o è solo una leggenda metropolitana?
In realtà lo sguardo non è in toto buon indicatore come possiamo immaginare. Diverse ricerche sull’argomento, infatti, hanno sfatato questo mito sostenendo invece come non ci sia una corrispondenza diretta tra bugie e incapacità di sostenere lo sguardo. Si crede, insomma, che chi mente tenda ad abbassare gli occhi, perché in parte si vergogna di star dicendo una bugia. Ma non è affatto così.
Studiando, infatti, il comportamento di migliaia di persone è emerso come siano soprattutto i bugiardi più esperti a sostenere lo sguardo anche più a lungo del solito rispetto a quando si sta dicendo la verità. Ma come è possibile? In realtà, si tratta di un riflesso del tutto involontario. Per dimostrare quindi che non si sta mentendo, quando in realtà è così, i bugiardi tengono lo sguardo fisso sull’altro cercando di ispirare il più possibile fiducia.
Ma non solo. Stando al portale di psicologia ‘Psicoadvisor‘, un’autrice di Forbes avrebbe rivelato un altro importantissimo dettaglio legato allo sguardo. Per assicurarsi che nessuno sospetti che stia mentendo, la persona bugiarda abbassa giusto per un attimo lo sguardo per poi tornare a fissare l’altro negli occhi.
Attenzione all’ansia e all’agitazione: sono due specchietti per le allodole
Tuttavia, lo sguardo non è l’unico linguaggio non verbale a cui prestare attenzione. Quando guardiamo un film o una serie tv thriller, di solito il sospettato principale di un omicidio interrogato dalla polizia, che ha prove inconfutabili della sua colpevolezza, comincia ad agitarsi e sudare visibilmente, proprio perché il castello di bugie costruito con cura comincia a crollare.
La realtà però è un’altra. Chi mente, infatti, raramente si agiterà e comincerà a muoversi anche convulsamente e questo per un semplice motivo. La persona bugiarda ha bisogno di tutta la lucidità del mondo proprio per non perdere il filo del discorso fatto di menzogne e scene ad hoc da costruire anche nei minimi dettagli. Insomma, un compito per nulla semplice, anche per chi è abituato a mentire.
Motivo per cui, è più plausibile che chi menta stia più fermo del solito. Ma non solo. L’agitazione è un doppio specchietto per le allodole perché può alterare le nostre convinzioni. Le persone ansiose, infatti, tendono ad agitarsi, anche più del solito o del normale, proprio perché temono di non essere credute anche se stanno dicendo la verità. Ma come fare allora a capire se qualcuno sta mentendo?
Come capire se qualcuno ci sta mentendo grazie alla “linea di base”
Archiviati quindi sguardo e ansia che non sono per nulla degli affidabili campanelli d’allarme, per capire se una persona sta mentendo è importante osservare la cosiddetta “linea di base“, ovvero il modo in cui una persona si comporta quando è in una condizione di relax e normalità e soprattutto sta dicendo la verità.
Se hai dubbi quindi su quella persona, parla di un argomento: che sia la giornata calda o l’ultimo libro letto poco cambia, la linea di base sarà sempre la stessa proprio perché è il suo modo naturale di parlare e muoversi. Questa muterà però appena si mente fornendoci tutte le conferme che stavamo aspettando. Ma su cosa si basa la linea di base? Scopriamo insieme tutti gli elementi da osservare!
- VISO
Le espressioni facciali devono essere sempre il primo elemento da osservare. Il ricercatore Paul Ekmann, infatti, ha scoperto come le espressioni facciali siano universali e pertanto comuni a tutte le culture. Se si è contenti, tristi, delusi o sorpresi insomma, la reazione sarà sempre la stessa e quindi attendibile quando si vogliono carpire i pensieri dell’altro, pur volendoli camuffare.
Per scoprire quindi le vere intenzioni e reazioni emotive dell’altro, basta guardare oltre le espressioni “simulate“. Queste, infatti, trattandosi di un artificio, richiedono un attimo di sforzo in più ed è proprio in quell’attimo che si può cogliere cosa pensa davvero l’altra persona.
- SORRISO
A differenza dei muscoli della bocca, quelli della parte superiore del viso sono più complessi da controllare. Motivo per cui per distinguere un sorriso sincero da uno falso basta concentrarsi sull’espressione assunta dagli occhi.
Quando si ride e sorride di gusto, infatti, non solo la palpebra inferiore è più tesa, ma anche gli occhi appaiono più chiusi del normale con tanto di piccole rughette che si formano ai lati esterni mostrando tutta la nostra gioia.
- PAROLE
Le parole possono inebriare e confonderci, specialmente se non si presta la giusta attenzione al loro significato. Eppure, è proprio il loro contenuto a rivelarci se quello che stiamo ascoltando sia credibile o meno. Per essere verosimile, infatti, una bugia deve raccontare necessariamente una storia che sia il più possibile coerente e realistica. Ma non solo. Si deve anche fare uno sforzo mnemonico non indifferente per ricordare tutti i dettagli così da evitare contraddizioni e zone grigie.
Ma se si presta il giusto ascolto al nostro interlocutore, tutte le incongruenze verranno a galla da sole. Anche perché di solito chi mente cerca sempre di condire il più possibile il proprio racconto per renderlo non solo avvincente, ma anche abbastanza dettagliato per evitare eventuali domande scomode che possono rivelarsi una bella trappola. Chi dice la verità, invece, tende a essere coinciso e sintetico proprio per restituire solo il significato profondo delle sue parole.
Al contrario però, se si è fin troppo laconici, allora quell’episodio non è mai avvenuto, proprio perché la persona spera che parlandone poco e nulla e usando frasi brevi sia più semplice evitare l’argomento. Insomma, mentire è un lavoro a tempo pieno ed è necessario un impegno non da poco. E tra gli errori più comuni legati ai racconti inventati di sana pianta, ripetere più volte le stesse parole e le stesse frasi, alzare il tono di voce e impiegare fin troppo tempo per rispondere sono tutti aspetti secondari che confermano però che quella che si sta ascoltando in realtà è solo una bugia.
- OCCHI
Se lo sguardo però, come abbiamo detto prima, può trarci in inganno, gli occhi possono comunque venire in nostro soccorso. Se si sa come fare però. I detective di polizia, infatti, usano proprio l‘Interrogatorio Neurolinguistico per osservare se una persona sta rispondendo ricordando oppure pensando e quindi inventando. Così quindi si pongono due diversi tipi di domande.
Le prime sono legate alla routine della persona come “Cosa hai mangiato ieri sera?” o ancora “A che ora ti sei svegliato oggi?“, le seconde, invece sono legate più alle sensazioni e alle opinioni. E così si può chiedere ad esempio “Che aspetto avrei se mi tingessi i capelli?” o ancora “Credi che questa camicia mi stia bene?“. Se si riflette, gli occhi eseguono dei movimenti specifici in base alla zone del cervello che viene utilizzata per mentire.
Tuttavia, è importante sottolineare come le modalità siano strettamente individuali. Ecco perché servono delle domande di prova sia del primo e che del secondo gruppo per capire come si comporta il nostro interlocutore. Giusto per rendere l’idea perché comunque è un concetto complesso e non del tutto intuitivo. Se prima si è chiesta una domanda del primo tipo e gli occhi si sono spostati in alto a destra, quando si inventa il movimento degli occhi sarà sempre in alto a sinistra.
Se notiamo quindi che parlando di quello che ha fatto gli occhi si spostano in alto a sinistra, allora c’è qualcosa che non va. In ogni caso, parlare e comunicare con l’altro, per quanto dolorosa, resta sempre la soluzione migliore.