Comunione legale dei beni, è possibile annullarla? Risponde la legge

Le coppie sposate condividono benefici e responsabilità finanziare. Ma cosa succede quando il matrimonio finisce? Ecco qualche informazione.

La comunione legale dei beni è un regime patrimoniale matrimoniale previsto dal Codice Civile italiano. Questo regime prevede la condivisione dei beni acquisiti durante il matrimonio da entrambi i coniugi, indipendentemente dal contributo finanziario di ciascuno.

come funziona la comunione legale dei beni
Le coppie che si sposano in Italia possono scegliere se sottoscrivere il regime di comunione dei beni o altri regimi – grantennistoscana.it

La comunione dei beni, come regime patrimoniale matrimoniale, ha radici storiche antiche ed è stata introdotta nel diritto italiano in tempi passati. Tuttavia, è importante sottolineare che la normativa attuale che disciplina la comunione dei beni in Italia è stata introdotta nel Codice Civile italiano del 1942. Di seguito vediamo come funziona, quali sono le possibili alternative e cosa succede in caso di divorzio o morte del coniuge.

Concetti fondamentali della comunione dei beni

La comunione legale dei beni implica che tutti i beni mobili e immobili acquisiti durante il matrimonio diventino proprietà comune dei coniugi. Ciò significa che tali beni appartengono a entrambi in misura pari e indivisa. Rientrano in questa categoria gli immobili, i conti correnti, i veicoli, gli investimenti, i mobili, le opere d’arte e altri beni acquisiti durante il matrimonio.

Ci sono però delle eccezioni. I beni che ogni coniuge possedeva prima del matrimonio o che ha ricevuto (sempre durante il matrimonio) tramite donazione o eredità rimangono di sua proprietà. Questi beni vengono chiamati “beni propri” e non sono inclusi nella comunione legale dei beni.

come si stipula la comunione legale dei beni
Nella comunione dei beni, i coniugi condividono benefici e responsabilità – grantennistoscana.it

Entrambi i coniugi hanno il diritto di gestire e amministrare i beni comuni. Gli atti di ordinaria amministrazione possono essere svolti dal singolo coniuge, senza l’intervento dell’altro (la conservazione, manutenzione e recupero dei beni). Tuttavia, per le operazioni di straordinaria amministrazione (vendita, affitto, comodato d’uso) è richiesto il consenso del coniuge. 

Nella comunione legale dei beni, i coniugi condividono anche le responsabilità finanziarie. Ciò significa che entrambi sono responsabili per i debiti contratti durante il matrimonio, a meno che non siano legati a un bene proprio di uno dei coniugi. I creditori possono rivalersi sui beni comuni per soddisfare i debiti contratti da uno dei coniugi.

Come e quando si costituisce la comunione dei beni

La comunione legale dei beni si costituisce automaticamente in Italia, senza la necessità di un atto specifico o di una dichiarazione formale. Si applica di default a meno che i coniugi non optino per un diverso regime patrimoniale tramite un accordo matrimoniale.

quando si fa la comunione dei beni
La comunione dei beni si stipula automaticamente al momento del matrimonio – grantennistoscana.it

Nel caso in cui i coniugi desiderino modificare il regime patrimoniale predefinito, è possibile farlo attraverso un atto notarile o un accordo ante matrimonio, noti come patti prematrimoniali. Questo tipo di accordo può essere stipulato prima del matrimonio o anche dopo, ma è necessario che sia redatto per iscritto e sottoscritto da entrambi i coniugi.

Questi atti devono essere redatti da un notaio e possono contenere disposizioni specifiche sulla gestione e la divisione dei beni durante il matrimonio o in caso di divorzio o morte di uno dei coniugi. In sostanza, è un accordo che permette di stabilire le regole personalizzate per la gestione del patrimonio coniugale.

Comunione dei beni in caso di divorzio

In caso di divorzio durante la comunione legale dei beni in Italia, i beni comuni devono essere suddivisi tra i coniugi. La divisione dei beni avviene attraverso un procedimento di liquidazione della comunione legale dei beni.

Idealmente, i coniugi dovrebbero cercare di raggiungere un accordo amichevole tra le parti. In tal caso, l’accordo deve essere formalizzato per iscritto e presentato al giudice competente per l’omologazione. L’accordo può stabilire come suddividere i beni in modo equo, tenendo conto delle circostanze specifiche del caso, della durata del matrimonio, dei contributi di ciascun coniuge e delle esigenze future di entrambi.

cosa succede alla comunione dei beni se si divorzia
In caso di divorzio è necessario trovare un accordo tra le parti – grantennistoscana.it

Se i coniugi non riescono a raggiungere un accordo, il giudice interviene per decidere sulla divisione dei beni comuni. Il giudice terrà conto dei principi di equità e delle circostanze del caso. Potrebbe essere necessario fornire prove sulla natura, il valore e l’acquisizione dei beni comuni.

Durante la procedura di divisione dei beni, vengono prese in considerazione diverse variabili, tra cui:

  • Si valuta il contributo finanziario di ciascun coniuge all’acquisizione o alla conservazione dei beni comuni.
  • Vengono considerati anche i contributi non monetari, come il lavoro domestico o la cura dei figli, che hanno contribuito al mantenimento e all’accrescimento dei beni comuni.
  • Infine, vengono tenute in considerazione le esigenze future di ciascun coniuge, come l’età, la salute, le prospettive occupazionali e la custodia dei figli, possono influire sulla divisione dei beni.

Una volta che la divisione dei beni è stata decisa dal giudice o concordata tra le parti, il patrimonio comune viene suddiviso in parti uguali o in base all’accordo raggiunto. Ogni coniuge otterrà una quota dei beni comuni in base alla decisione del giudice o all’accordo raggiunto.

Regimi alternativi alla comunione dei beni

In Italia, ci sono due principali regimi alternativi alla comunione legale dei beni che i coniugi possono scegliere per regolare il regime patrimoniale del loro matrimonio.

Il primo è la separazione dei beni. Nel regime di separazione dei beni, ciascun coniuge mantiene la proprietà esclusiva dei beni che possedeva prima del matrimonio e di quelli che acquisisce durante il matrimonio. Ogni coniuge ha la piena autonomia nella gestione dei propri beni ed è responsabile solo per i propri debiti.

quali sono le alternative alla comunione dei beni
Se una coppia non vuole la comunione dei beni può scegliere tra diverse alternative – grantennistoscana.it

Il secondo regime possibile è quello della comunione dei beni a scelta. In questa seconda opzione, i coniugi possono decidere quali beni far rientrare nella comunione e quali mantenerli separati come beni propri. Questo regime consente una maggiore flessibilità rispetto alla comunione legale dei beni, in quanto i coniugi possono stabilire delle regole personalizzate sulla condivisione dei beni.

Comunione dei beni ed eredità

Nel caso di morte di uno dei coniugi durante un matrimonio che prevede la comunione dei beni, questa viene sciolta automaticamente. La quota di comunione del coniuge defunto fa parte della sua eredità. Secondo le norme della successione previste dal Codice Civile italiano, i beni della quota di comunione saranno divisi tra il coniuge superstite e gli eredi del defunto.

cosa succede alla comunione dei beni quando muore il coniuge
Nel caso di morte del coniuge, la sua quota di beni sarà sottoposta alla successione tra coniuge ed eredi – grantennistoscana.it

Dopo aver determinato le quote di eredità del coniuge superstite e degli eredi, si procede alla loro liquidazione. Questo implica la divisione dei beni comuni in base alle quote spettanti a ciascun erede o al coniuge superstite, come stabilito dalla legge o dalle disposizioni testamentarie.

È importante notare che le regole sulla successione e la divisione dei beni possono variare a seconda della situazione familiare, della presenza di figli, di altri eredi e delle disposizioni testamentarie. Pertanto, in questo caso o per qualsiasi altro dubbio, è sempre consigliabile consultare un avvocato specializzato.

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