Chi soffre della sindrome da stanchezza cronica ha diritto all’invalidità civile? C’è una risposta chiara a questa domanda.
Cerchiamo di capire allora se chi versa in questa condizione ha modo di ottenere l’assegno di invalidità, quali sono i sintomi di questa sindrome e chi la deve diagnosticare.
Prima di tutto bisogna capire bene cosa significa sindrome da stanchezza cronica e se chi soffre a causa di questa condizione può fare domanda per ottenere l’assegno di invalidità civile.
A scanso di equivoci, la stanchezza cronica non deve essere confusa col semplice stress o con la stanchezza. Non vuol dire arrivare stanchi a casa alla sera o essere particolarmente stressati per il lavoro o per i ritmi logoranti della vita quotidiana (una condizione che accomuna un po’ tutti oggi). E poi attenzione, la stanchezza cronica non deve essere confusa nemmeno con la fibromialgia. Di cosa si tratta allora?
Assegno di invalidità: si può chiedere con la sindrome da stanchezza cronica?
Ebbene, con la sindrome da stanchezza cronica no, non si può avere l’invalidità civile. Questo per il semplice motivo che questa condizione non è prevista nella lista delle malattie per le quali l’Inps riconosce lo stato invalidante (le tabelle si trovano nel decreto ministeriale del 5 febbraio 1992).
Detto questo, bisogna sapere che questa definizione («sindrome da stanchezza cronica») è quella più comunemente conosciuta, ma la comunità scientifica non la riconosce all’unanimità. La definizione riconosciuta dalla stessa è invece quella che risponde al nome di encefalomielite mialgica, una patologia riconosciuta dall’OMS col codice ICD G93.3.
Per farla breve: in ambito scientifico la stanchezza cronica è riconosciuta come encefalomielite mialgica. Saperlo è di fondamentale importanza perché per cercare di ottenere l’invalidità civile la diagnosi dei medici che hanno eseguito gli esami clinici dovrà riportare proprio questo esito: encefalomielite mialgica. Altra cosa da avere ben presente è che da sola la diagnosi della malattia non è sufficiente. Semmai sono decisive le conseguenze della malattia, vedremo cosa vuol dire.
Encefalomielite mialgica, perché sintomi e conseguenze sono importanti ai fini dell’invalidità civile
Forse qualcuno avrà notato che, nel definire la sindrome da stanchezza cronica, abbiamo fatto riferimento a una condizione, non a una patologia. Questo perché lo stato di stanchezza cronica può giungere a essere anche molto invalidante. Ma si tratta delle conseguenze che dipendono da questa stessa condizione, le quali possono rivelarsi più o meno invalidanti.
Per questa ragione, se dalla sindrome da stanchezza cronica sono derivati altri tipi di disturbi elencati nelle tabelle ministeriali si potrà provare a chiedere il riconoscimento dell’invalidità. Per essere più chiari: come detto la premessa per fare domanda di invalidità civile è la diagnosi di encefalomielite mialgica da parte dei medici, che dovranno documentare la presenza di questa patologia.
Così si potrebbe anche ottenere l’invalidità civile. Però se le conseguenze della malattia diagnosticata non sono importanti a livello di salute, la percentuale di invalidità riconosciuta a causa della malattia potrebbe risultare molto bassa, al punto da impedire l’accesso a benefici significativi. Ci riferiamo in particolare alle prestazioni economiche, erogate a partire da una percentuale di invalidità superiore al 74%.
In sostanza: se i medici dovessero diagnosticare, insieme all’encefalomielite mialgica, anche delle altre patologie che si sono sviluppate a causa di questa malattia allora sarà possibile farsi riconoscere una percentuale più alta di invalidità.
Sindrome da stanchezza cronica: quali sono i sintomi
I sintomi dell’encefalomielite mialgica (che per comodità possiamo continuare a chiamare col nome con cui è comunemente conosciuta: sindrome da stanchezza cronica) non devono essere confusi con lo stress e stanchezza.
Chi soffre di questa sindrome è vittima di una debolezza costante che si prolunga da almeno 6 mesi, senza trovare giovamento nemmeno nel sonno. Inoltre presenta almeno 4 di questi sintomi:
- Gravi disturbi della memoria e della concentrazione: al punto non consentire una normale vita lavorativa e personale;
- Faringite;
- Dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari;
- Dolori muscolari e alle articolazioni (anche se le articolazioni non sono gonfie o infiammate);
- Cefalea (mal di testa);
- Febbre;
- Stanchezza (che né riposo né sonno riescono ad alleviare);
- Spossatezza, dopo qualunque esercizio fisico, perdurante per almeno 24 ore: il riposo non è in grado di alleviarla e si fa più intensa a ogni minimo sforzo.
La stanchezza cronica, in queste condizioni, impedisce di condurre una vita normale, in ogni campo (personale, sociale, lavorativo), dato che ogni impegno finisce per debilitare rapidamente la persona malata. Una situazione ben diversa (decisamente più grave) della normale fatica che tutti sperimentiamo a causa dei nostri impegni lavorativi e quotidiani.
Sindrome da stanchezza cronica: ecco perché diagnosticarla non è facile
Non è facile fare una diagnosi della sindrome da stanchezza cronica. Ecco perché i medici, prima di diagnosticarla, provvedono a escludere tutta una serie di altre malattie che potrebbero essere associate ai suoi stessi sintomi.
Le malattie escluse prima di diagnosticare la encefalomielite mialgica sono queste:
- Infezioni;
- Disfunzioni dell’ipofisi;
- Ipotiroidismo;
- Tumori;
- Epatite B o C;
- Schizofrenia;
- Depressione maggiore;
- Demenza;
- Obesità;
- Abuso di sostanze alcoliche.
Sindrome da stanchezza cronica, quali sono le conseguenze
Più sopra abbiamo elencato i sintomi della stanchezza cronica che a seconda della loro intensità e durata possono avere conseguenze, a livello della salute, molto significative e invalidanti.
Affaticamento, stanchezza eccessiva, impossibilità di riprendersi malgrado il riposo, tutti i dolori e i sintomi che abbiamo passato in rassegna possono, nel corso del tempo, portare conseguenze importanti come:
- Nevrosi isterica o fobica ossessiva;
- Psicosi;
- Sindrome schizofrenica cronica;
- Sindrome delirante cronica;
- Disturbi ciclotimici;
- Sindrome depressiva.
Come si vede, sono tutti stati di salute in grado di compromettere pesantemente la capacità lavorativa, al punto che le tabelle ministeriali per l’invalidità civile e le linee guida INPS per il riconoscimento degli stati invalidanti le collegano a specifiche percentuali di invalidità, che possono arrivare anche fino al 100%.
Ciò significa che se a una diagnosi di encefalomielite mialgica si accompagnano, in concomitanza, anche una o più patologie invalidanti provocate dalla «sindrome della stanchezza cronica» sarà possibile fare domande di invalidità civile e in alcuni casi ottenere anche una prestazione economica, in base alla percentuale che verrà riconosciuta.
Che differenza c’è tra la sindrome da stanchezza cronica e la fibromialgia
Malgrado condividano alcune caratteristiche comuni, la sindrome da stanchezza cronica e la fibromialgia fanno riferimento a due diverse condizioni mediche. Innanzitutto è diversa la definizione.
Come detto la sindrome da stanchezza cronica si contraddistingue per una stanchezza profonda, duratura e debilitante che persiste per un periodo di almeno sei mesi. Invece la fibromialgia è una condizione che porta a un diffuso dolore muscoloscheletrico, al quale si accompagnano altri sintomi come l’affaticamento e i disturbi del sonno.
Diversi anche i sintomi principali, che nella sindrome da stanchezza cronica sono:
- Estrema stanchezza;
- Spossatezza successiva a uno sforzo fisico o mentale;
- Difficoltà di concentrazione;
- Problemi di sonno.
Il sintomo predominante della fibromialgia invece è un diffuso dolore muscolare e articolare, al quale si associano rigidità muscolare e stanchezza.
Anche le cause divergono. In realtà le cause precise sia dell’una che dell’altra condizione rimangono in parte oscure. Si pensa che all’origine della sindrome da stanchezza cronica possa esserci una combinazione di diversi fattori, tra i quali degli squilibri ormonali, infezioni virali e anche una predisposizione genetica. Mentre la fibromialgia è sovente legata a disturbi del sistema nervoso centrale che acuiscono la percezione del dolore.
Come visto in precedenza per diagnosticare la sindrome da stanchezza cronica si procede per esclusione delle altre possibili cause di stanchezza cronica per mezzo di esami clinici e analisi dei sintomi. Per diagnosticare la fibromialgia, invece, ci si basa sull’identificazione di specifici punti dolenti nel corpo e valutando i sintomi collegati.
Sindrome da stanchezza cronica, chi la diagnostica
A diagnosticare la sindrome da stanchezza cronica può essere un medico esperto nel campo delle malattie infettive, dell’immunologia o della medicina interna. Talvolta potrebbe rendersi necessario arrivare a consultare più specialisti per riuscire a escludere le altre possibili cause di stanchezza cronica e giungere alla formulazione di una diagnosi definitiva.
Nel corso della valutazione della sindrome da stanchezza cronica, il medico può esaminare con grande attenzione la storia medica del paziente, fare un approfondito esame fisico e richiedere specifici esami di laboratorio.
Su cosa si basa la diagnosi della sindrome da stanchezza cronica? Prevalentemente sui sintomi del paziente, a cominciare dalla stanchezza persistente per almeno sei mesi oltre che, come detto, sull’esclusione di altre possibili cause della malattia.